Il grifone di Bitonto entra nel nuovo logo dell'Arcidiocesi
Sarà insieme al Cristo Pantocratore della lettera istoriata del rotolo del Benedizionale di Bari
venerdì 10 gennaio 2020
10.07
Non servirà a superare lo sconforto di chi per anni si è ritenuto "scippato" della propria secolare diocesi, ma è un riconoscimento importante verso una grande comunità che deve iniziare a sentirsi più vicina alle vicende del suo ordinamento clericale più vicino. C'è anche il grifo della Cattedrale di Bitonto nel nuovo logo dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto che è stato presentato in questi giorni attraverso il sito ufficiale dell'ente ecclesiale guidato da monsignor Francesco Cacucci.
«L'immagine si struttura di due elementi – spiegano dall'Arcidiocesi parlando del logo, che in realtà è in uso già da alcuni mesi - il Cristo Pantocratore della lettera istoriata del rotolo del Benedizionale di Bari e il grifo composto a tessere musive del pavimento della chiesa concattedrale di Bitonto. Le due figure stilizzate costituiscono due segni peculiari delle vicende storico-artistiche delle due Chiese locali di Bari e di Bitonto».
«Il Benedizionale di Bari (1025-1050) – si legge ancora nella nota dell'Arcidiocesi - è uno dei quattro rotoli della liturgia pasquale, di età medievale, composti a Bari e custoditi nel museo diocesano di Bari. L'iniziale della parola Vere è rappresentata con richiami grafici all'ultima lettera dell'alfabeto greco, l'Omega, con intensi legami al passo neo-testamentario: "Io son l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte nella città" (Ap 22, 13-14). La lettera istoriata, secondo i canoni di tradizione benedettina, contiene l'immagine di un Cristo Pantocratore, benedicente alla greca ed è possibile leggerla con la scena della benedizione al fonte. É il Battesimo la porta d'ingresso alla vita nuova in Cristo».
Ancora più antiche le origini del mito legato al Grifo, che nel suo utilizzo ha radici che risalgono al 3000 a.C. in Mesopotamia, come vessillo di difesa. La sua composizione presenta varianti, tra i due animali raggruppati: leone ed uccello. Il significato cristiano, allude al dogma delle due nature dell'unica persona del Verbo Incarnato. É Isidoro di Siviglia, nella sua opera, che ne dà l'interpretazione: "Christus est leo pro regno et fortitudine [...] aquila propter quod post resurrectionem ad astra remeavit" (Etym., XII, 2, 17).
Il motivo della cattedrale bitontina, spesso riportato su sarcofagi, portali, capitelli, pavimento, costituisce un tassello delle varie costruzioni e fasi di edificazione della cattedrale. L'opera s'inserisce in un ambiente quadrangolare, facente parte di una torre della precedente chiesa (XI sec.).
«Le due figure componenti il logo – concludono dall'Arcidiocesi - sono così l'accesso per conoscere la storia di due Chiese locali, oggi (1986) un'unica Chiesa diocesana».
«L'immagine si struttura di due elementi – spiegano dall'Arcidiocesi parlando del logo, che in realtà è in uso già da alcuni mesi - il Cristo Pantocratore della lettera istoriata del rotolo del Benedizionale di Bari e il grifo composto a tessere musive del pavimento della chiesa concattedrale di Bitonto. Le due figure stilizzate costituiscono due segni peculiari delle vicende storico-artistiche delle due Chiese locali di Bari e di Bitonto».
«Il Benedizionale di Bari (1025-1050) – si legge ancora nella nota dell'Arcidiocesi - è uno dei quattro rotoli della liturgia pasquale, di età medievale, composti a Bari e custoditi nel museo diocesano di Bari. L'iniziale della parola Vere è rappresentata con richiami grafici all'ultima lettera dell'alfabeto greco, l'Omega, con intensi legami al passo neo-testamentario: "Io son l'Alfa e l'Omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti per aver diritto all'albero della vita e per entrare per le porte nella città" (Ap 22, 13-14). La lettera istoriata, secondo i canoni di tradizione benedettina, contiene l'immagine di un Cristo Pantocratore, benedicente alla greca ed è possibile leggerla con la scena della benedizione al fonte. É il Battesimo la porta d'ingresso alla vita nuova in Cristo».
Ancora più antiche le origini del mito legato al Grifo, che nel suo utilizzo ha radici che risalgono al 3000 a.C. in Mesopotamia, come vessillo di difesa. La sua composizione presenta varianti, tra i due animali raggruppati: leone ed uccello. Il significato cristiano, allude al dogma delle due nature dell'unica persona del Verbo Incarnato. É Isidoro di Siviglia, nella sua opera, che ne dà l'interpretazione: "Christus est leo pro regno et fortitudine [...] aquila propter quod post resurrectionem ad astra remeavit" (Etym., XII, 2, 17).
Il motivo della cattedrale bitontina, spesso riportato su sarcofagi, portali, capitelli, pavimento, costituisce un tassello delle varie costruzioni e fasi di edificazione della cattedrale. L'opera s'inserisce in un ambiente quadrangolare, facente parte di una torre della precedente chiesa (XI sec.).
«Le due figure componenti il logo – concludono dall'Arcidiocesi - sono così l'accesso per conoscere la storia di due Chiese locali, oggi (1986) un'unica Chiesa diocesana».