Il M5S contro Abbaticchio che chiede più Forze dell’Ordine a Bitonto: «Polemica strumentale»
«Si sapeva che l’operazione Minniti era temporanea»
mercoledì 22 agosto 2018
8.31
La richiesta del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che ha minacciato di rimettere la fascia tricolore nelle mani del Ministro degli Interni se non saranno disposti più uomini in pianta stabile a tutela della sicurezza, sarebbe solo una polemica strumentale con finalità politiche.
Ne sono certi gli attivisti bitontini del Movimento 5 Stelle che in un lungo comunicato stampa hanno contestato le richieste del primo cittadino degli ultimi giorni.
«È un sindaco inquieto – si legge nel comunicato - quello che si legge in questi giorni sui social di ogni genere sulla questione sicurezza. Stranamente dopo anni di silenzio, ha avuto un sussulto. La sua goffa minaccia di lasciare la fascia tricolore ove non fossero inviati rinforzi alle forze dell'ordine, dopo che alcuni balordi hanno forzato la vetrina di un esercizio commerciale di via Matteotti, ha ricevuto pronta risposta da parte del Ministro dell'Interno che ha rassicurato il nostro primo cittadino sulla soddisfazione di tale richiesta con l'aggiuntivo impegno di organizzare un vertice specifico per Bitonto. Del resto, si sapeva che l'operazione Minniti era temporanea e prima o poi quegli uomini in più sarebbero stati spostati per altre emergenze. È una polemica strumentale che ha solo finalità politiche. Nessun vantaggio durevole per i cittadini».
Secondo i pentastellati ci sarebbe bisogno di un «piano strutturale dedito ad una copertura più organica del territorio così come proposto da noi». Che, in realtà, coincide con le richieste avanzate dal sindaco in più occasioni al neo Ministro.
Secondo i grillini bitontini «sia lui che il PD locale, il quale ha dichiarato pubblicamente pieno appoggio al sindaco» non avrebbero fatto altrettanto «dopo le ripetute sparatorie e rapine avvenute in città (Piazza Partigiani d'Italia, via Lazzati il giorno della festa dei Santi Medici, e le aggressioni ai danni degli esercenti ne sono gli esempi più manifesti), quando al governo nazionale c'erano i partiti amici. Allora tacevano anche in condizioni di emergenza e di grande pericolo per tutta la cittadinanza. Infatti, solo con la morte della signora Tarantino, il Ministero degli Interni non ha potuto far altro che intervenire. Prima di allora, come già detto, nonostante gli innumerevoli episodi criminosi, a vigilare sul territorio vi era una sola macchina della polizia. Oggi, che di auto ne girano tre, Abbaticchio ed il PD hanno l'ardire di protestare. Un atteggiamento da oscar dell'incoerenza».
«Del resto – attaccano ancora i pentastellati - Abbaticchio si è sempre contraddistinto più per la sua stoffa da vecchio politicante cristianodemocratico, con grande predisposizione alla creazione del consenso attraverso forme consociative, che per le qualità di amministratore. É vicepresidente di Avviso Pubblico ma poi non si costituisce parte civile nel processo contro i pistoleri di Piazza Partigiani d'Italia. Aveva un prefetto per amico ma non è riuscito ad ottenere un aumento dell'organico delle forze dell'ordine. Nessun progetto sulla prevenzione, anzi in una città con un'altissima percentuale di microcriminalità, toglie fondi per i ragazzi con problemi di devianza e li destina alle feste».
Gli attivisti locali rivendicano le proposte del «Key Crime, l'organizzazione di tavoli di coordinamento tra tutti i corpi di polizia presenti in città per avere un controllo del territorio più organico, l'utilizzo di forze private non armate in supporto delle forze dell'ordine, ma è stato come parlare al muro. Per non parlare della totale inadeguatezza della gestione della Polizia Municipale che fa capo direttamente all'amministrazione comunale. Non si vedono vigili urbani adibiti al controllo del territorio».
«Il sindaco – conclude la nota - preferisce le iniziative spot alla soluzione dei problemi. Tanto al ministero questo non lo sanno. Ma ancora per poco, perché noialtri lo sappiamo bene ...e presto lo faremo arrivare in quella sede, finalmente senza filtri che ne possano condizionare la realtà».
Ne sono certi gli attivisti bitontini del Movimento 5 Stelle che in un lungo comunicato stampa hanno contestato le richieste del primo cittadino degli ultimi giorni.
«È un sindaco inquieto – si legge nel comunicato - quello che si legge in questi giorni sui social di ogni genere sulla questione sicurezza. Stranamente dopo anni di silenzio, ha avuto un sussulto. La sua goffa minaccia di lasciare la fascia tricolore ove non fossero inviati rinforzi alle forze dell'ordine, dopo che alcuni balordi hanno forzato la vetrina di un esercizio commerciale di via Matteotti, ha ricevuto pronta risposta da parte del Ministro dell'Interno che ha rassicurato il nostro primo cittadino sulla soddisfazione di tale richiesta con l'aggiuntivo impegno di organizzare un vertice specifico per Bitonto. Del resto, si sapeva che l'operazione Minniti era temporanea e prima o poi quegli uomini in più sarebbero stati spostati per altre emergenze. È una polemica strumentale che ha solo finalità politiche. Nessun vantaggio durevole per i cittadini».
Secondo i pentastellati ci sarebbe bisogno di un «piano strutturale dedito ad una copertura più organica del territorio così come proposto da noi». Che, in realtà, coincide con le richieste avanzate dal sindaco in più occasioni al neo Ministro.
Secondo i grillini bitontini «sia lui che il PD locale, il quale ha dichiarato pubblicamente pieno appoggio al sindaco» non avrebbero fatto altrettanto «dopo le ripetute sparatorie e rapine avvenute in città (Piazza Partigiani d'Italia, via Lazzati il giorno della festa dei Santi Medici, e le aggressioni ai danni degli esercenti ne sono gli esempi più manifesti), quando al governo nazionale c'erano i partiti amici. Allora tacevano anche in condizioni di emergenza e di grande pericolo per tutta la cittadinanza. Infatti, solo con la morte della signora Tarantino, il Ministero degli Interni non ha potuto far altro che intervenire. Prima di allora, come già detto, nonostante gli innumerevoli episodi criminosi, a vigilare sul territorio vi era una sola macchina della polizia. Oggi, che di auto ne girano tre, Abbaticchio ed il PD hanno l'ardire di protestare. Un atteggiamento da oscar dell'incoerenza».
«Del resto – attaccano ancora i pentastellati - Abbaticchio si è sempre contraddistinto più per la sua stoffa da vecchio politicante cristianodemocratico, con grande predisposizione alla creazione del consenso attraverso forme consociative, che per le qualità di amministratore. É vicepresidente di Avviso Pubblico ma poi non si costituisce parte civile nel processo contro i pistoleri di Piazza Partigiani d'Italia. Aveva un prefetto per amico ma non è riuscito ad ottenere un aumento dell'organico delle forze dell'ordine. Nessun progetto sulla prevenzione, anzi in una città con un'altissima percentuale di microcriminalità, toglie fondi per i ragazzi con problemi di devianza e li destina alle feste».
Gli attivisti locali rivendicano le proposte del «Key Crime, l'organizzazione di tavoli di coordinamento tra tutti i corpi di polizia presenti in città per avere un controllo del territorio più organico, l'utilizzo di forze private non armate in supporto delle forze dell'ordine, ma è stato come parlare al muro. Per non parlare della totale inadeguatezza della gestione della Polizia Municipale che fa capo direttamente all'amministrazione comunale. Non si vedono vigili urbani adibiti al controllo del territorio».
«Il sindaco – conclude la nota - preferisce le iniziative spot alla soluzione dei problemi. Tanto al ministero questo non lo sanno. Ma ancora per poco, perché noialtri lo sappiamo bene ...e presto lo faremo arrivare in quella sede, finalmente senza filtri che ne possano condizionare la realtà».