Il PD costretto a lasciare la “pescara” dal 1 agosto prossimo?
Il contratto di affitto della storica sede scadrà il 31 luglio e non è stato rinegoziato
sabato 29 luglio 2017
13.41
Scadrà fra due giorni il contratto di affitto che permette al PD di Bitonto di occupare, da decenni, i locali comunali della "pescara", su Corso Vittorio Emanuele II, che sono anche la sede della sezione locale del partito.
Una situazione che rischiò di cambiare profondamente nel luglio del 2010, quando l'amministrazione guidata da Raffaele Valla prese una decisione bomba: intimare lo sfratto al PD in coincidenza della prima scadenza contrattuale del 31 luglio 2011. Una decisione messa anche nero su bianco con una delibera di giunta che produsse l'atto da recapitare all'affittuario. Misteriosamente, però, l'atto si perse nei mille rivoli della burocrazia, per arrivare a destinazione solo nell'autunno inoltrato.
Un ritardo determinante che, ai sensi della legge 392/78, impedì al funzionario comunale incaricato di "sfrattare" materialmente gli attivisti ed eseguire la volontà amministrativa, consentendo invece al PD bitontino di continuare a operare in quei locali.
Una vicenda rimandata, di fatto, al 31 luglio 2017, quando, sempre secondo la legge sugli affitti, non sarà più possibile prorogare il contratto di affitto automaticamente: le due parti dovranno incontrarsi per rinegoziare un nuovo accordo.
Ma la questione è tutt'altro che semplice.
Nella primavera del 2016, il sindaco Abbaticchio ha infatti annunciato di avere progetti ben precisi per i locali affittati al PD, manifestando così la volontà di non rinegoziare il contratto di affitto per destinare i locali, dove da decenni si respira politica, a una delle tante attività culturali previste dal programma elettorale.
D'altra parte, i difficilissimi rapporti tra la segreteria del PD e il sindaco non hanno mai agevolato una trattativa per rinnovare quel contratto. E non bisogna nemmeno dimenticare la cura con cui i militanti del partito hanno gestito l'immobile, accollandosi anche gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria. La lunghissima campagna elettorale non ha però completamente bloccato le comunicazioni tra le parti. Resta che, tecnicamente, il PD di Bitonto potrebbe risultare "abusivo" dal 1 agosto 2017 ed essere oggetto di sfratto, anche coattivo, facendo riferimento alla stessa legge che nel 2011 gli ha consentito di resistere.
Tuttavia la questione non è soltanto tecnica, ma anche politica: avrà intenzione il rieletto sindaco Abbaticchio di scontentare i militanti PD proprio ora che l'ennesima sconfitta ha in parte ammorbidito la posizione di quel che resta del partito nei suoi confronti? Vorranno i vecchi padri del Partito Comunista prima e del PD poi ingaggiare nuovamente una lotta di salvaguardia della sede?
La cosa certa è che sicuramente il futuro del rapporto tra amministrazione comunale e Partito Democratico dipenderà dalla soluzione che sarà trovata al problema della "pescara".
Una situazione che rischiò di cambiare profondamente nel luglio del 2010, quando l'amministrazione guidata da Raffaele Valla prese una decisione bomba: intimare lo sfratto al PD in coincidenza della prima scadenza contrattuale del 31 luglio 2011. Una decisione messa anche nero su bianco con una delibera di giunta che produsse l'atto da recapitare all'affittuario. Misteriosamente, però, l'atto si perse nei mille rivoli della burocrazia, per arrivare a destinazione solo nell'autunno inoltrato.
Un ritardo determinante che, ai sensi della legge 392/78, impedì al funzionario comunale incaricato di "sfrattare" materialmente gli attivisti ed eseguire la volontà amministrativa, consentendo invece al PD bitontino di continuare a operare in quei locali.
Una vicenda rimandata, di fatto, al 31 luglio 2017, quando, sempre secondo la legge sugli affitti, non sarà più possibile prorogare il contratto di affitto automaticamente: le due parti dovranno incontrarsi per rinegoziare un nuovo accordo.
Ma la questione è tutt'altro che semplice.
Nella primavera del 2016, il sindaco Abbaticchio ha infatti annunciato di avere progetti ben precisi per i locali affittati al PD, manifestando così la volontà di non rinegoziare il contratto di affitto per destinare i locali, dove da decenni si respira politica, a una delle tante attività culturali previste dal programma elettorale.
D'altra parte, i difficilissimi rapporti tra la segreteria del PD e il sindaco non hanno mai agevolato una trattativa per rinnovare quel contratto. E non bisogna nemmeno dimenticare la cura con cui i militanti del partito hanno gestito l'immobile, accollandosi anche gli oneri di manutenzione ordinaria e straordinaria. La lunghissima campagna elettorale non ha però completamente bloccato le comunicazioni tra le parti. Resta che, tecnicamente, il PD di Bitonto potrebbe risultare "abusivo" dal 1 agosto 2017 ed essere oggetto di sfratto, anche coattivo, facendo riferimento alla stessa legge che nel 2011 gli ha consentito di resistere.
Tuttavia la questione non è soltanto tecnica, ma anche politica: avrà intenzione il rieletto sindaco Abbaticchio di scontentare i militanti PD proprio ora che l'ennesima sconfitta ha in parte ammorbidito la posizione di quel che resta del partito nei suoi confronti? Vorranno i vecchi padri del Partito Comunista prima e del PD poi ingaggiare nuovamente una lotta di salvaguardia della sede?
La cosa certa è che sicuramente il futuro del rapporto tra amministrazione comunale e Partito Democratico dipenderà dalla soluzione che sarà trovata al problema della "pescara".