Il sindaco pensa al dopo Abbaticchio: «Oltre le divisioni il centrosinistra ritrovi la sua identità»

Contro le estreme destre l'invito è a riunirsi sui temi di «umanità, inclusione sociale, sviluppo e ambiente»

venerdì 1 marzo 2019 11.51
Tra le sirene di un possibile impegno nella politica nazionale ed extra nazionale e la fine fisiologica del suo mandato, il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, si interroga sull'eredità politica che rimarrà sul territorio al termine della sua esperienza amministrativa. Lo fa attraverso un riflessione che parte dalla storia della sua compagine di governo cittadino, in cui è stato protagonista della nascita di un «laboratorio civico prima di tanti altri territori, diventando precursore (per molti versi) di quanto accaduto successivamente in molte altre parti del Paese».
La mancanza di un riferimento extra territoriale e nazionale di questi agglomerati politici, da sempre tra le principali critiche mosse al civismo, è stata sopperita con la nascita di Italia in Comune che si è proposta proprio di valorizzare e coordinare a livello nazionale le esperienze civiche e amministrative dei vari comuni. L'ingresso in consiglio del partito di Pizzarotti, dovuto essenzialmente alla comparsa di un nuovo forte soggetto politico nelle forze di maggioranza, Sud al Centro, secondo Abbaticchio, non cambia la sua posizione: «Ho un programma da attuare che deve essere rispettato per volontà di più del 61% degli elettori bitontini. Da uomo politico, altresì, vorrei che questi cambiamenti fossero visti come una opportunità di ricostruzione di un nuovo senso di Comunità, superando soprattutto le divisioni che hanno visto protagonisti gli uomini e le donne del centrosinistra locale».

L'invito a quanti si riconoscono nell'area di centrosinistra, è allora a ritrovare la propria identità, concentrandosi attorno ai temi cari a quest'area politica: «Umanità, inclusione sociale, sviluppo economico sostenibile, innovazione e tutela dell'ambiente: in poche parole, da chi crede in valori diversi dalle estreme destre. È un dovere che sento anche in considerazione della personale corsa intrapresa che, inevitabilmente, vedrà la conclusione in questo mandato amministrativo. Un dovere che mi spinge a pensare ad un futuro politico in cui la sintesi di tutta la maggioranza di centrosinistra non sarà nelle mie mani ma in quelle di una nuova costruzione per il bene della Città: in poche parole, con un altro Sindaco».

Non si tratta, almeno per ora, dell'annuncio di un addio alla sua carica amministrativa, quanto piuttosto una riflessione sul modo di preservare una continuità di vedute: «Vorrei che Bitonto, Palombaio e Mariotto fossero protagoniste di una nuova stagione politica ed amministrativa preparandoci alle nuove sfide uniti e, possibilmente, vincenti. Se, invece, prevarranno logiche legate al separatismo e a politiche della differenziazione dei ceti umani e sociali, non vorrei ritrovarmi davanti a uno specchio dicendo a me stesso: "È anche colpa tua perchè hai taciuto quando avresti dovuto parlare". È la politica. È la vita».