«Il verde della Cittadella del Bambino è in cattive condizioni»
Le associazioni Mowgli e VogliAmo Bitonto Pulita relazionno sullo stato di salute delle essenze arboree della struttura
sabato 16 gennaio 2021
8.08
Alberi in sofferenza, talvolta in condizioni di precaria stabilità e piante scelte secondo criteri sbagliati. Sono questi, in estrema sintesi, gli appunti rivolti all'amministrazione comunale dalle associazioni ambientaliste Mowgli e VogliAmo Bitonto Pulita, che hanno consegnato una relazione al Comune redatta col supporto Dottore Agronomo Forestale Claudio Gravinese. sulla situazione del verde nella Cittadella del Bambino.
«La struttura inaugurata il 20 Febbraio 2020 – spiegano gli attivisti - e nel quale operano con alto valore meritorio alcune realtà cooperativistiche locali, è stata oggetto di un'analisi approfondita circa il verde ivi presente».
«La recinzione e i cancelli di ingresso – si legge nella relazione - risultano già in avanzato stato di deterioramento, ricoperti totalmente di ruggine, pericolosa per i tanti fanciulli che frequentano il parco», mentre sullo stato vegetazionale «7 esemplari di Quercus ilex (leccio) adulti in avanzato stato di deperimento a causa di potature scellerate che li hanno debilitati e resi vulnerabili ad attacchi parassitari (nidularia, phillossera, …)». In più «numerosi giovani lecci che potrebbero quasi sicuramente non sopravvivere all'infestazione afidica; stante l'accertata presenza di parassiti che attaccano le querce, non era indicato piantare ulteriori giovani esemplari della medesima specie». «Un Pinus pinea – si legge ancora nella nota - decisamente pericoloso, la cui stabilità da accertare potrebbe indurre ad un taglio necessario per la sicurezza dei fruitori del parco», mentre ci sono «esemplari dei generi Cipressus e Cedrus sui quali andrebbero svolti test di stabilità».
Gravinese, che è anche membro della segreteria della locale sezione del PSI, critica anche la scelta delle specie vegetali, nella quale riscontra la presenza di «esemplari di Quercus pubescens (roverella) fuori dal loro areale ed attaccati da agenti patogeni; piccoli cespugli di rose scarsamente curati che a causa della presenza di spine, potrebbero essere pericolosi per i numerosi bambini; esemplari di oleandri: tutta la pianta è tossica, in ogni sua parte, infatti, sono contenuti glicosidi cardioattivi (cardenolidi) capaci di alterare il ritmo cardiaco, causando aritmie di varia natura se venute a contatto con la bocca».
In aggiunta vi sarebbero «numerosissime piante di alloro posizionate in modo tale da non permetterne un adeguato sviluppo» e «il prato è in un evidente stato di abbandono (intromissione di specie erbacee invasive) e palese appare la presenza di specie erbacee estive e invernali, di medio ed alto fusto, insomma un miscuglio eterogeneo mal progettato e non curato».
«L'intenzione – conclude il tecnico - sarebbe quella di riproporre una vegetazione mediterranea, ma nel caso di specie un mancato parere agronomico, una scelta effettuata essenzialmente dal vivaista (esperti di vendita e non di arboricoltura) e la volontà di lasciare intonse le specie già presenti, hanno portato ad una combinazione a dir poco sconsiderata di tutta la vegetazione presente».
«La struttura inaugurata il 20 Febbraio 2020 – spiegano gli attivisti - e nel quale operano con alto valore meritorio alcune realtà cooperativistiche locali, è stata oggetto di un'analisi approfondita circa il verde ivi presente».
«La recinzione e i cancelli di ingresso – si legge nella relazione - risultano già in avanzato stato di deterioramento, ricoperti totalmente di ruggine, pericolosa per i tanti fanciulli che frequentano il parco», mentre sullo stato vegetazionale «7 esemplari di Quercus ilex (leccio) adulti in avanzato stato di deperimento a causa di potature scellerate che li hanno debilitati e resi vulnerabili ad attacchi parassitari (nidularia, phillossera, …)». In più «numerosi giovani lecci che potrebbero quasi sicuramente non sopravvivere all'infestazione afidica; stante l'accertata presenza di parassiti che attaccano le querce, non era indicato piantare ulteriori giovani esemplari della medesima specie». «Un Pinus pinea – si legge ancora nella nota - decisamente pericoloso, la cui stabilità da accertare potrebbe indurre ad un taglio necessario per la sicurezza dei fruitori del parco», mentre ci sono «esemplari dei generi Cipressus e Cedrus sui quali andrebbero svolti test di stabilità».
Gravinese, che è anche membro della segreteria della locale sezione del PSI, critica anche la scelta delle specie vegetali, nella quale riscontra la presenza di «esemplari di Quercus pubescens (roverella) fuori dal loro areale ed attaccati da agenti patogeni; piccoli cespugli di rose scarsamente curati che a causa della presenza di spine, potrebbero essere pericolosi per i numerosi bambini; esemplari di oleandri: tutta la pianta è tossica, in ogni sua parte, infatti, sono contenuti glicosidi cardioattivi (cardenolidi) capaci di alterare il ritmo cardiaco, causando aritmie di varia natura se venute a contatto con la bocca».
In aggiunta vi sarebbero «numerosissime piante di alloro posizionate in modo tale da non permetterne un adeguato sviluppo» e «il prato è in un evidente stato di abbandono (intromissione di specie erbacee invasive) e palese appare la presenza di specie erbacee estive e invernali, di medio ed alto fusto, insomma un miscuglio eterogeneo mal progettato e non curato».
«L'intenzione – conclude il tecnico - sarebbe quella di riproporre una vegetazione mediterranea, ma nel caso di specie un mancato parere agronomico, una scelta effettuata essenzialmente dal vivaista (esperti di vendita e non di arboricoltura) e la volontà di lasciare intonse le specie già presenti, hanno portato ad una combinazione a dir poco sconsiderata di tutta la vegetazione presente».