Imprenditore bitontino muore dopo odissea bancaria: ora gli eredi chiedono risarcimento
Ma la banca non intende pagare, mentre Antonio De Renzo è morto senza ottenere giustizia
lunedì 2 settembre 2019
11.47
È stato truffato dalla banca di cui si fidava che l'ha portato al fallimento, il giudice gli ha anche dato ragione, ma non ha ottenuto alcun risarcimento ed è anche morto senza aver ricevuto la giustizia che meritava. È terminata nel peggiore dei modi la battaglia di Antonio De Renzo, commerciante bitontino morto a 60 anni di crepacuore per l'odissea cui è stato costretto e per la quale adesso gli eredi, a un anno dalla sua morte, chiedono di essere risarciti.
Secondo quanto ricostruito dai giudici e raccontato da Telenorba, nel 1992 a De Renzo fu consigliato dalla sua banca, la CariPuglia, a sottoscrivere un mutuo da 200 milioni delle vecchie lire per un aumento di liquidità. La banca però, erogando la somma, inserì di propria iniziativa una postilla in cui era previsto un giroconto in favore del fratello, anch'egli commerciante ma in debito con CariPuglia, da 150 milioni di euro. Praticamente uno stratagemma per tornare in possesso delle somme che il fratello non era in grado di ripianare. Antonio denunciò tutto alla Procura della Repubblica di Bari, che gli diede ragione, ma fuori tempo massimo, a quanto pare.
Nel frattempo la sua azienda è fallita, con un procedimento che è ancora in corso, durante il quale né il curatore fallimentare né il legale hanno denunciato in sede legale la truffa, per tentare di tornare in possesso della somma indebitamente sottratta.
Adesso però gli eredi, a un anno dalla morte di Antonio, chiedono quei 70mila euro rubati al povero congiunto, ma la banca, nel frattempo inglobata in UbiBanca, ritiene che il reato sia stato commesso da un altro istituto di credito e che in ogni caso sia passato troppo tempo.
Chissà che, almeno da morto, ad Antonio non sia riconosciuta la giustizia che non ha ricevuto da vivo.
Secondo quanto ricostruito dai giudici e raccontato da Telenorba, nel 1992 a De Renzo fu consigliato dalla sua banca, la CariPuglia, a sottoscrivere un mutuo da 200 milioni delle vecchie lire per un aumento di liquidità. La banca però, erogando la somma, inserì di propria iniziativa una postilla in cui era previsto un giroconto in favore del fratello, anch'egli commerciante ma in debito con CariPuglia, da 150 milioni di euro. Praticamente uno stratagemma per tornare in possesso delle somme che il fratello non era in grado di ripianare. Antonio denunciò tutto alla Procura della Repubblica di Bari, che gli diede ragione, ma fuori tempo massimo, a quanto pare.
Nel frattempo la sua azienda è fallita, con un procedimento che è ancora in corso, durante il quale né il curatore fallimentare né il legale hanno denunciato in sede legale la truffa, per tentare di tornare in possesso della somma indebitamente sottratta.
Adesso però gli eredi, a un anno dalla morte di Antonio, chiedono quei 70mila euro rubati al povero congiunto, ma la banca, nel frattempo inglobata in UbiBanca, ritiene che il reato sia stato commesso da un altro istituto di credito e che in ogni caso sia passato troppo tempo.
Chissà che, almeno da morto, ad Antonio non sia riconosciuta la giustizia che non ha ricevuto da vivo.