In un video la Via Crucis di Bitonto “narrata” da portatori, confratelli e consorelle
Sulle struggenti note dello Stabat Mater le arciconfraternite del S.S. Rosario e di S. M. del Suffragio insieme oltre lo stop ai riti per il Coronavirus
mercoledì 8 aprile 2020
10.17
Il blocco dei riti della Settimana Santa dovuti alla pandemia da Coronavirus che ha fermato la vita delle città in gran parte dei Paesi del Mondo è una ferita che la comunità religiosa di Bitonto non ha intenzione di subire passivamente. La dimostrazione arriva dall'Arciconfraternita del Santissimo Rosario e dall'Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio che, davanti al dolore causato da questo nemico invisibile e letale, hanno deciso di superare le distanze per donare alla comunità un momento di preghiera e riflessione incentrato sul percorso doloroso che ha condotto Gesù al Golgota. E per farlo hanno deciso di coinvolgere i portatori che conducono le sacre immagini delle processioni di Bitonto, insieme agli altri confratelli e consorelle, ma anche i laici animati dalla Fede - sotto il coordinamento di Domenico Frascella e col montaggio video di Francesco Paolo Bonasia - per recitare la Via Crucis sulle struggenti note dello Stabat Mater di Tommaso Traetta.
«La narrazione della Via Crucis, durante una pandemia dagli effetti devastanti e dall'epilogo lontano, ancorché nebuloso, al tempo e per mezzo dei social – è il commento di Chiara Cannito che ha curato la promozione dell'iniziativa - può apparire ardito. Eppure la narrazione di questa Via Crucis è un'azione di responsabilità. Per chi ha fede, certamente, ma anche per chi non crede, pregare o riflettere in maniera laica sulla Passione di Cristo è un modo di riflettere sulla "danza del mondo" che vede l'uomo a confronto con la sofferenza e con la propria esistenza continuamente riflessa allo specchio in tutta la sua fragilità. E allora questa Via crucis "narrata" da portatori, confratelli e consorelle, laici animati dalla fede, durante la Settimana Santa di questo 2020, prova a dare peso alla Parola attraverso le parole. Le stazioni raccontano di una salita, delle cadute, degli interrogativi, degli incontri, fino all'Incontro, quello con la morte, che attende ogni essere umano dal momento stesso in cui è messo al mondo. Tante le scene dei mondi personali di ognuno: stanze illuminate da luci fioche, libri, sepolcri domestici. Tutti però sono in contatto tra loro, in un unico nome, con quell'unico testo che viene recitato a più voci, sulle note dello Stabat mater di Tommaso Traetta e accompagnati dalle immagini dei simulacri portati in processione. Il peso specifico di ogni parola».
«Qualcuno – prosegue la Cannito - potrà accusare questa come ricerca, l'ennesima, di visibilità, di asservimento alla logica dei social, di incapacità di far proprio e intimo un momento di preghiera. A queste persone ribattiamo che la ritualità connessa alla celebrazione del proprio credo è farsi comunità, è preghiera corale, è mani giunte nell'invocazione, è sguardi rivolti all'unisono, è profumo di incenso, è persino brusio a volte scomposto di litanie che si accavallano perché ogni preghiera collettiva ha alle spalle tante suppliche personali, ognuna con una dose di fragilità e di paura. Ed è questo che manca quest'anno. Ed è a questo che si è provato a porre rimedio, con semplicità e discrezione. Il peso specifico di ogni azione. Entrando in contatto tra noi e in Lui vivremo anche questa Passione. Perché come ci ha ricordato il Papa "Nessuno si salva da solo"».
I lettori della Via Crucis in sequenza sono Gaetano Frascella, Giuseppe Carbone, Arcangelo Grumo, Domenico Ferrovecchio, Luca Laera, Chiara Cannito, Pierangela Muschitiello, Rossella Scaringella, Giovanna Muschitiello, Francesco Paolo Bonasia, Carmela Minenna, Domenico Frascella, Emanuele Lillo e Vincenzo Castro.
«La narrazione della Via Crucis, durante una pandemia dagli effetti devastanti e dall'epilogo lontano, ancorché nebuloso, al tempo e per mezzo dei social – è il commento di Chiara Cannito che ha curato la promozione dell'iniziativa - può apparire ardito. Eppure la narrazione di questa Via Crucis è un'azione di responsabilità. Per chi ha fede, certamente, ma anche per chi non crede, pregare o riflettere in maniera laica sulla Passione di Cristo è un modo di riflettere sulla "danza del mondo" che vede l'uomo a confronto con la sofferenza e con la propria esistenza continuamente riflessa allo specchio in tutta la sua fragilità. E allora questa Via crucis "narrata" da portatori, confratelli e consorelle, laici animati dalla fede, durante la Settimana Santa di questo 2020, prova a dare peso alla Parola attraverso le parole. Le stazioni raccontano di una salita, delle cadute, degli interrogativi, degli incontri, fino all'Incontro, quello con la morte, che attende ogni essere umano dal momento stesso in cui è messo al mondo. Tante le scene dei mondi personali di ognuno: stanze illuminate da luci fioche, libri, sepolcri domestici. Tutti però sono in contatto tra loro, in un unico nome, con quell'unico testo che viene recitato a più voci, sulle note dello Stabat mater di Tommaso Traetta e accompagnati dalle immagini dei simulacri portati in processione. Il peso specifico di ogni parola».
«Qualcuno – prosegue la Cannito - potrà accusare questa come ricerca, l'ennesima, di visibilità, di asservimento alla logica dei social, di incapacità di far proprio e intimo un momento di preghiera. A queste persone ribattiamo che la ritualità connessa alla celebrazione del proprio credo è farsi comunità, è preghiera corale, è mani giunte nell'invocazione, è sguardi rivolti all'unisono, è profumo di incenso, è persino brusio a volte scomposto di litanie che si accavallano perché ogni preghiera collettiva ha alle spalle tante suppliche personali, ognuna con una dose di fragilità e di paura. Ed è questo che manca quest'anno. Ed è a questo che si è provato a porre rimedio, con semplicità e discrezione. Il peso specifico di ogni azione. Entrando in contatto tra noi e in Lui vivremo anche questa Passione. Perché come ci ha ricordato il Papa "Nessuno si salva da solo"».
I lettori della Via Crucis in sequenza sono Gaetano Frascella, Giuseppe Carbone, Arcangelo Grumo, Domenico Ferrovecchio, Luca Laera, Chiara Cannito, Pierangela Muschitiello, Rossella Scaringella, Giovanna Muschitiello, Francesco Paolo Bonasia, Carmela Minenna, Domenico Frascella, Emanuele Lillo e Vincenzo Castro.