Integrazione diventa lavoro, l’esperienza del mastro pastaio Savino Maffei per il progetto “A mano libera”
L'azienda ha donato i macchinari per la preparazione della pasta
martedì 23 luglio 2019
11.10
Nella quieta contrada San Vittore di Andria sorge una masseria unica nel suo genere, che racconta storie di integrazione e rinascita, circondate dal profumo e dal calore della pasta appena fatta, rigorosamente a mano.
"A mano libera" è il nome del pastificio nato a maggio di quest'anno nei locali di questa masseria, e i protagonisti di questa storia sono detenuti ed ex detenuti impegnati in un percorso di riscatto grazie al progetto diocesano "Senza sbarre". Si tratta di un progetto di accoglienza che prende vita nei silenziosi campi in agro di Andria, con Castel del Monte all'orizzonte e intorno ben 10 ettari di campagna: la masseria è destinata all'accoglienza residenziale e semi-residenziale per persone detenute nella casa circondariale di Trani e nelle carceri di Puglia e di tutt'Italia, ammessi a programmi alternativi alla carcerazione.
Grazie all'impegno della Caritas Italiana, della Diocesi di Andria, dei volontari e delle aziende che sin dall'inizio hanno creduto in questa speciale iniziativa, l'obiettivo sarà quello di creare una impresa multiservizi con il cuore nella lavorazione della terra.
Il fondamentale punto di partenza di questa visione risiede nel pastificio "A mano libera", all'interno del quale sono coinvolti al momento 10 apprendisti dell'arte della pasta fatta a mano. È grazie alla generosità del Pastaio Maffei, storica azienda del settore con sede a Barletta, che ha donato i macchinari per la realizzazione della pasta, che oggi la masseria San Vittore si è già trasformata in un piccolo pastificio.
Oltre alle macchine c'è un dono ancora più prezioso, impossibile da quantificare: è l'esperienza del mastro pastaio Savino Maffei, che in masseria svolge il ruolo di tutor e segue passo dopo passo la formazione degli apprendisti, insegnando l'antica arte della pasta, con ricette, consigli e attenzione in ogni fase del processo produttivo.
«C'è in loro una grande volontà di uscire da questo mondo e correre verso una nuova libertà –racconta l'imprenditore Savino Maffei – sono davvero determinati ma hanno bisogno sempre dell'aiuto e dell'affiancamento di qualcuno, perché da soli sono come bambini: vanno tenuti per mano, e il nostro compito è quello di aiutarli a camminare verso un nuovo futuro, diverso da quello che conoscono». «Avere accanto a noi degli imprenditori che nella loro grande generosità mettono a disposizione tempo e risorse – riferisce don Riccardo Agresti, responsabile del progetto "Senza sbarre" - vuole dire che tutti insieme crediamo davvero nel riscatto e nel perdono».
Non solo un messaggio di bene, ma anche la reale costruzione di una seconda occasione per quanti nella loro vita hanno sbagliato, mettendo davvero un argine alla recidiva e insegnando la fatica di un mestiere che, se fatto col cuore, può donare speranza di un futuro migliore. Tra i 10 apprendisti che lavorano nel pastificio con la guida del maestro Maffei, uno di loro proseguirà il lavoro di pastaio anche dopo la conclusione della pena.
"A mano libera" è il nome del pastificio nato a maggio di quest'anno nei locali di questa masseria, e i protagonisti di questa storia sono detenuti ed ex detenuti impegnati in un percorso di riscatto grazie al progetto diocesano "Senza sbarre". Si tratta di un progetto di accoglienza che prende vita nei silenziosi campi in agro di Andria, con Castel del Monte all'orizzonte e intorno ben 10 ettari di campagna: la masseria è destinata all'accoglienza residenziale e semi-residenziale per persone detenute nella casa circondariale di Trani e nelle carceri di Puglia e di tutt'Italia, ammessi a programmi alternativi alla carcerazione.
Grazie all'impegno della Caritas Italiana, della Diocesi di Andria, dei volontari e delle aziende che sin dall'inizio hanno creduto in questa speciale iniziativa, l'obiettivo sarà quello di creare una impresa multiservizi con il cuore nella lavorazione della terra.
Il fondamentale punto di partenza di questa visione risiede nel pastificio "A mano libera", all'interno del quale sono coinvolti al momento 10 apprendisti dell'arte della pasta fatta a mano. È grazie alla generosità del Pastaio Maffei, storica azienda del settore con sede a Barletta, che ha donato i macchinari per la realizzazione della pasta, che oggi la masseria San Vittore si è già trasformata in un piccolo pastificio.
Oltre alle macchine c'è un dono ancora più prezioso, impossibile da quantificare: è l'esperienza del mastro pastaio Savino Maffei, che in masseria svolge il ruolo di tutor e segue passo dopo passo la formazione degli apprendisti, insegnando l'antica arte della pasta, con ricette, consigli e attenzione in ogni fase del processo produttivo.
«C'è in loro una grande volontà di uscire da questo mondo e correre verso una nuova libertà –racconta l'imprenditore Savino Maffei – sono davvero determinati ma hanno bisogno sempre dell'aiuto e dell'affiancamento di qualcuno, perché da soli sono come bambini: vanno tenuti per mano, e il nostro compito è quello di aiutarli a camminare verso un nuovo futuro, diverso da quello che conoscono». «Avere accanto a noi degli imprenditori che nella loro grande generosità mettono a disposizione tempo e risorse – riferisce don Riccardo Agresti, responsabile del progetto "Senza sbarre" - vuole dire che tutti insieme crediamo davvero nel riscatto e nel perdono».
Non solo un messaggio di bene, ma anche la reale costruzione di una seconda occasione per quanti nella loro vita hanno sbagliato, mettendo davvero un argine alla recidiva e insegnando la fatica di un mestiere che, se fatto col cuore, può donare speranza di un futuro migliore. Tra i 10 apprendisti che lavorano nel pastificio con la guida del maestro Maffei, uno di loro proseguirà il lavoro di pastaio anche dopo la conclusione della pena.