L'artista bitontino Vito Cotugno in mostra in Piemonte con la raccolta 'Angeli'

Ieri il vernissage. Le opere saranno esposte fino al 18 agosto

venerdì 21 luglio 2017 18.48
La tensione dinamica e la resa anatomica di Durer, il chiaroscuro drammatico di Rembrandt, la minuzia del dettaglio e la precisa resa psicologica di Holbein. Sono questi alcuni degli aspetti dell'arte rappresentativa di Vito Cotugno, poliedrico artista bitontino che da ieri ha aperto la sua nuova mostra a Serole, in Piemonte, dal titolo "Angeli".
Si tratta di una raccolta di opere di medio-grandi dimensioni realizzate con tecnica mista e completate dall'artista tra il 2015 e il 2017 che si ispirano a episodi biblici nei quali sono centrali le figure di angeli e arcangeli. Le visionarie scelte tematiche e gli scenari che prendono vita dal profondo della nostra memoria creando nello spettatore emozioni intense rendono vive e vibranti le sue opere.
Cotugno, nato a Bitonto nel 1957 si è formato al liceo artistico statale e all'Accademia di Belle Arti di Bari, dove è diventato docente di Grafica d'Arte e Tecniche dell'Incisione.
Impressionante il suo curriculum: ha partecipato a rassegne in Italia, Francia, Repubblica Slovacca, Spagna, ottenendo premi di rilievo, tra cui la targa al Premio Buonarroti a Firenze, la medaglia al VI Salon de Invierno di Barcellona, iI Premio al Concorso Piccolo Formato Accademia S. Rita di Torino, il Gran Premio Elite Accademia internazionale «Gli Etruschi» di Grosseto, il Premio al Salon d'Art Mediterranee 2004 la Galerie Le Patio a Mandelieu Cannes, France e il Premio Roma Città Santa Accademia Internazionale Dei Dioscuri a Roma.
La mostra ideata e creata da Sandra Di Coste e Paolo La Farina, è stata organizzata dall'associazione culturale Orizzonte di Roma e da Casa Grassi Serole in collaborazione con il Comune di Serole.
Le opere – esposte fino al 18 agosto nell'Oratorio dell'Ex Confraternita di San Bernardino a Serole – sono state anche raccolte in un catalogo, pubblicato da Orizzonte degli Eventi Editore e arricchito da un intervento critico di Mariano Apa.