L'associazione Volontari Polizia Locale risponde a BitontoViva sulla somiglianza di nomi e divise a quelle dei Vigili urbani
«Livree e grafiche sono diverse: non vogliamo confonderci con le Forze dell'Ordine»
giovedì 28 febbraio 2019
11.22
Arrivano dall'associazione Volontari Polizia Locale, che ha sede a Bitonto, alcune precisazioni sull'articolo pubblicato da BitontoViva lo scorso 23 gennaio sull'eccessiva somiglianza delle loro divise con quelle indossate dai vigili urbani.
Per completezza, si riporta integralmente il contenuto della nota a firma del presidente dell'associazione, Giuseppe Leone:
«In riferimento all'articolo pubblicato su questa testata il 23 gennaio 2019 con il titolo "Nome e divise troppo simili ai Vigili Urbani: Bitonto off limits per l'associazione di volontari", vorremmo fare alcune precisazioni su alcuni aspetti che potrebbero ingenerare confusione nel pubblico dei lettori.
L'autore dell'articolo esordisce affermando che gli appartenenti all'associazione bitontina "Corpo Volontari Polizia Locale" indossano divise del tutto simili a quelle dei Vigili Urbani, utilizzano gli stessi colori e le stesse grafiche, mentre le livree dei veicoli sarebbero quasi identiche a quelle della Polizia Municipale.
Facciamo però notare, come emerge dal raffronto tra gli indumenti dei volontari raffigurati nella prima foto allegata all'articolo, in cui si vede finanche un'associata che indossa jeans neri e scarpe in tela, e le uniformi in dotazione alla polizia locale, completamente distinte per "grafiche", colori, foggia, composizione e caratteristiche, così come dettagliatamente descritte nell'allegato B al Regolamento Regionale Puglia 11 aprile 2017, n. 11, avente ad oggetto le "Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale".
Sarà sufficiente dare uno sguardo alle illustrazioni riportate nel richiamato regolamento per escludere che la livrea del pulmino in uso all'associazione possa confondersi con quella dei mezzi in dotazione alla polizia locale.
Anche ai più distratti non sfuggirà che sul pulmino e sugli indumenti in uso agli associati è ben visibile con caratteri a stampatello la denominazione dell'associazione di volontariato, così escludendosi ogni possibilità di fraintendimento, come oltretutto dimostra la collaborazione autorevolmente richiesta al "Corpo Volontari Polizia Locale" da parte dei Comandanti della Polizia Locale dei Comuni di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Vorremmo inoltre chiarire che è imprecisa anche l'affermazione secondo cui i volontari parteciperebbero alle iniziative pubbliche dei comuni vicini "talvolta brandendo anche minacciosi taccuini e presidiando zone nevralgiche delle manifestazioni" sia perchè si tratta soltanto di un semplice tablet con cui messaggiamo con i volontari, sia perchè si sottintende – senza dirlo, ma ingenerando nel lettore l'idea – che i volontari si vogliano confondere con le forze dell'ordine, dando l'impressione di essere investiti di poteri autoritativi sulla collettività ad essi non spettanti. Ne emerge un'immagine dell'associazione e degli associati totalmente distorta, specie ove si consideri che i sottintesi si ricollegano alle affermazioni sull'utilizzo di divise, livree, colori e grafiche del tutto simili o identiche a quelle della Polizia Locale e al rischio per i volontari di incorrere nella responsabilità penale per violazione dell'art. 497 ter "del Codice di procedura Penale" e dell'art. 498 "dello stesso codice".
Avremmo apprezzato un maggiore approfondimento sull'associazione, sulle sue finalità e sulle norme che disciplinano le "Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale". Sarebbe stato sufficiente contattare lo scrivente per chiarire ogni dubbio, evitando fraintendimenti che danneggiano l'immagine dell'associazione. Anche perchè lo stesso Comandante della Polizia Municipale di Bitonto si è limitato a richiamare le norme di riferimento e ad assicurarne il rispetto, come è nel suo dovere, senza entrare nel merito e nello specifico delle caratteristiche estetiche delle uniformi o delle condotte degli appartenenti al Corpo dei Volontari presi di mira dal giornalista. Tanto più che sia la Prefettura di Bari che la Questura non hanno obiettato sulla costituzione dell'associazione e la stessa non ha ricevuto da nessun ufficio alcuna lamentela scritta».
Per completezza, si riporta integralmente il contenuto della nota a firma del presidente dell'associazione, Giuseppe Leone:
«In riferimento all'articolo pubblicato su questa testata il 23 gennaio 2019 con il titolo "Nome e divise troppo simili ai Vigili Urbani: Bitonto off limits per l'associazione di volontari", vorremmo fare alcune precisazioni su alcuni aspetti che potrebbero ingenerare confusione nel pubblico dei lettori.
L'autore dell'articolo esordisce affermando che gli appartenenti all'associazione bitontina "Corpo Volontari Polizia Locale" indossano divise del tutto simili a quelle dei Vigili Urbani, utilizzano gli stessi colori e le stesse grafiche, mentre le livree dei veicoli sarebbero quasi identiche a quelle della Polizia Municipale.
Facciamo però notare, come emerge dal raffronto tra gli indumenti dei volontari raffigurati nella prima foto allegata all'articolo, in cui si vede finanche un'associata che indossa jeans neri e scarpe in tela, e le uniformi in dotazione alla polizia locale, completamente distinte per "grafiche", colori, foggia, composizione e caratteristiche, così come dettagliatamente descritte nell'allegato B al Regolamento Regionale Puglia 11 aprile 2017, n. 11, avente ad oggetto le "Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale".
Sarà sufficiente dare uno sguardo alle illustrazioni riportate nel richiamato regolamento per escludere che la livrea del pulmino in uso all'associazione possa confondersi con quella dei mezzi in dotazione alla polizia locale.
Anche ai più distratti non sfuggirà che sul pulmino e sugli indumenti in uso agli associati è ben visibile con caratteri a stampatello la denominazione dell'associazione di volontariato, così escludendosi ogni possibilità di fraintendimento, come oltretutto dimostra la collaborazione autorevolmente richiesta al "Corpo Volontari Polizia Locale" da parte dei Comandanti della Polizia Locale dei Comuni di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.
Vorremmo inoltre chiarire che è imprecisa anche l'affermazione secondo cui i volontari parteciperebbero alle iniziative pubbliche dei comuni vicini "talvolta brandendo anche minacciosi taccuini e presidiando zone nevralgiche delle manifestazioni" sia perchè si tratta soltanto di un semplice tablet con cui messaggiamo con i volontari, sia perchè si sottintende – senza dirlo, ma ingenerando nel lettore l'idea – che i volontari si vogliano confondere con le forze dell'ordine, dando l'impressione di essere investiti di poteri autoritativi sulla collettività ad essi non spettanti. Ne emerge un'immagine dell'associazione e degli associati totalmente distorta, specie ove si consideri che i sottintesi si ricollegano alle affermazioni sull'utilizzo di divise, livree, colori e grafiche del tutto simili o identiche a quelle della Polizia Locale e al rischio per i volontari di incorrere nella responsabilità penale per violazione dell'art. 497 ter "del Codice di procedura Penale" e dell'art. 498 "dello stesso codice".
Avremmo apprezzato un maggiore approfondimento sull'associazione, sulle sue finalità e sulle norme che disciplinano le "Caratteristiche delle uniformi, dei distintivi di grado, dei mezzi e degli strumenti in dotazione alla polizia locale". Sarebbe stato sufficiente contattare lo scrivente per chiarire ogni dubbio, evitando fraintendimenti che danneggiano l'immagine dell'associazione. Anche perchè lo stesso Comandante della Polizia Municipale di Bitonto si è limitato a richiamare le norme di riferimento e ad assicurarne il rispetto, come è nel suo dovere, senza entrare nel merito e nello specifico delle caratteristiche estetiche delle uniformi o delle condotte degli appartenenti al Corpo dei Volontari presi di mira dal giornalista. Tanto più che sia la Prefettura di Bari che la Questura non hanno obiettato sulla costituzione dell'associazione e la stessa non ha ricevuto da nessun ufficio alcuna lamentela scritta».