L'ex mobilificio Diviania di Bitonto è una discarica
Centinaia di metri quadri di rifiuti, materiali di risulta, amianto e ingombranti
martedì 30 luglio 2019
9.35
Una scia di rifiuti tanto estesa da essere visibile anche dal satellite. È la situazione in cui versa la strada di raccordo fra via Modugno e la Strada Provinciale 231, a Bitonto, un tempo sede del mobilificio Divania, ma che, dopo il suo crack, è diventata una vera e propria discarica a cielo aperto.
Col passare degli anni i campioni della sporcaccioneria locale hanno infatti abbandonato nella traversa ogni tipo di materiale, dalla comune immondizia, agli ingombranti, dal materiale di risulta ai sempre attuali pneumatici, senza dimenticare rifiuti tossici e pericolosi come le vernici e l'amianto. Agevolati dal buio che avvolge la strada nelle ore serali per la mancanza di pubblica illuminazione e certi di non imbattersi in occhi indiscreti, visto lo stato di abbandono completo del rudere dell'ex mobilificio, gli scaricatori seriali di sporcizia hanno riempito la zona dei loro carichi di immondizia e stupidità: circa l'80% dei materiali accatastati, infatti, poteva essere affidata gratuitamente agli operatori dell'ASV, distanti dalla discarica solo poche centinaia di metri.
La situazione è stata denunciata da tempo in realtà - almeno un anno - da quando cioè i volontari dei Servizi Ausiliari Sicurezza & Safety avevano documentato, con foto e video, lo stato di degrado in cui versa la zona.
Non va meglio nemmeno alla sede dell'ex mobilificio, letteralmente spogliata dai ladri di qualsiasi oggetto potesse loro tornare utile, a partire dai materiali ferrosi.
Mentre il processo giudiziario in corso tra i titolari dell'azienda e i dirigenti dell'Unicredit accusati di averli raggirati è ancora lungi dal vedere una conclusione, all'orizzonte sembra profilarsi una lunga e complessa situazione di degrado per l'intera zona.
Col passare degli anni i campioni della sporcaccioneria locale hanno infatti abbandonato nella traversa ogni tipo di materiale, dalla comune immondizia, agli ingombranti, dal materiale di risulta ai sempre attuali pneumatici, senza dimenticare rifiuti tossici e pericolosi come le vernici e l'amianto. Agevolati dal buio che avvolge la strada nelle ore serali per la mancanza di pubblica illuminazione e certi di non imbattersi in occhi indiscreti, visto lo stato di abbandono completo del rudere dell'ex mobilificio, gli scaricatori seriali di sporcizia hanno riempito la zona dei loro carichi di immondizia e stupidità: circa l'80% dei materiali accatastati, infatti, poteva essere affidata gratuitamente agli operatori dell'ASV, distanti dalla discarica solo poche centinaia di metri.
La situazione è stata denunciata da tempo in realtà - almeno un anno - da quando cioè i volontari dei Servizi Ausiliari Sicurezza & Safety avevano documentato, con foto e video, lo stato di degrado in cui versa la zona.
Non va meglio nemmeno alla sede dell'ex mobilificio, letteralmente spogliata dai ladri di qualsiasi oggetto potesse loro tornare utile, a partire dai materiali ferrosi.
Mentre il processo giudiziario in corso tra i titolari dell'azienda e i dirigenti dell'Unicredit accusati di averli raggirati è ancora lungi dal vedere una conclusione, all'orizzonte sembra profilarsi una lunga e complessa situazione di degrado per l'intera zona.