La bitontina Simona De Santis nell'équipe medica che ha rimosso il tumore al cervello di un 12enne
Al Policlinico di Bari la riuscita operazione di "awake surgery"
giovedì 11 agosto 2022
15.01
È bitontina la neuropsicologa del équipe medica che si è occupata di rimuovere un tumore al cervello della grandezza di una pallina da ping pong ad un 12enne. L'intervento è avvenuto al Policlinico di Bari e l'innovativa procedura adottata è quella del awake surgery, ossia un'operazione di neurochirurgia effettuata con anestesia locale. Il paziente, dunque, resta vigile e collaborativo.
In sala operatoria, il 12enne ha risposto con precisione alle domande rivoltegli dalla dottoressa bitontina De Santis, mentre i neurochirurghi gli asportavano la neoplasia. «Due episodi di blocco della parola ("speech arrest"), e la localizzazione della lesione nei pressi dell'area del cervello che controlla la produzione del linguaggio, ci hanno fatto propendere per l'esecuzione dell'intervento di resezione della massa neoplastica da sveglio», spiega il direttore dell'unità operativa di Neurochirurgia universitaria prof. Francesco Signorelli.
«Eseguiamo di frequente questi interventi sugli adulti – prosegue – I benefici associati a questo tipo di procedura sono molteplici tra cui la massima preservazione della funzionalità della parte sana del cervello durante l'asportazione radicale della neoplasia. I rischi invece, in questo caso, erano strettamente legati alla giovane età del paziente ed all'iniziale incognita riguardo il suo grado di cooperazione alla procedura».
L'insolita proposta di effettuare l'intervento da sveglio è stata prima discussa dall'équipe multidisciplinare di Neuro-Oncologia Pediatrica, coordinata dalla dottoressa Teresa Perillo, con il ragazzo e la sua famiglia. Poi il team medico ha provveduto all'asportazione della lesione cerebrale con un'operazione durata circa cinque ore. Oltre il già citato prof. Signorelli, hanno fornito il proprio supporto professionale anche la dottoressa Raffaella Messina, gli anestesisti dedicati per le procedure pediatriche e per l'awake surgery, le dottoresse Riefolo, Paganetti e Camero e la neuropsicologa Simona De Santis.
«La neurochirurgia è una eccellenza del Policlinico di Bari. Negli ultimi anni l'equipe del prof. Signorelli è stata completata con neurochirurghi con esperienza pediatrica e sono in costante crescita le procedure eseguite sui bambini. Nel 2021 abbiamo evitato a 50 famiglie di dover andare fuori dalla Puglia per eseguire un intervento neurochirurgico che interessava i loro figli. Solo in un grande ospedale multispecialistico e con equipe di grande esperienza è possibile conseguire questi risultati», evidenzia il direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore.
Il piccolo paziente è arrivato all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII e poi è stato trasferito e ricoverato presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari, diretto dal Dott. Nicola Santoro. Per la preparazione ha eseguito una settimana di training neuropsicologico al termine del quale si è dimostrato perfettamente capace di svolgere tutti i compiti che gli sarebbero stati riproposti durante l'intervento chirurgico. Dopo una iniziale fase di sedazione in sala operatoria, il ragazzo è stato svegliato e guidato nell'esecuzione dei diversi compiti di denominazione, lettura e comprensione del linguaggio, gli stessi proposti durante il training preoperatorio, e ha completato tutte le fasi senza alcuna esitazione.
In sala operatoria, il 12enne ha risposto con precisione alle domande rivoltegli dalla dottoressa bitontina De Santis, mentre i neurochirurghi gli asportavano la neoplasia. «Due episodi di blocco della parola ("speech arrest"), e la localizzazione della lesione nei pressi dell'area del cervello che controlla la produzione del linguaggio, ci hanno fatto propendere per l'esecuzione dell'intervento di resezione della massa neoplastica da sveglio», spiega il direttore dell'unità operativa di Neurochirurgia universitaria prof. Francesco Signorelli.
«Eseguiamo di frequente questi interventi sugli adulti – prosegue – I benefici associati a questo tipo di procedura sono molteplici tra cui la massima preservazione della funzionalità della parte sana del cervello durante l'asportazione radicale della neoplasia. I rischi invece, in questo caso, erano strettamente legati alla giovane età del paziente ed all'iniziale incognita riguardo il suo grado di cooperazione alla procedura».
L'insolita proposta di effettuare l'intervento da sveglio è stata prima discussa dall'équipe multidisciplinare di Neuro-Oncologia Pediatrica, coordinata dalla dottoressa Teresa Perillo, con il ragazzo e la sua famiglia. Poi il team medico ha provveduto all'asportazione della lesione cerebrale con un'operazione durata circa cinque ore. Oltre il già citato prof. Signorelli, hanno fornito il proprio supporto professionale anche la dottoressa Raffaella Messina, gli anestesisti dedicati per le procedure pediatriche e per l'awake surgery, le dottoresse Riefolo, Paganetti e Camero e la neuropsicologa Simona De Santis.
«La neurochirurgia è una eccellenza del Policlinico di Bari. Negli ultimi anni l'equipe del prof. Signorelli è stata completata con neurochirurghi con esperienza pediatrica e sono in costante crescita le procedure eseguite sui bambini. Nel 2021 abbiamo evitato a 50 famiglie di dover andare fuori dalla Puglia per eseguire un intervento neurochirurgico che interessava i loro figli. Solo in un grande ospedale multispecialistico e con equipe di grande esperienza è possibile conseguire questi risultati», evidenzia il direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore.
Il piccolo paziente è arrivato all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII e poi è stato trasferito e ricoverato presso il reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico di Bari, diretto dal Dott. Nicola Santoro. Per la preparazione ha eseguito una settimana di training neuropsicologico al termine del quale si è dimostrato perfettamente capace di svolgere tutti i compiti che gli sarebbero stati riproposti durante l'intervento chirurgico. Dopo una iniziale fase di sedazione in sala operatoria, il ragazzo è stato svegliato e guidato nell'esecuzione dei diversi compiti di denominazione, lettura e comprensione del linguaggio, gli stessi proposti durante il training preoperatorio, e ha completato tutte le fasi senza alcuna esitazione.