La Commedia degli Equivoci in scena al Traetta
Lo spettacolo dei Fatti d'Arte chiude la Settimana Shakespeariana
domenica 30 aprile 2017
10.01
Leggera, spassosa, frizzante. La Commedia degli Equivoci, una delle prime e più riuscite prove comiche di William Shakespeare, scritta e rappresentata per la prima volta non più tardi del 1594, va in scena a Bitonto, nella cornice sempre evocativa del Teatro Traetta, per chiudere in bellezza la Settimana Shakespeariana, organizzata dal 24 al 30 aprile 2017. I Fatti d'Arte, con la regia di Raffaele Romita, rileggono la commedia del grande drammaturgo inglese rispettando l'impostazione originale ed esaltandone la comicità, dai toni classici ma sempre attuali e spassosi.
Il tema è quello, classico per l'appunto, del "doppio": due coppie di gemelli (due giovani padroni con i rispettivi servi) vengono separate in tenerissima età, per poi riunirsi fortuitamente nella città di Efeso. Prima della tanto agognata agnizione, che fin dal modello plautino costituisce la chiusura tipica di questo genere di commedia, la presenza di queste due coppie di gemelli darà luogo a una serie di equivoci, incomprensioni e scambi di persona. Dall'ingenua inconsapevolezza dei personaggi, che si ritrovano sballottati in un vortice di fatti apparentemente inspiegabili, e dalla parallela conoscenza, da parte del pubblico, di dettagli e retroscena da essi ignorati, nasce un effetto di sicura e limpida comicità, esaltato da giochi verbali, doppi sensi e altri espedienti, testimonianza di grande inventiva verbale.
Lo spettacolo costituisce il fulcro di un calendario di appuntamenti che hanno animato locali e strade del centro storico, e che termina oggi, con la replica della Commedia degli equivoci alle 18.00 al Teatro Traetta. Il festival, giunto quest'anno alla quinta edizione, si prefigge l'obiettivo di riproporre e riattualizzare le opere di Shakespeare, rendendole note a un pubblico sempre più vasto e vario. Il festival è stato organizzato con il sostegno del Comune di Bitonto, e inserito nella Rete "Bitonto – La città dei festival", e con la collaborazione della cooperativa Ulixes, della cooperativa Argo, della Fondazione Santi Medici, della Libreria del Teatro e dell'IPSIA "Archimede" di Barletta che ha curato, quest'anno, la realizzazione dei costumi. Una bella occasione per rileggere opere di un tempo antico, ma che da quel tempo ancora riescono a parlare, a far ridere, a far emozionare. Perché, come scrive Calvino, in fondo è classico tutto ciò che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
Il tema è quello, classico per l'appunto, del "doppio": due coppie di gemelli (due giovani padroni con i rispettivi servi) vengono separate in tenerissima età, per poi riunirsi fortuitamente nella città di Efeso. Prima della tanto agognata agnizione, che fin dal modello plautino costituisce la chiusura tipica di questo genere di commedia, la presenza di queste due coppie di gemelli darà luogo a una serie di equivoci, incomprensioni e scambi di persona. Dall'ingenua inconsapevolezza dei personaggi, che si ritrovano sballottati in un vortice di fatti apparentemente inspiegabili, e dalla parallela conoscenza, da parte del pubblico, di dettagli e retroscena da essi ignorati, nasce un effetto di sicura e limpida comicità, esaltato da giochi verbali, doppi sensi e altri espedienti, testimonianza di grande inventiva verbale.
Lo spettacolo costituisce il fulcro di un calendario di appuntamenti che hanno animato locali e strade del centro storico, e che termina oggi, con la replica della Commedia degli equivoci alle 18.00 al Teatro Traetta. Il festival, giunto quest'anno alla quinta edizione, si prefigge l'obiettivo di riproporre e riattualizzare le opere di Shakespeare, rendendole note a un pubblico sempre più vasto e vario. Il festival è stato organizzato con il sostegno del Comune di Bitonto, e inserito nella Rete "Bitonto – La città dei festival", e con la collaborazione della cooperativa Ulixes, della cooperativa Argo, della Fondazione Santi Medici, della Libreria del Teatro e dell'IPSIA "Archimede" di Barletta che ha curato, quest'anno, la realizzazione dei costumi. Una bella occasione per rileggere opere di un tempo antico, ma che da quel tempo ancora riescono a parlare, a far ridere, a far emozionare. Perché, come scrive Calvino, in fondo è classico tutto ciò che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.