"Levante": chieste 19 condanne: ci sono anche Giordano e Sicolo
I pm hanno chiesto 11 anni e 10 mesi per Sicolo e 10 per Giordano. Altri, tra cui Noviello, hanno chiesto di patteggiare
venerdì 17 giugno 2022
10.00
Diciannove richieste di rito abbreviato e ventotto imputati rinviati a giudizio. È questo l'esito dell'udienza preliminare - a tenerla, nell'aula bunker di Bitonto, è stato il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Ilaria Casu - scaturita dall'operazione "Levante" sul presunto riciclaggio, anche oltre confine, di denaro derivante da attività illecite, di evasione fiscale e frode nelle forniture di carburante.
Tra i ventotto rinviati a giudizio spiccano i nomi degli avvocati baresi Massimo Roberto Chiusolo, Fabio Mesto e Pierdomenico Bisceglie, interdetti per un anno dalla professione per quattro episodi di trasferimento fraudolento di valori. Per loro il processo inizierà il 20 settembre.
Nel procedimento sono coinvolti anche un commercialista, Francesco Paolo Noviello, diversi imprenditori, tra cui Francesco Giordano, oltre a esponenti del clan mafioso Parisi, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all'autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di stupefacenti e alla detenzione illegale di armi.
Complessivamente gli imputati per i quali la Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto il rinvio a giudizio erano 79. Per i diciannove che hanno scelto il rito abbreviato, tra i quali Emanuele Sicolo, ritenuto nell'orbita del clan Parisi di Bari, e Antonio Paolo Zefferino e Luigi Spinelli, ritenuti ai vertici del presunto sistema illecito ideato dall'imprenditore di Bitonto, Giordano, figura chiave dell'inchiesta i pubblici ministeri hanno chiesto condanne tra i 20 e i 2 anni di reclusione (20 anni per Zefferino, 18 anni e 4 mesi per Spinelli, 11 anni e 10 mesi per Sicolo, 10 anni per Giordano).
Altri 33 imputati, tra cui Noviello, hanno chiesto di patteggiare pene comprese tra i 4 anni e i 22 mesi di reclusione. Nel processo, infine, si sono costituiti parte civile il Ministero dell'Economia e delle Finanze e l'Agenzia delle Entrate.
L'inchiesta, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Guardia di Finanza, lo scorso 15 febbraio, ha portato all'esecuzione di 75 misure cautelari, tra arresti (14 in carcere e 45 ai domiciliari), obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria (14) e misure interdittive (2).
L'indagine, diretta dai pubblici ministeri Fabio Buquicchio e Bruna Manganelli, che ha permesso di sgominare due differenti gruppi criminali e di riportare dietro le sbarre Sicolo, a cui a inizio del mese sono stati definitivamente confiscati beni per oltre un milione di euro, ha consentito di descrivere la figura di Giordano.
L'uomo, operante nel settore della somministrazione di manodopera alle aziende per la lavorazione delle carni, era «al centro di una complessa organizzazione di mezzi e persone» che nel corso degli anni, attraverso una rete di società e prestanome, sarebbe riuscito a «conseguire un risparmio di spesa, con corrispondente danno erariale, per circa 31 milioni di euro, che "drenava" in parte, così oscurandone la provenienza delittuosa, facendo affluire denaro nelle casse di altre società riconducibili al sodalizio criminale, dietro lo schermo di false transazioni commerciali».
I proventi così illecitamente realizzati - gli inquirenti hanno accertato un volume di affari illecito pari a 170 milioni di euro - sarebbero, quindi, stati reimmessi nel circuito economico con numerose operazioni di riciclaggio attraverso un sistema di aziende consorziate, società cartiere e frodi di natura fiscale nel settore della commercializzazione di carne e idrocarburi, con la complicità di professionisti compiacenti.
Proprio nella fase della "monetizzazione" dei proventi illeciti, sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi "fiduciari" con cui drenare le provviste illecitamente conseguite dal sodalizio per il successivo reinvestimento anche nel narcotraffico.
L'altro gruppo criminale, invece, di carattere transnazionale, era attivo nell'illecita commercializzazione di oli lubrificanti, in evasione delle accise dovute all'erario.
Tra i ventotto rinviati a giudizio spiccano i nomi degli avvocati baresi Massimo Roberto Chiusolo, Fabio Mesto e Pierdomenico Bisceglie, interdetti per un anno dalla professione per quattro episodi di trasferimento fraudolento di valori. Per loro il processo inizierà il 20 settembre.
Nel procedimento sono coinvolti anche un commercialista, Francesco Paolo Noviello, diversi imprenditori, tra cui Francesco Giordano, oltre a esponenti del clan mafioso Parisi, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, aggravata dalla transnazionalità, finalizzata alle frodi fiscali, al riciclaggio e all'autoriciclaggio dei relativi proventi nonché al trasferimento fraudolento di valori, al contrabbando di prodotti energetici, alle estorsioni, al traffico di stupefacenti e alla detenzione illegale di armi.
Complessivamente gli imputati per i quali la Direzione Distrettuale Antimafia aveva chiesto il rinvio a giudizio erano 79. Per i diciannove che hanno scelto il rito abbreviato, tra i quali Emanuele Sicolo, ritenuto nell'orbita del clan Parisi di Bari, e Antonio Paolo Zefferino e Luigi Spinelli, ritenuti ai vertici del presunto sistema illecito ideato dall'imprenditore di Bitonto, Giordano, figura chiave dell'inchiesta i pubblici ministeri hanno chiesto condanne tra i 20 e i 2 anni di reclusione (20 anni per Zefferino, 18 anni e 4 mesi per Spinelli, 11 anni e 10 mesi per Sicolo, 10 anni per Giordano).
Altri 33 imputati, tra cui Noviello, hanno chiesto di patteggiare pene comprese tra i 4 anni e i 22 mesi di reclusione. Nel processo, infine, si sono costituiti parte civile il Ministero dell'Economia e delle Finanze e l'Agenzia delle Entrate.
L'inchiesta, condotta dalla Direzione Investigativa Antimafia e dalla Guardia di Finanza, lo scorso 15 febbraio, ha portato all'esecuzione di 75 misure cautelari, tra arresti (14 in carcere e 45 ai domiciliari), obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria (14) e misure interdittive (2).
L'indagine, diretta dai pubblici ministeri Fabio Buquicchio e Bruna Manganelli, che ha permesso di sgominare due differenti gruppi criminali e di riportare dietro le sbarre Sicolo, a cui a inizio del mese sono stati definitivamente confiscati beni per oltre un milione di euro, ha consentito di descrivere la figura di Giordano.
L'uomo, operante nel settore della somministrazione di manodopera alle aziende per la lavorazione delle carni, era «al centro di una complessa organizzazione di mezzi e persone» che nel corso degli anni, attraverso una rete di società e prestanome, sarebbe riuscito a «conseguire un risparmio di spesa, con corrispondente danno erariale, per circa 31 milioni di euro, che "drenava" in parte, così oscurandone la provenienza delittuosa, facendo affluire denaro nelle casse di altre società riconducibili al sodalizio criminale, dietro lo schermo di false transazioni commerciali».
I proventi così illecitamente realizzati - gli inquirenti hanno accertato un volume di affari illecito pari a 170 milioni di euro - sarebbero, quindi, stati reimmessi nel circuito economico con numerose operazioni di riciclaggio attraverso un sistema di aziende consorziate, società cartiere e frodi di natura fiscale nel settore della commercializzazione di carne e idrocarburi, con la complicità di professionisti compiacenti.
Proprio nella fase della "monetizzazione" dei proventi illeciti, sarebbe emerso il coinvolgimento della criminalità organizzata barese, in grado di reclutare numerosissimi "fiduciari" con cui drenare le provviste illecitamente conseguite dal sodalizio per il successivo reinvestimento anche nel narcotraffico.
L'altro gruppo criminale, invece, di carattere transnazionale, era attivo nell'illecita commercializzazione di oli lubrificanti, in evasione delle accise dovute all'erario.