Malo et Malo arriva a Bitonto
Lo spettacolo andrà in scena domani sera al Traetta
giovedì 23 marzo 2017
13.47
Uno spettacolo all'insegna della sperimentazione, del coraggio, della volontà di rivisitare un classico intramontabile, l'Amleto di Shakespeare, in chiave post – moderna, nato dall'urgenza di mostrare a viso aperto tutto il male che c'è, e che sempre ci sarà, poiché causato dall'uomo.
Queste le intenzioni insite in Malo et Malo. Essere o non essere…oltre il silenzio presentato ieri sera presso il Salotto Letterario Centro studi G. Degennaro alla presenza del regista Giordano Cozzoli, di Elio Maldera, rappresentante della produzione My AlterEgo di Bari, e di alcuni membri del cast, Ivan Dell'Edera, Caterina Firinu e Dario Diana. Lo spettacolo in prosa verrà rappresentato domani, 24 marzo, al Teatro Traetta, alle 21.00.
Il punto di forza di questa inedita versione dell'Amleto è l'abile mescolanza di presente e passato, di un linguaggio d'epoca inframmezzato dalla musica moderna. Ed è proprio questa commistione a rappresentare la continuità della condizione umana, con le sue brame nascoste, le voglie, le fragilità, le violenze che la conservano sempre uguale a se stessa, nonostante i mutamenti e le distanze imposte dal corso della storia. Distanze che si annullano, perché l'umanità è sempre e solo una.
Fondamentale è il ruolo assunto dalle donne. Non più marginali, non solo riflesso di ciò che accade loro attorno, le donne assumono una fisionomia moderna, assente nell'opera originale di Shakespeare, e si fanno portatrici di un'emancipazione quanto mai attuale, si mettono in discussione. Allo stesso modo, vien meno la centralità assoluta del ruolo di Amleto, per lasciare che ciascun personaggio si apra e assuma una forma propria, occupi uno spazio suo soltanto.
L'azzeramento delle distanze tra passato e presente, e tra realtà e finzione, è reso ancora più efficace grazie all'utilizzo di false quinte, che rendono quindi visibile allo spettatore anche il backstage e spezzano il ritmo di quanto avviene in scena, conferendo allo spettacolo una fisionomia quasi cinematografica.
Lo spettatore attento saprà cogliere la presenza dei pilastri fondamentali dell'umanità positiva, pur messi in secondo piano per assecondare l'urgenza primaria dello spettacolo: portare in scena tutte le brutture di cui il genere umano è capace di macchiarsi in ogni momento della propria storia. Intenzione evidente già nel titolo latino, che indica in effetti un condensarsi e un accentuarsi del male. Del resto, per chi non l'avesse inteso, Malo et Malo nasconde l'anagramma di Amleto.
Queste le intenzioni insite in Malo et Malo. Essere o non essere…oltre il silenzio presentato ieri sera presso il Salotto Letterario Centro studi G. Degennaro alla presenza del regista Giordano Cozzoli, di Elio Maldera, rappresentante della produzione My AlterEgo di Bari, e di alcuni membri del cast, Ivan Dell'Edera, Caterina Firinu e Dario Diana. Lo spettacolo in prosa verrà rappresentato domani, 24 marzo, al Teatro Traetta, alle 21.00.
Il punto di forza di questa inedita versione dell'Amleto è l'abile mescolanza di presente e passato, di un linguaggio d'epoca inframmezzato dalla musica moderna. Ed è proprio questa commistione a rappresentare la continuità della condizione umana, con le sue brame nascoste, le voglie, le fragilità, le violenze che la conservano sempre uguale a se stessa, nonostante i mutamenti e le distanze imposte dal corso della storia. Distanze che si annullano, perché l'umanità è sempre e solo una.
Fondamentale è il ruolo assunto dalle donne. Non più marginali, non solo riflesso di ciò che accade loro attorno, le donne assumono una fisionomia moderna, assente nell'opera originale di Shakespeare, e si fanno portatrici di un'emancipazione quanto mai attuale, si mettono in discussione. Allo stesso modo, vien meno la centralità assoluta del ruolo di Amleto, per lasciare che ciascun personaggio si apra e assuma una forma propria, occupi uno spazio suo soltanto.
L'azzeramento delle distanze tra passato e presente, e tra realtà e finzione, è reso ancora più efficace grazie all'utilizzo di false quinte, che rendono quindi visibile allo spettatore anche il backstage e spezzano il ritmo di quanto avviene in scena, conferendo allo spettacolo una fisionomia quasi cinematografica.
Lo spettatore attento saprà cogliere la presenza dei pilastri fondamentali dell'umanità positiva, pur messi in secondo piano per assecondare l'urgenza primaria dello spettacolo: portare in scena tutte le brutture di cui il genere umano è capace di macchiarsi in ogni momento della propria storia. Intenzione evidente già nel titolo latino, che indica in effetti un condensarsi e un accentuarsi del male. Del resto, per chi non l'avesse inteso, Malo et Malo nasconde l'anagramma di Amleto.