Manuale Distruzione commuove il pubblico del Traetta

A Bitonto lo spettacolo dei Fatti d'Arte per celebrare l'8 marzo

giovedì 9 marzo 2017 10.58
Sipario aperto, nessuno in scena. Poi arriva una donna, la voce rotta dal pianto incipiente. Scusate - dice rivolta al pubblico del teatro – ma lo spettacolo è finito. Ed esce di scena.
Fortunatamente, però, ci ritorna poco dopo e inizia il suo racconto. La storia di una ragazza con il sogno, anzi, la vocazione alla recitazione, dei suoi sacrifici, dei suoi sforzi, del suo non sentirsi mai abbastanza per l'altezza del suo sogno. La storia di un cuore traboccante di bellezza, ma intrappolato in un corpo che, agli occhi degli altri, non le consentirà mai di essere farfalla, relegandola nel ruolo scomodo del bruco.
Nel lungo monologo della bravissima Mariantonia Capriglione prendono forma le storture del nostro mondo, il falso mito della bella presenza, la centralità del corpo non libero ma forzatamente incastrato in una taglia 40, requisito irrinunciabile per un'attrice che spera di emergere.
Con ironia e leggerezza, l'attrice chiede di tanto in tanto ai tecnici di accendere le luci, scende dal palco, gironzola tra le poltrone della platea, chiede un fazzoletto per asciugarsi le lacrime, lo restituisce, parla con gli spettatori, chiede quanto fa 4x4. Le sue parole sono spesso interrotte dagli applausi e dalle risate del pubblico, ma dietro quell'ironia si celano ferite profonde. Che vengono prepotentemente a galla quando la ragazza sale di nuovo sul palco e racconta il tunnel della bulimia e dell'autolesionismo in cui è sprofondata per quel suo non sentirsi abbastanza. A ritmo di una musica sempre più incalzante ripercorre il primo incontro con la bulimia, avuto quando su internet aveva cercato informazioni e aveva trovato il Manuale Distruzione; intraprende così una strada che sembra una salvezza, e che presto diventa una trappola da cui è impossibile uscire, un'autentica prigione. E poi alla bulimia si aggiunge l'autolesionismo. L'attrice pian piano si sfila il vestito e inizia a percuotersi, accompagnata sempre da suoni e ritmi incalzanti, che sembrano riprodurre la durezza di quei colpi. E poi il sipario cala. Lo spettacolo è davvero finito.
Manuale Distruzione, della regia di Raffaele Romita, a cura della compagnia Fatti d'Arte, ha ricevuto il Premio della critica del Fringe Festival di Roma del 2013 e i premi dei concorsi nazionali TeatrOfficina e Giovani Sb'Andati, e una menzione speciale al Premio il Giullare di Trani. Uno spettacolo anticonformista, che si propone di trattare tematiche estremamente attuali e delicate, come la bulimia, l'autolesionismo, gli stereotipi sul corpo femminile, dosando attentamente leggerezza, ironia, serietà e crudezza, puntando dritto al cuore del pubblico. E, a giudicare dalla standing ovation, ci è riuscito in pieno.