Maria Cristina: alberi secolari abbattuti per rubare pappagallini
Incredibile scempio nel parco dell’istituto ormai abbandonato a se stesso. A rischio tutto il boschetto
sabato 9 giugno 2018
11.17
Sono entrati indisturbati con una motosega, hanno abbattuto alcuni alberi secolari e si sono impadroniti dei piccoli pappagallini appena nati ancora incapaci di volare, verosimilmente per rivenderli nel mercato nero degli animali domestici. Un incredibile scempio ambientale si sta consumando all'interno dell'Istituto Maria Cristina di Savoia, ormai abbandonato a se stesso, dove ignoti si sono introdotti nella struttura con un obiettivo preciso: rubare i "pulli" appena usciti dalle uova della colonia di parrocchetti dal collare che popolano il boschetto dell'Azienda di Servizi alla Persona per lucrare sulla loro vendita.
Un mercato anche abbastanza florido: gli animali possono essere rivenduti su internet con pochi click, portando nelle tasche di questi bracconieri improvvisati circa 100 euro per ogni esemplare giovane, e fino a 200 euro per quelli adulti.
Incalcolabile il danno sia per l'ambiente che per la specie: oltre al taglio di un albero secolare, a farne le spese sono anche le altre nidiate non ancora schiuse ospitate sugli stessi alberi, visto che non tutte le uova si aprono nello stesso momento.
Al momento gli alberi abbattuti sono due: il primo è stato segato e depredato da circa 2-3 settimane fa, a giudicare dal taglio e dallo strato di resina fuoriuscito e poi solidificato. L'ultimo invece risale a non più di due giorni fa, che cadendo si è anche schiantato su un palo dell'illuminazione. Il rischio si estende adesso ovviamente all'intero boschetto, potenzialmente in pericolo, visto che molte altre nidiate sono in attesa di schiudersi su numerosi altri alberi secolari.
Ma la situazione è tutt'altro che semplice: la struttura, di proprietà prima della Provincia di Bari ed ora della Città Metropolitana, è stata praticamente abbandonata al suo destino, con il suo carico di vite umane in bilico a causa del mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori dell'ASP da oltre due anni. Nessuno si preoccupa di chi entra o esce dall'Istituto, tanto che alcune famiglie hanno anche occupato abusivamente gli appartamenti un tempo destinati a ospitare le giovani donne vittime di prostituzione e quelle con mariti incappati nel circuito penale e ora tristemente abbandonati.
Un mercato anche abbastanza florido: gli animali possono essere rivenduti su internet con pochi click, portando nelle tasche di questi bracconieri improvvisati circa 100 euro per ogni esemplare giovane, e fino a 200 euro per quelli adulti.
Incalcolabile il danno sia per l'ambiente che per la specie: oltre al taglio di un albero secolare, a farne le spese sono anche le altre nidiate non ancora schiuse ospitate sugli stessi alberi, visto che non tutte le uova si aprono nello stesso momento.
Al momento gli alberi abbattuti sono due: il primo è stato segato e depredato da circa 2-3 settimane fa, a giudicare dal taglio e dallo strato di resina fuoriuscito e poi solidificato. L'ultimo invece risale a non più di due giorni fa, che cadendo si è anche schiantato su un palo dell'illuminazione. Il rischio si estende adesso ovviamente all'intero boschetto, potenzialmente in pericolo, visto che molte altre nidiate sono in attesa di schiudersi su numerosi altri alberi secolari.
Ma la situazione è tutt'altro che semplice: la struttura, di proprietà prima della Provincia di Bari ed ora della Città Metropolitana, è stata praticamente abbandonata al suo destino, con il suo carico di vite umane in bilico a causa del mancato pagamento degli stipendi dei lavoratori dell'ASP da oltre due anni. Nessuno si preoccupa di chi entra o esce dall'Istituto, tanto che alcune famiglie hanno anche occupato abusivamente gli appartamenti un tempo destinati a ospitare le giovani donne vittime di prostituzione e quelle con mariti incappati nel circuito penale e ora tristemente abbandonati.