Maxi piantagione di droga a Canosa: arrestato 50enne bitontino

Con altri due complici avrebbe gestito la coltivazione della marijuana e la gestione di una raffineria di stupefacenti

venerdì 27 aprile 2018 10.09
Era riuscito a fuggire al blitz dei Carabinieri dello scorso novembre, ma le prove a suo carico hanno consentito ai militari di identificarlo e arrestarlo.

È Francesco Desiderato, 50enne bitontino con precedenti, l'uomo arrestato ieri dai Carabinieri della Compagnia di Barletta che hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani su richiesta della locale Procura, nei suoi confronti e di quelli di Michele Dimatteo, 51enne di Barletta.

I due sono accusati di essere responsabili - in concorso con Davide Dimatteo, 36enne già arrestato il 9 novembre 2017 - della coltivazione e produzione di ben 7mila piante di marijuana, all'interno di una maxi piantagione-raffineria scoperta dai Carabinieri proprio a novembre del 2017 a Canosa di Puglia.

Il blitz portò al sequestro, oltre delle 7mila piante di marijuana, di quasi 200 chilogrammi di sostanza stupefacente già pronta per lo smercio. Il 36enne venne sorpreso all'interno del fondo rurale, mentre altri complici riuscirono a fuggire.

Annesso alla piantagione fu trovato un vero e proprio opificio per la lavorazione ed essicazione delle piante. In cinque differenti serre i Carabinieri sequestrarono 3mila piante di un'altezza media tra i 40 centimetri ed i 4 metri oltre a 4mila steli in essicazione di un'altezza media di 1 metro e mezzo.

Uteriori 65 chilogrammi di sostanza in essicazione sui tavoli e 55 chili di vegetale in inflorescenza, in attesa di essere essiccato, nonché 64 chilogrammi di sostanza stupefacente già confezionata e pronta per la vendita. Venne stimato che la sostanza stupefacente, se immessa nel mercato, avrebbe fruttato illecitamente milioni di euro.

«Le accurate indagini dei Carabinieri della Compagnia di Barletta – spiegano i militari - svolte nell'immediatezza e nei mesi successivi, hanno permesso di raccogliere elementi di prova a carico dei due odierni arrestati i quali, alla vista dei militari il giorno del blitz, riuscirono a fuggire, dileguandosi nelle campagne circostanti».

«I rilievi tecnici svolti dalla Sezione Investigazioni Scientifiche del Comando Provinciale di Bari sul materiale rinvenuto e sequestrato all'interno della serra, nonché una serie di riscontri oggettivi acquisiti mediante l'estrapolazione di immagini dai vari sistemi di videosorveglianza dislocati in zona, hanno consentito agli inquirenti di raccogliere prove che attestavano l'effettiva presenza dei due nella piantagione».

I due, dopo le formalità di rito, sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.