Medico bitontino strangolato al Di Venere, salvato dai colleghi

Tanta paura per l’aggressione ma se la caverà in 15 giorni

venerdì 13 settembre 2019 07.00
C'è ancora paura e incredulità fra il personale della struttura sanitaria e i colleghi del medico bitontino che mercoledì sera è stato aggredito da un paziente psichiatrico all'interno del Pronto Soccorso dell'ospedale Di Venere di Bari.
L'uomo era in servizio pomeridiano nella struttura sanitaria del capoluogo quando in triage è arrivato un paziente in evidente stato di alterazione, appena giunto dal Centro di Salute Mentale di Triggiano dove aveva dato i primi gravi segni di squilibrio. Al Di Venere la situazione è rapidamente peggiorata e l'uomo è riuscito a scappare lanciandosi proprio al collo del medico bitontino che ha subito un tentativo di strangolamento ed è stato preso a calci. Solo con l'aiuto di alcuni colleghi è riuscito a liberarsi dall'aggressore. Con enorme difficoltà il personale dell'ospedale è poi riuscito a bloccarlo sulla barella, fino all'arrivo dei Carabinieri.
Fortunatamente, nonostante la violenza dell'aggressione, il medico non ha subito gravi danni ed è stato giudicato guaribile in 15 giorni.

L'aggressione giunge, paradossalmente, a poco più di un mese dalla denuncia proprio del primario del Pronto Soccorso del Di Venere, Carlo Marzo, che è anche segretario nazionale USPPI Medici. Di Marzo aveva puntato il dito contro «la assoluta inadeguatezza della assistenza psichiatrica come prevista dalle leggi vigenti, con gravissimi disagi sia per i pazienti che per le famiglie, che sono abbandonati dalla sanità pubblica e pesino nella acuzie, scompensi e trattamenti sanitari obbligatori, sono abbandonati nei pronto soccorso senza psichiatri disponibili e costretti a frequenti trasferimenti, anche fuori regione».
Una denuncia caduta nel vuoto, a quanto pare, e che invece è stata incredibilmente profetica.