Michele Abbaticchio: «Sulla TAP traditi dallo Stato che ha favorito le multinazionali»
Il sindaco di Bitonto con Italia in Comune accanto al collega di Melendugno, Potì
sabato 27 ottobre 2018
Danni ambientali ed economici tutti da verificare, oltre a un pericoloso raggiro delle norme e delle competenze per favorire i poteri forti delle multinazionali. Si verte su questi essenziali aspetti la protesta del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio e degli altri esponenti di Italia in Comune sulla questione della Trans Adriatic Pipeline, il gas dotto che attraverserà tutto il mar Adriatico per approdare nei pressi di San Foca, frazione turistica del comune di Melendugno.
«Ci pare quanto mai assurdo – ha detto il sindaco di Cerveteri, Pascucci - che, dall'Ufficio circondariale marittimo, abbiano permesso alla Trans Adriatic Pipeline di partire coi lavori in mare pur senza avere la concessione demaniale».
Perplessità da parte di Pascucci anche sulla questione dei tempi di realizzazione, «visto che, per la installazione e la successiva disinstallazione delle enormi palancole, non potrà certamente farsi riferimento a giorni o settimane ma, semmai, a mesi e anni. Non in ultimo, ci chiediamo se il divieto di navigazione nel tratto di mare a nord del porto di San Foca non determinerà danni economici alle attività nautiche della zona. Non ci sembra una decisione così 'popolare', come questo Governo ama definirsi, quella che privilegia una multinazionale e pregiudica l'attività dei lavoratori del settore».
«Da una parte abbiamo un Ministro delle Infrastrutture che non si è mai attivato per il ritiro di un'ordinanza palesemente illegittima – ha aggiunto Abbaticchio - in vigore oramai da oltre sette mesi, che ha vietato, dal 5 ottobre al 31 dicembre 2019, qualsiasi attività nello specchio d'acqua a nord di San Foca, dall'altra, un Ministero dell'Ambiente, che sta ancora prendendo tempo per studiare le carte. Siamo stanchi di questa inerzia e ci aspettiamo, su grandi temi come questo, soluzioni di maggior buonsenso. Come di buon senso, sarebbe stato, per esempio, dare luogo ad un confronto con i comitati, con la Regione Puglia e con i sindaci delle zone interessate, reali conoscitori delle dinamiche territoriali e naturali portavoce delle istanze del tessuto che amministrano».
«Teniamo a precisare - ha continuato il sindaco di Bitonto - che, esattamente come la comunità di San Foca, Italia in Comune non è contro l'opera. Vorremmo solo essere certi che, prima di prendere le decisioni del caso, si valutino tutte le soluzioni alternative compatibili con la fortissima vocazione turistica dell'area e che la scelta della localizzazione del punto di approdo e del tracciato a terra- che, lo ricordo, ha già tristemente portato all'espianto di circa cinquecento ulivi per procedere alla posa di un tratto di condotta – venga effettuato individuando la zona più idonea sotto il profilo ambientale, sociale e turistico. Siamo con il sindaco di Melendugno, Marco Potì, siamo con una comunità che si sente abbandonata e tradita e siamo e saremo sempre per la difesa del nostro mare».
«Ci pare quanto mai assurdo – ha detto il sindaco di Cerveteri, Pascucci - che, dall'Ufficio circondariale marittimo, abbiano permesso alla Trans Adriatic Pipeline di partire coi lavori in mare pur senza avere la concessione demaniale».
Perplessità da parte di Pascucci anche sulla questione dei tempi di realizzazione, «visto che, per la installazione e la successiva disinstallazione delle enormi palancole, non potrà certamente farsi riferimento a giorni o settimane ma, semmai, a mesi e anni. Non in ultimo, ci chiediamo se il divieto di navigazione nel tratto di mare a nord del porto di San Foca non determinerà danni economici alle attività nautiche della zona. Non ci sembra una decisione così 'popolare', come questo Governo ama definirsi, quella che privilegia una multinazionale e pregiudica l'attività dei lavoratori del settore».
«Da una parte abbiamo un Ministro delle Infrastrutture che non si è mai attivato per il ritiro di un'ordinanza palesemente illegittima – ha aggiunto Abbaticchio - in vigore oramai da oltre sette mesi, che ha vietato, dal 5 ottobre al 31 dicembre 2019, qualsiasi attività nello specchio d'acqua a nord di San Foca, dall'altra, un Ministero dell'Ambiente, che sta ancora prendendo tempo per studiare le carte. Siamo stanchi di questa inerzia e ci aspettiamo, su grandi temi come questo, soluzioni di maggior buonsenso. Come di buon senso, sarebbe stato, per esempio, dare luogo ad un confronto con i comitati, con la Regione Puglia e con i sindaci delle zone interessate, reali conoscitori delle dinamiche territoriali e naturali portavoce delle istanze del tessuto che amministrano».
«Teniamo a precisare - ha continuato il sindaco di Bitonto - che, esattamente come la comunità di San Foca, Italia in Comune non è contro l'opera. Vorremmo solo essere certi che, prima di prendere le decisioni del caso, si valutino tutte le soluzioni alternative compatibili con la fortissima vocazione turistica dell'area e che la scelta della localizzazione del punto di approdo e del tracciato a terra- che, lo ricordo, ha già tristemente portato all'espianto di circa cinquecento ulivi per procedere alla posa di un tratto di condotta – venga effettuato individuando la zona più idonea sotto il profilo ambientale, sociale e turistico. Siamo con il sindaco di Melendugno, Marco Potì, siamo con una comunità che si sente abbandonata e tradita e siamo e saremo sempre per la difesa del nostro mare».