Migranti al lavoro nei campi, Vaccaro (PD): «Non è una soluzione. Può essere un obiettivo»
Il consigliere comunale storce il naso sulla proposta di Coldiretti: «Prima verifichiamo se le cooperative offrono davvero strumenti utili all’integrazione»
domenica 1 luglio 2018
12.16
Impiegare i migranti nel lavoro dei campi per consentire la loro integrazione è uno degli obiettivi possibili ma non risolve il problema. Questa, in estrema sintesi, la posizione del consigliere comunale del Partito Democratico di Bitonto, Antonella Vaccaro, che ha commentato la notizia sulla proposta di Coldiretti che suggeriva di impiegare gli extracomunitari in fuga verso l'Italia in attività di contrasto alla xylella e nella pulizia dei canali dei consorzi di bonifica.
«Fingerò di non aver letto i commenti sprezzanti e ignoranti scritti sotto questo articolo – ha detto la Vaccaro commentando la notizia pubblicata da BitontoViva - apprezzo lo sforzo di Coldiretti che prova a lanciare una proposta per "impegnare" i migranti affinché passino la loro permanenza qui al sicuro, lontani da tentazioni o situazioni spiacevoli, ma questa non è una soluzione, può però essere un obiettivo. Certo è che il lavoro appaga e ci fa sentire utili e vicini alla società, ma dare un impiego a gente che del nostro Paese, della nostra terra non sa nulla non risolve i problemi di integrazione, il vero problema di tutta la questione».
Proprio a Bitonto, da circa 3 anni, la Prefettura ha disposto l'apertura di un centro di accoglienza, approntato all'interno di alcuni locali dell'Istituto di Servizi alla Persona, Maria Cristina di Savoia, che ospita tra i 100 e i 150 migranti.
Candidati "ideali" per la proposta di Coldiretti, ma per la Vaccaro, «prima di giungere a questo livello (quello di assegnare impieghi) dovremmo accertarci che i migranti vivano in condizioni utili per poter essere veramente integrati nelle città ospitanti. Bisognerebbe verificare se le cooperative competenti svolgono al meglio il loro lavoro e se (le cooperative e i comuni ospitanti) forniscono loro gli strumenti per potersi interfacciare con i cittadini e i servizi presenti sul territorio. Evitando così, infrazioni di qualsiasi tipo, discussioni e soprattutto, eviteremmo di ignorare la loro presenza. Niente più della difficoltà di comunicazione genera violenza».
«Fingerò di non aver letto i commenti sprezzanti e ignoranti scritti sotto questo articolo – ha detto la Vaccaro commentando la notizia pubblicata da BitontoViva - apprezzo lo sforzo di Coldiretti che prova a lanciare una proposta per "impegnare" i migranti affinché passino la loro permanenza qui al sicuro, lontani da tentazioni o situazioni spiacevoli, ma questa non è una soluzione, può però essere un obiettivo. Certo è che il lavoro appaga e ci fa sentire utili e vicini alla società, ma dare un impiego a gente che del nostro Paese, della nostra terra non sa nulla non risolve i problemi di integrazione, il vero problema di tutta la questione».
Proprio a Bitonto, da circa 3 anni, la Prefettura ha disposto l'apertura di un centro di accoglienza, approntato all'interno di alcuni locali dell'Istituto di Servizi alla Persona, Maria Cristina di Savoia, che ospita tra i 100 e i 150 migranti.
Candidati "ideali" per la proposta di Coldiretti, ma per la Vaccaro, «prima di giungere a questo livello (quello di assegnare impieghi) dovremmo accertarci che i migranti vivano in condizioni utili per poter essere veramente integrati nelle città ospitanti. Bisognerebbe verificare se le cooperative competenti svolgono al meglio il loro lavoro e se (le cooperative e i comuni ospitanti) forniscono loro gli strumenti per potersi interfacciare con i cittadini e i servizi presenti sul territorio. Evitando così, infrazioni di qualsiasi tipo, discussioni e soprattutto, eviteremmo di ignorare la loro presenza. Niente più della difficoltà di comunicazione genera violenza».