Minacce ai titolari della norcineria aggrediti sabato scorso
Il fatto è accaduto in piazza Cavour. La denuncia social della moglie del proprietario
martedì 16 agosto 2022
13.07
Non si spegne l'eco della violenta aggressione ad un ristoratore bitontino in piazza Cattedrale, avvenuta sabato scorso 13 agosto ad opera di circa 15 minorenni, tra cui alcune ragazzine.
La denuncia questa volta arriva via social dalla moglie del proprietario dell'esercizio di ristorazione: «Ore 1.00. Arrivano i miei figli da una gita fuori porta (dopo quello che é successo, volevamo che si allontanassero per quello che é stato possibile) - scrive la donna - e li preleviamo dalla piazza Cavour per scortarli a casa.
Il ragazzino con la bici arancione (è quindi chiarissima la matrice del primo assalto, ndr) e la solita "maschiaccia" sulla sua bici, alla nostra vista esclamano "naa cure Ca' je avute colpe" (è colui il quale è stato malmenato, ndr), e continuando "a taje tagghia tagghieue u mestazze"! (a te devo tagliare i baffi!). Ad alta voce ed i presenti si sono tutti girati. Uno sfottò che fa male più dei pugni e calci!».
Minacce velate, aggiungiamo, non sfottò semplici, figlie di una cultura mafioseggiante che purtroppo è insita in taluni ambienti, in cui il rispetto delle regole e del buon vivere civile paiono completamente assenti. E che siano minori a mettere in pratica quegli atteggiamenti è una sconfitta dell'intera comunità.
La denuncia questa volta arriva via social dalla moglie del proprietario dell'esercizio di ristorazione: «Ore 1.00. Arrivano i miei figli da una gita fuori porta (dopo quello che é successo, volevamo che si allontanassero per quello che é stato possibile) - scrive la donna - e li preleviamo dalla piazza Cavour per scortarli a casa.
Il ragazzino con la bici arancione (è quindi chiarissima la matrice del primo assalto, ndr) e la solita "maschiaccia" sulla sua bici, alla nostra vista esclamano "naa cure Ca' je avute colpe" (è colui il quale è stato malmenato, ndr), e continuando "a taje tagghia tagghieue u mestazze"! (a te devo tagliare i baffi!). Ad alta voce ed i presenti si sono tutti girati. Uno sfottò che fa male più dei pugni e calci!».
Minacce velate, aggiungiamo, non sfottò semplici, figlie di una cultura mafioseggiante che purtroppo è insita in taluni ambienti, in cui il rispetto delle regole e del buon vivere civile paiono completamente assenti. E che siano minori a mettere in pratica quegli atteggiamenti è una sconfitta dell'intera comunità.