Morte bracciante agricolo, Sicolo: «Chi non lo ha tutelato non è imprenditore agricolo»

Dura nota del presidente di CIA Puglia

lunedì 24 giugno 2024
A cura di La redazione
«Quanto è accaduto a Satnam Singh, il bracciante morto dopo essere stato abbandonato agonizzante in seguito a un incidente sul lavoro, non è degno di un Paese come l'Italia. Chi aveva la responsabilità di rispettare, tutelare e garantire la sicurezza di quel bracciante come essere umano e come lavoratore, e non lo ha fatto, non è degno di essere considerato un imprenditore agricolo. Agli organi competenti il compito di accertare fino in fondo le responsabilità penali di chi poteva intervenire e non lo ha fatto, ma non possiamo sottrarci dal dovere di condannare moralmente e come organizzazione che tutela i veri imprenditori agricoli, il comportamento inumano che probabilmente ha avuto un ruolo determinante nella tragedia. Ai familiari, gli amici, le colleghe e i colleghi di lavoro di Satnam Singh vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e il nostro cordoglio».

Così il bitontino Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, all'indomani della morte del 37enne bracciante agricolo di 31 anni di origine indiana, morto nella pianura pontina, dopo essere stato abbandonato davanti casa in seguito ad un incidente in campagna che gli aveva di fatto tranciato un braccio. Dal responso dell'autopsia sulla possibilità di salvare Singh con soccorsi più tempestivi dipenderà nelle prossime ore la posizione del 38enne Antonello Lovato, il "padrone" che lo avrebbe portato a casa anziché in ospedale. Suo padre Renzo risulta indagato da 5 anni per caporalato, secondo quanto rivelato da una inchiesta de la 7.