Musica e immagini per Bitonto: il video è un piccolo capolavoro
Le note di Alberto Iovene volano sulle immagini notturne della città dall'alto col video editing di Lorenzo Scaraggi
lunedì 4 maggio 2020
11.34
«Questa quarantena sta per volgere ad una nuova fase e io una cosa so per certo: la quarantena può fermare gli uomini ma non può ingabbiare il loro cuore, fermare il flusso dei pensieri, bloccare le loro anime». Sono queste le parole scelte da Lorenzo Scaraggi, videoreporter in viaggio perpetuo, per raccontare la nascita di un piccolo capolavoro dedicato alla città di Bitonto, descritta nella sospensione surreale imposta dalla pandemia virale.
«Per me la concretizzazione di questo pensiero ha un nome: "Quiet restless town" e ha un ritmo jazz che ogni volta che lo ascolto mi esplode nel cuore. Un paio di settimane fa Alberto Iovene, compagno di mille voli pindarici, mi chiama e mi dice: "Tutto quello che sta accadendo non mi fa dormire, mi fa stare male e allora mi sono messo al pianoforte, che è una cosa che mi fa stare bene, e ho composto un pezzo. Vorrei che tu lo ascoltassi e che montassi un video"».
«"Quiet restless town" – spiega ancora Scaraggi - è una dedica di Alberto a Bitonto, la sua città, la nostra città ma al tempo stesso è un sogno, un guizzo, una volontà di immaginazione, un'attesa dell'alba, un desiderio di ali, un voler guardare oltre, un saper prendere la propria anima e trasformarla in spartito; è la dimostrazione che un artista anche quando soffre è capace di urlare tutto il bello, le speranze, le emozioni e il desiderio di libertà che presiede e domina lo sguardo. Artisti come Alberto sanno concepire e tradurre il mondo in maniera diversa. Alberto ha composto e poi suonato questo brano a distanza con PasquAle Angelini e Camillo Pace, compagno di avventure nel mio passato. Poi, sempre a distanza, Paolo de Stefani l'ha mixato: un piccolo capolavoro musicale realizzato tra Bitonto, Martina Franca e Civitavecchia».
Per realizzare il video il videoreporter bitontinio si è avvalso dell'aiuto di Paolo Priore (HeliX Drone) che, sempre durante la quarantena, ha realizzato le immagini utilizzate.
«Sono felice di essere parte del sogno di Alberto – conclude Scaraggi - di ascoltare il mondo attraverso il tocco delle sue dita e consapevole che mostri come il COVID non ti fermano, e permettetemi di usare le parole di Kavafis nella sua Itaca, "se non li porti dentro, se l'anima non te li mette contro"».
«Per me la concretizzazione di questo pensiero ha un nome: "Quiet restless town" e ha un ritmo jazz che ogni volta che lo ascolto mi esplode nel cuore. Un paio di settimane fa Alberto Iovene, compagno di mille voli pindarici, mi chiama e mi dice: "Tutto quello che sta accadendo non mi fa dormire, mi fa stare male e allora mi sono messo al pianoforte, che è una cosa che mi fa stare bene, e ho composto un pezzo. Vorrei che tu lo ascoltassi e che montassi un video"».
«"Quiet restless town" – spiega ancora Scaraggi - è una dedica di Alberto a Bitonto, la sua città, la nostra città ma al tempo stesso è un sogno, un guizzo, una volontà di immaginazione, un'attesa dell'alba, un desiderio di ali, un voler guardare oltre, un saper prendere la propria anima e trasformarla in spartito; è la dimostrazione che un artista anche quando soffre è capace di urlare tutto il bello, le speranze, le emozioni e il desiderio di libertà che presiede e domina lo sguardo. Artisti come Alberto sanno concepire e tradurre il mondo in maniera diversa. Alberto ha composto e poi suonato questo brano a distanza con PasquAle Angelini e Camillo Pace, compagno di avventure nel mio passato. Poi, sempre a distanza, Paolo de Stefani l'ha mixato: un piccolo capolavoro musicale realizzato tra Bitonto, Martina Franca e Civitavecchia».
Per realizzare il video il videoreporter bitontinio si è avvalso dell'aiuto di Paolo Priore (HeliX Drone) che, sempre durante la quarantena, ha realizzato le immagini utilizzate.
«Sono felice di essere parte del sogno di Alberto – conclude Scaraggi - di ascoltare il mondo attraverso il tocco delle sue dita e consapevole che mostri come il COVID non ti fermano, e permettetemi di usare le parole di Kavafis nella sua Itaca, "se non li porti dentro, se l'anima non te li mette contro"».