Nel museo De Palo-Ungaro di Bitonto le opere di Milena Pastoressa
L'artista torna nella sua città natale per una personale dedicata ai colori mediterranei. Sabato il vernissage con Nicola Pice
mercoledì 31 luglio 2019
11.05
In occasione del trentennale di attività artistica, il Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro rende omaggio alla pittrice bitontina Milena Pastoressa con la personale di pittura "Trent'anni di colori mediterranei". Insegnante di lettere in una scuola media del Lodigiano da circa vent'anni e dopo numerose esposizioni e riconoscimenti ottenuti in varie località italiane, l'artista torna nella sua città natale per esporre le sue opere. La mostra sarà inaugurata sabato 3 agosto 2019 alle 19 nei locali del Museo Archeologico (Bitonto, via G. Mazzini n. 44) e durerà fino al 23. Interverranno Nicola Pice (presidente della Fondazione De Palo-Ungaro) e Marino Pagano (giornalista).
«La pittrice, bitontina d'origine - spiega Pice - offre un ampio panorama della sua produzione pittorica che si fascia di una atmosfera di favoloso racconto: tutto appare dipinto con grazia, e la grazia, si sa, è il dono della fata, tutto si può con essa, senza non si può nulla. L'osservatore rimane attratto dalla scena prodotta sulla tela, che ha le qualità dello spazio (prospettive, figure, scenografia) e facilita il contatto immediato per la vivacità dei colori sapientemente orchestrati. Un sapore fiabesco che ti proietta fuori del tempo e sembra come muoversi sull'onda del romanticismo folklorista che va in cerca delle proprie radici remote. Per Milena vivere la pittura è dipingere la propria vita. Per questo la sua pittura svela un ripiegamento intimista attraverso il dispiegamento di colori vivaci sulla tela e l'insieme di immagini di sentore gozzaniano e pascoliano (fiori, fasci di erbe, oggettini, visioni paesistiche, voci indistinte della natura, visi di bimbi, ritratti). Sono pastelli e acquerelli segnati da un exploit di luce, che appaiono come espressioni di parentesi di raccoglimento o rispecchiano uno stile di vita raccolta o esprimono uno stato sentimentale che sembra custodito nei cassetti della memoria, con immagini mai rarefatte se pur sospese nel tempo e inoltrate nel labirinto delle favole. Questo labirinto narrativo si traduce in fresche visioni immaginifiche, quasi immaginette devozionali scontornate su griglie ben definite, che altro non sono se non narrazioni delle nostre radici, ricomposizioni di tempi lontani, momenti di vita quotidiana, carichi di vivide emozioni e capaci di riflettere la sensibilità profonda dell'artista»
Il museo resterà aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12,30 e dalle 17 alle 19; chiuso il sabato e la domenica (eccetto il giorno dell'inaugurazione). Sono inoltre possibili aperture straordinarie su prenotazione telefonando al numero 0803715402. Ingresso libero.
«La pittrice, bitontina d'origine - spiega Pice - offre un ampio panorama della sua produzione pittorica che si fascia di una atmosfera di favoloso racconto: tutto appare dipinto con grazia, e la grazia, si sa, è il dono della fata, tutto si può con essa, senza non si può nulla. L'osservatore rimane attratto dalla scena prodotta sulla tela, che ha le qualità dello spazio (prospettive, figure, scenografia) e facilita il contatto immediato per la vivacità dei colori sapientemente orchestrati. Un sapore fiabesco che ti proietta fuori del tempo e sembra come muoversi sull'onda del romanticismo folklorista che va in cerca delle proprie radici remote. Per Milena vivere la pittura è dipingere la propria vita. Per questo la sua pittura svela un ripiegamento intimista attraverso il dispiegamento di colori vivaci sulla tela e l'insieme di immagini di sentore gozzaniano e pascoliano (fiori, fasci di erbe, oggettini, visioni paesistiche, voci indistinte della natura, visi di bimbi, ritratti). Sono pastelli e acquerelli segnati da un exploit di luce, che appaiono come espressioni di parentesi di raccoglimento o rispecchiano uno stile di vita raccolta o esprimono uno stato sentimentale che sembra custodito nei cassetti della memoria, con immagini mai rarefatte se pur sospese nel tempo e inoltrate nel labirinto delle favole. Questo labirinto narrativo si traduce in fresche visioni immaginifiche, quasi immaginette devozionali scontornate su griglie ben definite, che altro non sono se non narrazioni delle nostre radici, ricomposizioni di tempi lontani, momenti di vita quotidiana, carichi di vivide emozioni e capaci di riflettere la sensibilità profonda dell'artista»
Il museo resterà aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12,30 e dalle 17 alle 19; chiuso il sabato e la domenica (eccetto il giorno dell'inaugurazione). Sono inoltre possibili aperture straordinarie su prenotazione telefonando al numero 0803715402. Ingresso libero.