«No all'inceneritore NEWO». Ieri manifestazione a Bari
Damascelli: «Quando la regione ritirerà l'autorizzazione?»
domenica 22 aprile 2018
11.39
Una manifestazione pacifica per dire No all'inceneritore che dovrebbe sorgere in territorio di Bari, ma a pochi metri dai territori di Bitonto e Modugno. A sfilare per le vie del centro, ieri pomeriggio, tanti cittadini, ma anche autorità. Tra loro, oltre al sindaco di Bari, Antonio Decaro, anche i sindaci dell'AroBa2, ma anche diversi consiglieri comunali e regionali, uniti, al di là della fede politica, per lottare per un futuro migliore e per il territorio. Molte le associazioni presenti, da Italia Giusta Secondo la Costituzione a Modugno a 5 stelle, da Riprendiamoci il Futuro al Comitato Terra di Bari, da Legambiente ad Aiab Terra di Bari, e tanti altri ancora. Almeno mille persone stando ai dati della questura.
Il corteo è partito da piazza della Libertà, per giungere poi in via Andrea da Bari e, passato da via Dante Alighieri, è giunto in corso Cavour e da lì in piazza Ferrarese. Una lunga scia di persone, con tanti bambini, per ribadire che questo territorio non ha bisogno dell'impianto di ossido-combustione, e che è necessario ripensare la gestione dei rifiuti, puntando sempre di più sulla raccolta differenziata.
«Stiamo manifestando a Bari per la giustizia ambientale – ha detto Rogero Paci, di Potere al Popolo – per una riduzione della produzione di rifiuti attraverso un consumo consapevole e per una piena raccolta differenziata. Chiediamo alla Regione Puglia che il diritto alla salute e alla completa informazione dei cittadini venga rispettato. Continueremo a vigilare affinché nessun inceneritore e mega impianto inquinante venga mai realizzato».
Alla manifestazione c'era anche Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
«Nell'ultima riunione sul tema dell'inceneritore – ha detto il fozista – che si è tenuta in V Commissione consiliare Ambiente, è stato chiesto a chiare lettere al dipartimento competente della Regione che venisse rivisto il procedimento di autorizzazione, essendo venute meno le condizioni per l'ok all'impianto e per il suo cofinanziamento da parte di Puglia Sviluppo. Poiché Amiu Puglia ha dichiarato che non vi era alcun accordo per la fornitura della materia prima da bruciare, l'opera è inutile, dunque non autorizzabile, non cantierabile e pertanto non finanziabile con denaro pubblico».
«Mi chiedo però – ha osservato Damascelli – perché un privato dovrebbe decidere di investire per impiantare un inceneritore in un determinato sito, senza avere alcuna garanzia che gli verranno conferiti i rifiuti da bruciare. Le ombre su questa vicenda non sono state ancora fugate. Chiedo pertanto al Governo regionale cosa è stato fatto finora, dal giorno dell'audizione in Commissione Ambiente? Entro quanto tempo si procederà con la revisione della procedura Aia, ai fini della revoca dell'autorizzazione? Il presidente Emiliano – ha concluso – spieghi ai cittadini perché, a parole e sui giornali, dichiara di non volere quell'impianto, ma di fatto non muove un dito per bloccarlo».
Il corteo è partito da piazza della Libertà, per giungere poi in via Andrea da Bari e, passato da via Dante Alighieri, è giunto in corso Cavour e da lì in piazza Ferrarese. Una lunga scia di persone, con tanti bambini, per ribadire che questo territorio non ha bisogno dell'impianto di ossido-combustione, e che è necessario ripensare la gestione dei rifiuti, puntando sempre di più sulla raccolta differenziata.
«Stiamo manifestando a Bari per la giustizia ambientale – ha detto Rogero Paci, di Potere al Popolo – per una riduzione della produzione di rifiuti attraverso un consumo consapevole e per una piena raccolta differenziata. Chiediamo alla Regione Puglia che il diritto alla salute e alla completa informazione dei cittadini venga rispettato. Continueremo a vigilare affinché nessun inceneritore e mega impianto inquinante venga mai realizzato».
Alla manifestazione c'era anche Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia.
«Nell'ultima riunione sul tema dell'inceneritore – ha detto il fozista – che si è tenuta in V Commissione consiliare Ambiente, è stato chiesto a chiare lettere al dipartimento competente della Regione che venisse rivisto il procedimento di autorizzazione, essendo venute meno le condizioni per l'ok all'impianto e per il suo cofinanziamento da parte di Puglia Sviluppo. Poiché Amiu Puglia ha dichiarato che non vi era alcun accordo per la fornitura della materia prima da bruciare, l'opera è inutile, dunque non autorizzabile, non cantierabile e pertanto non finanziabile con denaro pubblico».
«Mi chiedo però – ha osservato Damascelli – perché un privato dovrebbe decidere di investire per impiantare un inceneritore in un determinato sito, senza avere alcuna garanzia che gli verranno conferiti i rifiuti da bruciare. Le ombre su questa vicenda non sono state ancora fugate. Chiedo pertanto al Governo regionale cosa è stato fatto finora, dal giorno dell'audizione in Commissione Ambiente? Entro quanto tempo si procederà con la revisione della procedura Aia, ai fini della revoca dell'autorizzazione? Il presidente Emiliano – ha concluso – spieghi ai cittadini perché, a parole e sui giornali, dichiara di non volere quell'impianto, ma di fatto non muove un dito per bloccarlo».