Nome e divise troppo simili ai Vigili Urbani: Bitonto off limits per l'associazione di volontari
In giro con la livrea e il nome della Polizia Locale. Il comandante Paciullo vieta interventi in città. Il Commissariato chiede chiarimenti alla Prefettura
mercoledì 23 gennaio 2019
8.56
Hanno divise del tutto simili a quelle dei Vigili Urbani, utilizzano anche gli stessi colori e le stesse grafiche, i loro mezzi hanno livree quasi identiche a quelli della Polizia Municipale e prendono parte alle iniziative pubbliche nei comuni vicini, talvolta brandendo anche "minacciosi" taccuini e "presidiando" zone nevralgiche delle manifestazioni. Sono però semplici "volontari" che a Bitonto, almeno finchè non cambieranno colori e vestiario, non potranno mai partecipare ad alcuna pubblica manifestazione, nonostante abbiano proprio in città la sede della loro associazione. Si tratta del "Corpo Volontari Polizia Locale", da alcuni mesi attivi nei territori di Bari e Bat, che prestano il loro "servizio" come supporto delle Forze dell'Ordine per le strade dei comuni interessati. Un'attività che sembrano aver preso, forse, con eccessiva solerzia, visto che distinguerli dalle vere Forze dell'Ordine, in particolare dai Vigili Urbani, è abbastanza complicato, specie per chi non ha familiarità con le divise. Soprattutto perchè, al di là del vestiario, anche il nome dell'associazione viene riportato con la prima parte "Corpo Volontari" a caratteri abbastanza piccoli, seguito subito dopo dalla dicitura "Polizia Locale" a caratteri cubitali.
Il comandante della Polizia Municipale di Bitonto, Gaetano Paciullo, contattato da BitontoViva, ha detto di essere già a conoscenza della situazione e che, «in attesa vengano completate le operazioni di verifica sull'associazione» ha «vietato loro di prendere parte ad alcuna pubblica manifestazione in città. E così sarà finchè non cambieranno le loro divise e non entreranno a far parte del novero delle associazioni riconosciute dal comune di Bitonto».
Nel frattempo però hanno già preso parte a numerose manifestazioni nei comuni del circondario, in particolare Giovinazzo, Molfetta e Terlizzi, col rischio concreto di ingenerare pericolosi fraintendimenti. Tanto che anche il commissariato di Bitonto avrebbe chiesto informazioni sull'associazione in Prefettura, dove però la loro richiesta di costituzione non avrebbe trovato obiezioni.
Il rischio, per i volontari, è la violazione dell'art. 497 ter del Codice di procedura Penale che punisce «chiunque illecitamente detiene segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai Corpi di polizia, ovvero oggetti o documenti che ne simulano la funzione». Ma soprattutto dell'art. 498 dello stesso codice, che sanziona «chiunque, fuori dei casi previsti dall'articolo 497 ter, abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, ovvero di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato».
Il comandante della Polizia Municipale di Bitonto, Gaetano Paciullo, contattato da BitontoViva, ha detto di essere già a conoscenza della situazione e che, «in attesa vengano completate le operazioni di verifica sull'associazione» ha «vietato loro di prendere parte ad alcuna pubblica manifestazione in città. E così sarà finchè non cambieranno le loro divise e non entreranno a far parte del novero delle associazioni riconosciute dal comune di Bitonto».
Nel frattempo però hanno già preso parte a numerose manifestazioni nei comuni del circondario, in particolare Giovinazzo, Molfetta e Terlizzi, col rischio concreto di ingenerare pericolosi fraintendimenti. Tanto che anche il commissariato di Bitonto avrebbe chiesto informazioni sull'associazione in Prefettura, dove però la loro richiesta di costituzione non avrebbe trovato obiezioni.
Il rischio, per i volontari, è la violazione dell'art. 497 ter del Codice di procedura Penale che punisce «chiunque illecitamente detiene segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai Corpi di polizia, ovvero oggetti o documenti che ne simulano la funzione». Ma soprattutto dell'art. 498 dello stesso codice, che sanziona «chiunque, fuori dei casi previsti dall'articolo 497 ter, abusivamente porta in pubblico la divisa o i segni distintivi di un ufficio o impiego pubblico, o di un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, ovvero di una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato».