Non solo furti d'auto. Anche propositi di vendetta contro i Carabinieri
Ipotizzato l'incendio dell'auto di un sottufficiale dopo il recupero di un carico di generi alimentari rubati
giovedì 6 maggio 2021
10.08
Non solo furti d'auto, ma anche pericolose ipotesi di vendetta verso un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri emergono dalle carte dell'inchiesta "Lockdown" che ieri mattina, all'alba, ha consentito di disarticolare una rete di persone di Bitonto che avrebbero messo in piedi, con una serie di furti d'auto, un business illegale.
Gli indagati (quattro di Bitonto, uno di Orta Nova, arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli e rinchiusi in carcere, con le accuse, in concorso, di furto aggravato e di ricettazione, nda), con precedenti per reati contro il patrimonio, attivi pure durante il periodo del lockdown nazionale, rubavano le auto, soprattutto a Bari, e le portavano in un centro per demolizioni di Orta Nova dove venivano smontate. Le parti ricavate, poi, venivano vendute in un vasto mercato parallelo.
Il gruppo rubava le auto (particolarmente gradite erano le Opel Mokka e le Volkswagen Golf) utilizzando centraline clonate e chiavi contraffate, mentre la fuga era garantita da una staffetta che segnalava l'eventuale presenza delle forze dell'ordine. Le auto venivano poi nascoste nell'agro di Bitonto dove venivano bonificate, ovvero private di eventuali sistemi d'allarme o localizzazione. I militari dell'Arma hanno documentato vari furti, per un valore complessivo di circa 200mila euro.
Le indagini, inoltre, hanno anche consentito di accertare un pericoloso proposito di vendetta verso un sottufficiale dei Carabinieri, reo, secondo i quattro fermati, di aver recuperato un carico di generi alimentari, composto da 35 provoloni pronti per essere consegnati agli indigenti del territorio, proveniente dal Fondo di aiuti europei agli indigenti e stipato in un furgone in via La Malfa, a Bitonto, dove ha sede il Banco delle Opere di Carità di Bari. Il bottino fu recuperato in sole 24 ore.
A ritrovarlo, nel corso di una serie di perquisizioni all'interno dei locali in uso ai sospettati della zona, i militari della Stazione di Bitonto. I pacchi alimentari, rubati da uno degli indagati, furono sequestrati e restituiti ai volontari. Di qui, come accertato dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, «il proposito di uno degli arrestati di incendiare la vettura di un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri che aveva recuperato parte di un carico di generi alimentari».
Il proposito di vendetta, per fortuna, non s'è concretizzato, ma secondo la ricostruzione degli inquirenti diretti dal maggiore Emanuele D'Onofri, che ha coordinato le indagini, l'episodio «è indice dell'indole criminale delle persone arrestate, aduse ad un atteggiamento di sfida e minaccia nei confronti delle forze dell'ordine».
Gli indagati (quattro di Bitonto, uno di Orta Nova, arrestati dai Carabinieri della Compagnia di Monopoli e rinchiusi in carcere, con le accuse, in concorso, di furto aggravato e di ricettazione, nda), con precedenti per reati contro il patrimonio, attivi pure durante il periodo del lockdown nazionale, rubavano le auto, soprattutto a Bari, e le portavano in un centro per demolizioni di Orta Nova dove venivano smontate. Le parti ricavate, poi, venivano vendute in un vasto mercato parallelo.
Il gruppo rubava le auto (particolarmente gradite erano le Opel Mokka e le Volkswagen Golf) utilizzando centraline clonate e chiavi contraffate, mentre la fuga era garantita da una staffetta che segnalava l'eventuale presenza delle forze dell'ordine. Le auto venivano poi nascoste nell'agro di Bitonto dove venivano bonificate, ovvero private di eventuali sistemi d'allarme o localizzazione. I militari dell'Arma hanno documentato vari furti, per un valore complessivo di circa 200mila euro.
Le indagini, inoltre, hanno anche consentito di accertare un pericoloso proposito di vendetta verso un sottufficiale dei Carabinieri, reo, secondo i quattro fermati, di aver recuperato un carico di generi alimentari, composto da 35 provoloni pronti per essere consegnati agli indigenti del territorio, proveniente dal Fondo di aiuti europei agli indigenti e stipato in un furgone in via La Malfa, a Bitonto, dove ha sede il Banco delle Opere di Carità di Bari. Il bottino fu recuperato in sole 24 ore.
A ritrovarlo, nel corso di una serie di perquisizioni all'interno dei locali in uso ai sospettati della zona, i militari della Stazione di Bitonto. I pacchi alimentari, rubati da uno degli indagati, furono sequestrati e restituiti ai volontari. Di qui, come accertato dalle indagini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, «il proposito di uno degli arrestati di incendiare la vettura di un sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri che aveva recuperato parte di un carico di generi alimentari».
Il proposito di vendetta, per fortuna, non s'è concretizzato, ma secondo la ricostruzione degli inquirenti diretti dal maggiore Emanuele D'Onofri, che ha coordinato le indagini, l'episodio «è indice dell'indole criminale delle persone arrestate, aduse ad un atteggiamento di sfida e minaccia nei confronti delle forze dell'ordine».