Ok del Senato al reddito di cittadinanza. Abbaticchio (ItC): «Non chiamatela misura anti-disoccupazione»
Per il sindaco di Bitonto, una misura paradossale: «Il 40% dei pugliesi guadagna meno di 780 euro»
giovedì 28 febbraio 2019
8.22
Passa anche al Senato il provvedimento del Reddito di Cittadinanza, con cui il Governo nazionale intende sostenere i cittadini disoccupati e accompagnarli verso una più stabile situazione lavorativa. Una misura che incontra la perplessità di molti pubblici amministratori, il primo fra i quali è proprio il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che ha commentato in maniera molto critica la scelta del Governo, definendola senza mezzi termini «un altro provvedimento disastroso di questo Governo. Nessuno di noi è ovviamente contrario a che si ipotizzino misure a sostegno delle fasce deboli, ma il criterio alla base di ogni provvedimento deve essere la ragionevolezza».
Secondo, il vicecoordinatore nazionale e coordinatore regionale di Italia in Comune «il sussidio verrà erogato grazie al fatto di aver sottratto risorse economiche alla formazione professionale. E già un provvedimento che nasce sul cadavere della formazione, alias il futuro dei giovani, ci sembra non goda dei migliori auspici. In secondo luogo, ci chiediamo come può un provvedimento basato proprio sullo stato di disoccupazione dell'avente diritto essere annoverato fra gli strumenti in grado di debellare la stessa disoccupazione? E' un no-sense, visto che da essa prende le mosse. Se si volesse davvero ridurre il fenomeno della disoccupazione, andrebbero studiati strumenti che diano garanzia di lavoro e non, viceversa, misure assistenzialistiche in grado, semmai, di favorire il contrario: meno impegno nel cercarsi o mantenere il posto di lavoro. La disoccupazione, a nostro modesto parere, si cancella creando un sistema produttivo sano. In ultimo, bocciamo in toto anche l'emendamento con il quale il testo è passato in Senato grazie al quale sarà possibile verificare solo gli importi spesi e non ogni singola spesa».
Dubbi da Italia in Comune arrivano «sull'impossibilità, per lo Stato, di monitorare le spese che verranno effettuate attraverso la Rdc card. Nel testo originale, i 780 euro mensili erano vincolati a determinati tipi di spese come affitto e acquisto di generi alimentari e di questi, solo 100 al mese sarebbero potuti essere prelevati, mentre gli importi non utilizzati sarebbero stati restituiti».
«Con l'ok del Senato all'emendamento – fa però notare Abbaticchio - viene meno, ora, anche questa forma di controllo sulle modalità di spesa del contributo, cancellando, così, anche quel minimo di serietà che rimaneva alla misura».
A lanciare nuovi dubbi sulla misura sono i dati di un recente studio, secondo cui il 40% dei pugliesi attualmente guadagna meno dell'importo dell'assegno.
«Se è esagerato leggere questo dato come una sorta di pericolosissima esortazione a valutare di lasciare il posto di lavoro per avere diritto all'assegno di cittadinanza – è stato il commento del sindaco di Bitonto - quantomeno lasciateci dire che è svilente che, a conti fatti, venga avvantaggiato chi non produce. E' stato stimato, infatti, che un lavoratore dipendente, avrà il 5,7% in meno di reddito disponibile rispetto a un beneficiario del reddito. Si viene a creare, insomma, una situazione paradossale e mortificante per i lavoratori».
Secondo, il vicecoordinatore nazionale e coordinatore regionale di Italia in Comune «il sussidio verrà erogato grazie al fatto di aver sottratto risorse economiche alla formazione professionale. E già un provvedimento che nasce sul cadavere della formazione, alias il futuro dei giovani, ci sembra non goda dei migliori auspici. In secondo luogo, ci chiediamo come può un provvedimento basato proprio sullo stato di disoccupazione dell'avente diritto essere annoverato fra gli strumenti in grado di debellare la stessa disoccupazione? E' un no-sense, visto che da essa prende le mosse. Se si volesse davvero ridurre il fenomeno della disoccupazione, andrebbero studiati strumenti che diano garanzia di lavoro e non, viceversa, misure assistenzialistiche in grado, semmai, di favorire il contrario: meno impegno nel cercarsi o mantenere il posto di lavoro. La disoccupazione, a nostro modesto parere, si cancella creando un sistema produttivo sano. In ultimo, bocciamo in toto anche l'emendamento con il quale il testo è passato in Senato grazie al quale sarà possibile verificare solo gli importi spesi e non ogni singola spesa».
Dubbi da Italia in Comune arrivano «sull'impossibilità, per lo Stato, di monitorare le spese che verranno effettuate attraverso la Rdc card. Nel testo originale, i 780 euro mensili erano vincolati a determinati tipi di spese come affitto e acquisto di generi alimentari e di questi, solo 100 al mese sarebbero potuti essere prelevati, mentre gli importi non utilizzati sarebbero stati restituiti».
«Con l'ok del Senato all'emendamento – fa però notare Abbaticchio - viene meno, ora, anche questa forma di controllo sulle modalità di spesa del contributo, cancellando, così, anche quel minimo di serietà che rimaneva alla misura».
A lanciare nuovi dubbi sulla misura sono i dati di un recente studio, secondo cui il 40% dei pugliesi attualmente guadagna meno dell'importo dell'assegno.
«Se è esagerato leggere questo dato come una sorta di pericolosissima esortazione a valutare di lasciare il posto di lavoro per avere diritto all'assegno di cittadinanza – è stato il commento del sindaco di Bitonto - quantomeno lasciateci dire che è svilente che, a conti fatti, venga avvantaggiato chi non produce. E' stato stimato, infatti, che un lavoratore dipendente, avrà il 5,7% in meno di reddito disponibile rispetto a un beneficiario del reddito. Si viene a creare, insomma, una situazione paradossale e mortificante per i lavoratori».