Olio d'oliva: in Puglia si rischia un calo del 50%
Bonasia (CNO): «Siccità e grandinate abbattono la produzione. Ma la qualità sarà eccezionale»
martedì 22 agosto 2017
11.21
Un olio extravergine di grande qualità, ma con quantità dimezzate rispetto allo scorso anno. È questa, in estrema sintesi, la previsione del Consorzio Nazionale Olivicoltori che ha lanciato l'allarme dopo l'ultima 'piaga' che si è abbattuta sulle coltivazioni pugliesi, la grandinata del 12 agosto.
In Italia il calo dovrebbe attestarsi attorno al 30% mentre al Sud si toccherranno punte del 50%, in particolare in Puglia, dove alle nevicate e alle gelate invernali e alla siccità estiva, si è unita anche la grandinata che, in alcuni territori, ha provocato danneggiamenti per oltre il 70% della produzione.
«La siccità sta dando il colpo di grazia a un'annata già difficile per le piante di ulivo», ha detto Gaetano Bonasia, agronomo del Cno e direttore tecnico della Op Oliveti terra di Bari, nonché consigliere comunale del Pd di Bitonto. «Il calo della produzione dovrebbe essere intorno al 30% tuttavia la qualità è salva - prosegue Bonasia - Lo possiamo dire fin da adesso, sarà un'annata eccezionale sotto quel profilo anche perché non abbiamo avuto il problema della mosca».
Se la situazione della xylella fastidiosa per Bonasia, si può ritenere «sotto controllo», in Sicilia e Calabria, tra le regione più vocate all'olivicoltura dopo la Puglia, si è aggiunto però il problema del tripide che ha causato gravi perdite di fiori e quindi di frutti.
Problemi che secondo l'agronomo bitontino si potrebbe quantomeno lenire con l'aumento della produzione «con gli impianti di uliveti intensivi, con 350-400 piante per ettaro, contro le attuali 200 con cultivar italiani e non stranieri. Inoltre, servirebbe pianificare l'irrigazione nei campi desalinizzando l'acqua del mare e, prendendo a modello il sistema israeliano, dove l'acqua scarseggia. Per fare tutto questo però servirebbero gli aiuti, una ocm (organizzazione comune dei mercati) dell'olio, non solo del vino».
In Italia il calo dovrebbe attestarsi attorno al 30% mentre al Sud si toccherranno punte del 50%, in particolare in Puglia, dove alle nevicate e alle gelate invernali e alla siccità estiva, si è unita anche la grandinata che, in alcuni territori, ha provocato danneggiamenti per oltre il 70% della produzione.
«La siccità sta dando il colpo di grazia a un'annata già difficile per le piante di ulivo», ha detto Gaetano Bonasia, agronomo del Cno e direttore tecnico della Op Oliveti terra di Bari, nonché consigliere comunale del Pd di Bitonto. «Il calo della produzione dovrebbe essere intorno al 30% tuttavia la qualità è salva - prosegue Bonasia - Lo possiamo dire fin da adesso, sarà un'annata eccezionale sotto quel profilo anche perché non abbiamo avuto il problema della mosca».
Se la situazione della xylella fastidiosa per Bonasia, si può ritenere «sotto controllo», in Sicilia e Calabria, tra le regione più vocate all'olivicoltura dopo la Puglia, si è aggiunto però il problema del tripide che ha causato gravi perdite di fiori e quindi di frutti.
Problemi che secondo l'agronomo bitontino si potrebbe quantomeno lenire con l'aumento della produzione «con gli impianti di uliveti intensivi, con 350-400 piante per ettaro, contro le attuali 200 con cultivar italiani e non stranieri. Inoltre, servirebbe pianificare l'irrigazione nei campi desalinizzando l'acqua del mare e, prendendo a modello il sistema israeliano, dove l'acqua scarseggia. Per fare tutto questo però servirebbero gli aiuti, una ocm (organizzazione comune dei mercati) dell'olio, non solo del vino».