Omicidio e lesioni personali stradali: i giovani avvocati a confronto a Bitonto
In Biblioteca un incontro dell’Associazione Giovani Avvocati “Giuseppe Napoli”
martedì 27 novembre 2018
12.28
L'omicidio stradale e le lesioni personali che possono derivare a seguito di un sinistro sono stati al centro di un incontro formativo organizzato a Bitonto dall'Associazione Giovani Avvocati "Giuseppe Napoli" con il patrocinio e il supporto all'iniziativa dell'Associazione Regionale Ingegneri e Architetti di Puglia e dell'Ordine degli Avvocati di Bari.
Il tavolo convegnistico coordinato da Romina Centrone (Presidente dell'Associazione Giovani Avvocati "Giuseppe Napoli") e da Paolo Iannone (nuovo membro dell'Associazione Giovani Avvocati "Giuseppe Napoli") ha consentito ai partecipanti di formulare alcune riflessioni inerenti sia ai profili del diritto penale che del diritto civile, con particolare riferimento alla loss of life e ai punitive damages.
Nel corso della moderazione, a cura di Romina Centrone, si sono alternate le pregevoli relazioni tecnico-scientifiche di Antonio De Donno (Professore di Medicina Legale presso Università degli Studi di Bari A. Moro) che ha trattato gli aspetti medico legali riguardanti l'accertamento del nesso causale e l'onere della prova e di Pasquale Maurelli. Le relazioni sono state arricchite dal supporto multimediale di foto e video esemplificativi di ricostruzioni computerizzate di sinistri stradali con particolare riguardo per alcuni casi noti all'opinione pubblica nel corso degli ultimi decenni. Nel merito dell'aspetto giuridico vanno rimarcate le relazioni di Carmelo Piccolo del Foro di Bari - il quale ha esaminato chirurgicamente la legge 41/2016 con particolare riferimento ai risvolti giuridici e alle prime applicazioni giurisprudenziali intervenute in materia – e da Paolo Iannone del Foro di Bari il quale si è soffermato sul danno non patrimoniale, con particolare riferimento alla loss of life (danno da perdita della vita) a seguito delle ultime pronunce giurisprudenziali.
La relazione di Iannone si è caratterizzata per il taglio comparatistico, esplicandosi sul confronto tra l'orientamento delle Sezioni Unite con il pensiero in seno alla terza sezione civile (relatore Cons. Scarano). In particolare, Iannone ha posto l'accento su "l'opportunità di dare cittadinanza ai danni punitivi nel nostro ordinamento, laddove i concetti di deterrence non possono essere lontani e contrari alla nostra tradizione giuridica di civil law, qualora la finalità della sanzione è volta ad evitare e scoraggiare l'eventus damni". In conclusione, secondo Iannone, le vicende umane di fronte alla morte dovrebbero risaltare le istanze punitive. D'altronde, così come riferisce il relatore:«la sola funzione riparatoria, in determinati casi, non appare possibile ovvero soddisfacente ai fini della reintegrazione del danno. Difatti, sulla falsariga di tale considerazione è apparso anche l'orientamento delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione che il 5 luglio 2017 ha dato cittadinanza ai punitive damages nell'ordinamento italiano, ma, per il momento, solo attraverso la delibazione delle sentenze straniere. Di conseguenza l'accoglimento di tale tesi dovrebbe portare, in futuro, verso un'apertura ai punitive damages nell'ottica di una rivisitazione della responsabilità civile nel nostro diritto interno. Perdonate la mia visione d'insieme, ma – forse - non sono altro che un inguaribile romantico del diritto».
Il tavolo convegnistico coordinato da Romina Centrone (Presidente dell'Associazione Giovani Avvocati "Giuseppe Napoli") e da Paolo Iannone (nuovo membro dell'Associazione Giovani Avvocati "Giuseppe Napoli") ha consentito ai partecipanti di formulare alcune riflessioni inerenti sia ai profili del diritto penale che del diritto civile, con particolare riferimento alla loss of life e ai punitive damages.
Nel corso della moderazione, a cura di Romina Centrone, si sono alternate le pregevoli relazioni tecnico-scientifiche di Antonio De Donno (Professore di Medicina Legale presso Università degli Studi di Bari A. Moro) che ha trattato gli aspetti medico legali riguardanti l'accertamento del nesso causale e l'onere della prova e di Pasquale Maurelli. Le relazioni sono state arricchite dal supporto multimediale di foto e video esemplificativi di ricostruzioni computerizzate di sinistri stradali con particolare riguardo per alcuni casi noti all'opinione pubblica nel corso degli ultimi decenni. Nel merito dell'aspetto giuridico vanno rimarcate le relazioni di Carmelo Piccolo del Foro di Bari - il quale ha esaminato chirurgicamente la legge 41/2016 con particolare riferimento ai risvolti giuridici e alle prime applicazioni giurisprudenziali intervenute in materia – e da Paolo Iannone del Foro di Bari il quale si è soffermato sul danno non patrimoniale, con particolare riferimento alla loss of life (danno da perdita della vita) a seguito delle ultime pronunce giurisprudenziali.
La relazione di Iannone si è caratterizzata per il taglio comparatistico, esplicandosi sul confronto tra l'orientamento delle Sezioni Unite con il pensiero in seno alla terza sezione civile (relatore Cons. Scarano). In particolare, Iannone ha posto l'accento su "l'opportunità di dare cittadinanza ai danni punitivi nel nostro ordinamento, laddove i concetti di deterrence non possono essere lontani e contrari alla nostra tradizione giuridica di civil law, qualora la finalità della sanzione è volta ad evitare e scoraggiare l'eventus damni". In conclusione, secondo Iannone, le vicende umane di fronte alla morte dovrebbero risaltare le istanze punitive. D'altronde, così come riferisce il relatore:«la sola funzione riparatoria, in determinati casi, non appare possibile ovvero soddisfacente ai fini della reintegrazione del danno. Difatti, sulla falsariga di tale considerazione è apparso anche l'orientamento delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione che il 5 luglio 2017 ha dato cittadinanza ai punitive damages nell'ordinamento italiano, ma, per il momento, solo attraverso la delibazione delle sentenze straniere. Di conseguenza l'accoglimento di tale tesi dovrebbe portare, in futuro, verso un'apertura ai punitive damages nell'ottica di una rivisitazione della responsabilità civile nel nostro diritto interno. Perdonate la mia visione d'insieme, ma – forse - non sono altro che un inguaribile romantico del diritto».