Omicidio Labriola: chiesta la condanna dell'ex Dg Colasanto
Il medico bitontino è fra gli imputati nel processo sulla morte della psichiatra uccisa nel 2013 con 57 coltellate
venerdì 12 febbraio 2021
11.40
La Procura di Bari ha chiesto la condanna a 4 anni e 2 mesi per l'ex Direttore Generale della Asl, Domenico Colasanto, medico bitontino finito nel processo sulla morte della psichiatra Paola Labriola perchè ritenuto responsabile di una serie di presunte omissioni da parte di dirigenti e funzionari Asl. La dottoressa barese fu uccisa nel 2013 nel centro di salute mentale di via Tenente Casale, nel quartiere Libertà, con 57 coltellate da un paziente, il 41enne Vincenzo Poliseno, poi condannato in via definitiva a 30 anni di carcere.
Per Colasanto le accuse sono di morte come conseguenza di altro delitto, omissione di atti d'ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Con lui altre 5 persone sono coinvolte nel processo. La Procura ha chiesto infatti la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione anche per l'ex funzionario Alberto Gallo, per l'ex segretario di Colasanto, Antonio Ciocia e per un altro dipendente ASL, Giorgio Saponaro. Per gli ultimi due l'accusa è di aver "pressato con insistenza" Gallo nella predisposizione dei falsi Documenti di Valutazione dei Rischi. Per falso materiale in atto pubblico altri due funzionari, Baldassarre Lucarelli e Pasquale Bianco, rischiano la condanna a 1 anno e 4 mesi.
Nel processo si sono poi costituiti parte civile i familiari di Paola Labriola, che hanno chiesto alla Asl e agli altri imputati un risarcimento di oltre 5 milioni di euro per le omissioni loro addebitate.
Per Colasanto le accuse sono di morte come conseguenza di altro delitto, omissione di atti d'ufficio e induzione indebita a dare o promettere utilità.
Con lui altre 5 persone sono coinvolte nel processo. La Procura ha chiesto infatti la condanna a 1 anno e 8 mesi di reclusione anche per l'ex funzionario Alberto Gallo, per l'ex segretario di Colasanto, Antonio Ciocia e per un altro dipendente ASL, Giorgio Saponaro. Per gli ultimi due l'accusa è di aver "pressato con insistenza" Gallo nella predisposizione dei falsi Documenti di Valutazione dei Rischi. Per falso materiale in atto pubblico altri due funzionari, Baldassarre Lucarelli e Pasquale Bianco, rischiano la condanna a 1 anno e 4 mesi.
Nel processo si sono poi costituiti parte civile i familiari di Paola Labriola, che hanno chiesto alla Asl e agli altri imputati un risarcimento di oltre 5 milioni di euro per le omissioni loro addebitate.