Omicidio Tarantino: «Poche decine di uomini in più non risolveranno il problema»
L'associazione 'I Cittadini contro le mafie e la corruzione' chiede al ministro interventi sociali strutturali
venerdì 9 marzo 2018
8.41
«È fuorviante ritenere che si possa risolvere con l'invio di poche decine di uomini e donne delle forze di polizia la grave situazione sul fronte della sicurezza pubblica in quel territorio». La denuncia arriva dall'associazione nazionale di volontariato "I Cittadini contro le mafie e la corruzione", intervenuta per commentare i fatti di sangue avvenuti a Bitonto, in Puglia, ad opera della criminalità organizzata.
Gli attivisti hanno voluto esprimere «indignazione per i tentativi del Governo di risolvere la questione dello strapotere delle mafie pugliesi con promesse di potenziamento delle forze di polizia», come promesso dal ministro dell'Interno Minniti.
«Premesso che la questione criminalità organizzata in Puglia, così come da noi da anni denunciato – scrivono Antonio Turri e Luigi Cassio Di Pace, rispettivamente presidente nazionale e regionale dell'associazione - è molto più complessa, rispetto a quanto sembra ritenere Minniti. La mafia in Puglia, così come nel resto del Paese è una questione sociale oltre che criminale e come tale va affrontata. Minniti assumendo i panni dello "sceriffo" durante il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, dopo la sparatoria tra clan a Bitonto, nella quale il 30 dicembre scorso è rimasta uccisa un'anziana passante, dimentica che è compito del governo e delle altre Istituzioni, rimuovere le cause che portano ad incrementare sempre di più lo sviluppo delle mafie in Puglia e nel Paese».
Un'analisi più approfondita della situazione, insomma, quella dell'associazione, che individua le cause profonde dell'escalation criminale «in particolare nei gravi ritardi di sviluppo economico e sociale del Meridione d'Italia che fanno si che la criminalità organizzata assuma a Bitonto, così come a Foggia e nel resto della Puglia, le vesti di datore di lavoro per le giovani generazioni e non solo». «Minniti – concludono Turri e Di Pace - sa che nessuno gli chiederà conto dei ritardi e delle mancate promesse di maggior tutela della vita e della sicurezza dei Cittadini pugliesi. La Puglia ha bisogno di fatti perché le parole e le manifestazioni antimafia con le relative passerelle di "personaggi" famosi non fanno altro che aumentare la sfiducia e la paura nei Cittadini».
Gli attivisti hanno voluto esprimere «indignazione per i tentativi del Governo di risolvere la questione dello strapotere delle mafie pugliesi con promesse di potenziamento delle forze di polizia», come promesso dal ministro dell'Interno Minniti.
«Premesso che la questione criminalità organizzata in Puglia, così come da noi da anni denunciato – scrivono Antonio Turri e Luigi Cassio Di Pace, rispettivamente presidente nazionale e regionale dell'associazione - è molto più complessa, rispetto a quanto sembra ritenere Minniti. La mafia in Puglia, così come nel resto del Paese è una questione sociale oltre che criminale e come tale va affrontata. Minniti assumendo i panni dello "sceriffo" durante il comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza, dopo la sparatoria tra clan a Bitonto, nella quale il 30 dicembre scorso è rimasta uccisa un'anziana passante, dimentica che è compito del governo e delle altre Istituzioni, rimuovere le cause che portano ad incrementare sempre di più lo sviluppo delle mafie in Puglia e nel Paese».
Un'analisi più approfondita della situazione, insomma, quella dell'associazione, che individua le cause profonde dell'escalation criminale «in particolare nei gravi ritardi di sviluppo economico e sociale del Meridione d'Italia che fanno si che la criminalità organizzata assuma a Bitonto, così come a Foggia e nel resto della Puglia, le vesti di datore di lavoro per le giovani generazioni e non solo». «Minniti – concludono Turri e Di Pace - sa che nessuno gli chiederà conto dei ritardi e delle mancate promesse di maggior tutela della vita e della sicurezza dei Cittadini pugliesi. La Puglia ha bisogno di fatti perché le parole e le manifestazioni antimafia con le relative passerelle di "personaggi" famosi non fanno altro che aumentare la sfiducia e la paura nei Cittadini».