Onda Civica e Bitonto in Testa rispondono alla nota dell'Assessore Nacci sulla TARI
La loro posizione: «Le riduzioni e le esenzioni non posso ricadere sugli altri contribuenti»
giovedì 24 giugno 2021
10.30
Onda Civica e Bitonto in Testa replicano alla nota diffusa ieri dal Comune di Bitonto, nella quale l'Assessore Nacci specificava che «le aree adibite ad attività sportiva sono escluse per loro natura dall'assoggettabilità a tassazione» e quindi anche alla TARI.
«L'excursus normativo dell'Ill.mo Assessore al ramo non ci convince del tutto» chiariscono gli esponenti «se la concessa esenzione fosse stata realmente prevista e/o tipizzata dal nostro Legislatore, perché mai trascriverla in maniera espressa nell'ultimo regolamento TARI? Eppure la legge cui l'Ill.mo assessore al ramo fa riferimento è del 2013. Che nessun regolamento comunale potrà giammai normare "contra legem" è di dominio pubblico, e, dunque, per quale apodittica motivazione i Centri di Riabilitazione Motoria che hanno sede nella nostra comunità non sono anch'essi esenti/esclusi da TARI se l'esenzione/esclusione, a dir dell'assessore al ramo è prevista dallo stesso nostro Legislatore?» continuano.
L'articolo a cui fanno riferimento è il n.31 del regolamento TARI del Comune di Bitonto, nello stesso, secondo Onda Civica e Bitonto In testa «c'è scritto che si finanziano le esenzioni ed esclusioni con l'aumento della TARI a carico degli altri contribuenti in osservanza dell'obbligo di copertura integrale dei costi previsto dall'art. 1, comma 654, della Legge 27/12/2013, n. 147» precisano «dica l'Assessore al ramo, alla locale comunità, è vero o meno che l'art. 31 del nostro regolamento TARI è intestato al finanziamento delle riduzioni, delle esenzioni e delle agevolazioni e che la lett. m) (letteralmente aree nelle quali si svolge la sola attività sportiva) è sotto intestata al comma 5 dell'art. 26 intestato proprio alle riduzioni ed esenzioni?». «E dica l'assessore, anche le ulteriori riduzioni di cui all'art. 26 del regolamento TARI pari al 30% disciplinate alla lett. g) "in caso di adozione di un cane munito di microchip da canili autorizzati e convenzionati con il Comune - riduzione del 30% -. Per averne diritto il possessore del cane ogni anno deve presentare un certificato rilasciato da un veterinario dell'ASL che ne certifichi l'esistenza in vita. La riduzione sarà concessa proporzionalmente al periodo di possesso in riferimento all'anno di competenza;" e dalla lett. h) "i pubblici esercizi destinati ad attività di bar, rivendita, tabacchi e lotterie, pub che optano per la non presenza di apparecchiature con vincite in premi e/o in danaro - riduzione del 30 % - , sono previste dalla Legge nazionale e non sono frutto di una scelta amministrativa?».
Il focus della replica è incentrato sulla possibilità che a fronte di queste riduzioni ed esenzioni, gli altri contribuenti siano costretti a pagare in maniera maggiore. «Lo ripetiamo, noi siamo pro-palestre, pro-animalisti, contro la ludopatia, tuttavia, un conto è rendere l'esenzione, la riduzione e finanziare il minor gettito spalmandone il costo del servizio sugli altri contribuenti TARI - che di per loro già scontano un'elevatissima tassazione rispetto ai servizi resi -, altro conto è finanziare le esenzioni/riduzioni dalla sola contabilità generale estirpando gli sprechi della spesa pubblica c.d. 'spending review'».
«L'excursus normativo dell'Ill.mo Assessore al ramo non ci convince del tutto» chiariscono gli esponenti «se la concessa esenzione fosse stata realmente prevista e/o tipizzata dal nostro Legislatore, perché mai trascriverla in maniera espressa nell'ultimo regolamento TARI? Eppure la legge cui l'Ill.mo assessore al ramo fa riferimento è del 2013. Che nessun regolamento comunale potrà giammai normare "contra legem" è di dominio pubblico, e, dunque, per quale apodittica motivazione i Centri di Riabilitazione Motoria che hanno sede nella nostra comunità non sono anch'essi esenti/esclusi da TARI se l'esenzione/esclusione, a dir dell'assessore al ramo è prevista dallo stesso nostro Legislatore?» continuano.
L'articolo a cui fanno riferimento è il n.31 del regolamento TARI del Comune di Bitonto, nello stesso, secondo Onda Civica e Bitonto In testa «c'è scritto che si finanziano le esenzioni ed esclusioni con l'aumento della TARI a carico degli altri contribuenti in osservanza dell'obbligo di copertura integrale dei costi previsto dall'art. 1, comma 654, della Legge 27/12/2013, n. 147» precisano «dica l'Assessore al ramo, alla locale comunità, è vero o meno che l'art. 31 del nostro regolamento TARI è intestato al finanziamento delle riduzioni, delle esenzioni e delle agevolazioni e che la lett. m) (letteralmente aree nelle quali si svolge la sola attività sportiva) è sotto intestata al comma 5 dell'art. 26 intestato proprio alle riduzioni ed esenzioni?». «E dica l'assessore, anche le ulteriori riduzioni di cui all'art. 26 del regolamento TARI pari al 30% disciplinate alla lett. g) "in caso di adozione di un cane munito di microchip da canili autorizzati e convenzionati con il Comune - riduzione del 30% -. Per averne diritto il possessore del cane ogni anno deve presentare un certificato rilasciato da un veterinario dell'ASL che ne certifichi l'esistenza in vita. La riduzione sarà concessa proporzionalmente al periodo di possesso in riferimento all'anno di competenza;" e dalla lett. h) "i pubblici esercizi destinati ad attività di bar, rivendita, tabacchi e lotterie, pub che optano per la non presenza di apparecchiature con vincite in premi e/o in danaro - riduzione del 30 % - , sono previste dalla Legge nazionale e non sono frutto di una scelta amministrativa?».
Il focus della replica è incentrato sulla possibilità che a fronte di queste riduzioni ed esenzioni, gli altri contribuenti siano costretti a pagare in maniera maggiore. «Lo ripetiamo, noi siamo pro-palestre, pro-animalisti, contro la ludopatia, tuttavia, un conto è rendere l'esenzione, la riduzione e finanziare il minor gettito spalmandone il costo del servizio sugli altri contribuenti TARI - che di per loro già scontano un'elevatissima tassazione rispetto ai servizi resi -, altro conto è finanziare le esenzioni/riduzioni dalla sola contabilità generale estirpando gli sprechi della spesa pubblica c.d. 'spending review'».