Indagini lampo per il tentato omicidio ad un operaio: fermato un 29enne
Si tratta di Giuseppe Incantalupo. I due si conoscevano di vista, avrebbe sparato per futili motivi
martedì 19 ottobre 2021
12.45
La canna di una pistola calibro 7.65 puntata contro un 39enne operaio di Palo del Colle, alla guida di un camion. Poi gli spari e la fuga. La vittima rimase ferita al braccio sinistro, il presunto autore dell'agguato, lunedì pomeriggio, a un mese dall'episodio, è stato fermato nella sua città dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Molfetta, unitamente ai colleghi della Stazione di Palo del Colle, e condotto in caserma.
Si tratta di Giuseppe Incantalupo, 29enne del posto, con precedenti per furto, a cui i militari hanno notificato un decreto di fermo emesso dai pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, Lidia Giorgio e Domenico Minardi, per i reati di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
All'origine del grave fatto di cronaca, che spinse il sindaco Tommaso Amendolara a chiedere ed ottenere un incontro con il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, «questioni futili», tagliano corto gli inquirenti, anche se è massimo il riserbo sulle ragioni scatenanti il raid a mano armata.
I fatti risalgono al 15 settembre scorso, alle ore 13.30, quando il 39enne, incensurato, uscito da un cantiere alla guida di un Fiat Iveco di un'azienda di Andria, impegnata in alcuni lavori nella zona, giunto in via Monfalcone, stava svoltando a destra in via Forges Davanzati, quando fu raggiunto da un'auto. Dal finestrino lato conducente abbassato, sporse un braccio, una mano e una pistola puntata verso la cabina del mezzo pesante.
E proprio quella mano premette più volte il grilletto, sparando 5 colpi di pistola calibro 7.65 contro la portiera, il finestrino lato guida e il parabrezza (i proiettili colpirono il camion e poi, di striscio, anche il conducente) per poi fuggire a folle velocità - pensando di aver portato a termine la missione - facendo perdere le proprie tracce. Il 39enne, subito soccorso, fu trasportato al Di Venere di Carbonara dal 118: rimasto ferito al braccio sinistro, riportò una prognosi di 15 giorni.
Sul posto arrivarono i Carabinieri della locale Stazione e quelli della Compagnia di Molfetta, oltre agli specialisti della Sezione Investigazioni Scientifiche che svolsero i rilievi del caso: le indagini lampo, partite dal nulla, dei militari della Sezione Operativa, coordinati dal tenente Domenico Mastromauro, sotto il diretto coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno permesso, in poco più di un mese, di ricostruire il più dettagliatamente possibile, anche attraverso le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona, tutti i passaggi dell'azione di fuoco avvenuta all'ora di pranzo a pochi passi dall'istituto comprensivo Antenore-Guaccero.
Il 29enne, che conosceva la vittima solo di vista - per questo gli investigatori seguono la pista dei futili motivi - e avrebbe aperto il fuoco nei confronti del 39enne, dileguandosi subito dopo a bordo di un'auto, è stato individuato dai Carabinieri che, però, hanno deciso di mantenere un basso profilo sull'accaduto in quanto ci sono ancora dei punti da chiarire.
Il loro quadro indiziario è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo che ha emesso il decreto di fermo: Incantalupo è stato rinchiuso nel carcere di Trani.
Si tratta di Giuseppe Incantalupo, 29enne del posto, con precedenti per furto, a cui i militari hanno notificato un decreto di fermo emesso dai pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bari, Lidia Giorgio e Domenico Minardi, per i reati di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
All'origine del grave fatto di cronaca, che spinse il sindaco Tommaso Amendolara a chiedere ed ottenere un incontro con il prefetto di Bari, Antonia Bellomo, «questioni futili», tagliano corto gli inquirenti, anche se è massimo il riserbo sulle ragioni scatenanti il raid a mano armata.
I fatti risalgono al 15 settembre scorso, alle ore 13.30, quando il 39enne, incensurato, uscito da un cantiere alla guida di un Fiat Iveco di un'azienda di Andria, impegnata in alcuni lavori nella zona, giunto in via Monfalcone, stava svoltando a destra in via Forges Davanzati, quando fu raggiunto da un'auto. Dal finestrino lato conducente abbassato, sporse un braccio, una mano e una pistola puntata verso la cabina del mezzo pesante.
E proprio quella mano premette più volte il grilletto, sparando 5 colpi di pistola calibro 7.65 contro la portiera, il finestrino lato guida e il parabrezza (i proiettili colpirono il camion e poi, di striscio, anche il conducente) per poi fuggire a folle velocità - pensando di aver portato a termine la missione - facendo perdere le proprie tracce. Il 39enne, subito soccorso, fu trasportato al Di Venere di Carbonara dal 118: rimasto ferito al braccio sinistro, riportò una prognosi di 15 giorni.
Sul posto arrivarono i Carabinieri della locale Stazione e quelli della Compagnia di Molfetta, oltre agli specialisti della Sezione Investigazioni Scientifiche che svolsero i rilievi del caso: le indagini lampo, partite dal nulla, dei militari della Sezione Operativa, coordinati dal tenente Domenico Mastromauro, sotto il diretto coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno permesso, in poco più di un mese, di ricostruire il più dettagliatamente possibile, anche attraverso le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona, tutti i passaggi dell'azione di fuoco avvenuta all'ora di pranzo a pochi passi dall'istituto comprensivo Antenore-Guaccero.
Il 29enne, che conosceva la vittima solo di vista - per questo gli investigatori seguono la pista dei futili motivi - e avrebbe aperto il fuoco nei confronti del 39enne, dileguandosi subito dopo a bordo di un'auto, è stato individuato dai Carabinieri che, però, hanno deciso di mantenere un basso profilo sull'accaduto in quanto ci sono ancora dei punti da chiarire.
Il loro quadro indiziario è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo che ha emesso il decreto di fermo: Incantalupo è stato rinchiuso nel carcere di Trani.