Papà investito e ucciso a Bari, la Procura ha chiesto il giudizio immediato
In base agli accertamenti dopo la morte del 47enne Gaetano De Felice, il 21enne Antonio Cassano risultò positivo all’alcoltest
martedì 6 dicembre 2022
10.08
La Procura della Repubblica di Bari ha chiesto il giudizio immediato per Antonio Cassano, il 21enne che lo scorso 29 luglio, mentre era in sella ad una moto, ha investito e ucciso, sul lungomare di Santo Spirito, il 47enne Gaetano De Felice, di Bitonto, il papà-eroe che con il suo corpo ha fatto scudo al figlio di soli 7 anni.
Il giovane, che si trova detenuto agli arresti domiciliari, è accusato del reato di omicidio stradale aggravato, per il pubblico ministero Savina Toscani, dal luogo in cui è avvenuto l'investimento, sulle strisce pedonali, dal fatto che la sua Honda SH300 fosse sprovvista della copertura assicurativa, che non avesse la patente di guida e che fosse risultato positivo ai test alcolemici. Quella sera, il 21enne risultò positivo pure agli esami tossicologici: aveva assunto sostanze stupefacenti.
In realtà, all'esito di una consulenza, la risposta fornita dal tossicologo Roberto Gagliano Candela ha confermato la presenza di tracce di stupefacenti nel sangue ma chiarito che, in quelle quantità, non avrebbero alterato le capacità psico-fisiche del conducente della moto. Il giovane, da quattro mesi ai domiciliari, travolse l'informatore farmaceutico noto a Bitonto, mentre attraversava con il figlio in braccio dopo una serata in pizzeria, protetto nella caduta dall'abbraccio del padre.
Al giudice Giuseppe Battista, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il 21enne, assistito dall'avvocato Giancarlo Schirone, aveva spiegato che quella sera usava per la seconda volta la moto. Non aveva la patente e dopo aver visto sbucare l'uomo, avrebbe cercato di frenare, ma non sarebbe riuscito ad evitare l'incidente.
Il giovane, che si trova detenuto agli arresti domiciliari, è accusato del reato di omicidio stradale aggravato, per il pubblico ministero Savina Toscani, dal luogo in cui è avvenuto l'investimento, sulle strisce pedonali, dal fatto che la sua Honda SH300 fosse sprovvista della copertura assicurativa, che non avesse la patente di guida e che fosse risultato positivo ai test alcolemici. Quella sera, il 21enne risultò positivo pure agli esami tossicologici: aveva assunto sostanze stupefacenti.
In realtà, all'esito di una consulenza, la risposta fornita dal tossicologo Roberto Gagliano Candela ha confermato la presenza di tracce di stupefacenti nel sangue ma chiarito che, in quelle quantità, non avrebbero alterato le capacità psico-fisiche del conducente della moto. Il giovane, da quattro mesi ai domiciliari, travolse l'informatore farmaceutico noto a Bitonto, mentre attraversava con il figlio in braccio dopo una serata in pizzeria, protetto nella caduta dall'abbraccio del padre.
Al giudice Giuseppe Battista, nel corso dell'interrogatorio di garanzia, il 21enne, assistito dall'avvocato Giancarlo Schirone, aveva spiegato che quella sera usava per la seconda volta la moto. Non aveva la patente e dopo aver visto sbucare l'uomo, avrebbe cercato di frenare, ma non sarebbe riuscito ad evitare l'incidente.