Parte stasera a Bitonto il Festival Metropolitano “Di Voce in Voce”
L’apertura affidata al viaggio sonoro per mare e altri approdi “Il mare di mezzo” con Maria Giaquinto e i Radicanto
venerdì 5 ottobre 2018
11.23
Stasera sera al teatro "Traetta" di Bitonto (inizio ore 20.00, con ingresso gratuito su prenotazione: 080.3742636), nell'ambito della X edizione del Festival Metropolitano "Di Voce in Voce", sarà presentato "Il mare di mezzo". Il progetto nasce dalla voglia di esplorare attraverso la forma "canzone" in chiave d'autore e acustica la musica del mediterraneo.
Ricerca, rielaborazione e dedizione verso le tradizioni popolari "vive" di tutto il mediterraneo, che hanno fatto, nel corso dell'ultimo decennio, di Maria Giaquinto (accompagnata dai Radicanto) una delle più interessanti realtà musicali in Italia.
Il progetto propone un approccio tutt'altro che filologico alle forme della musica etnica, basato più sulle suggestioni che essa suscita all'ascolto odierno, arricchito d'influenze e sonorità contemporanee. La sensibilità di musicisti provenienti da differenti tradizioni musicali, dà vita a un'interpretazione non convenzionale dei canti d'amore e maternità, di lotta e di libertà, di fede e ritualità. La voce è il ponte immaginario che unisce non solo le diverse tradizioni musicali, ma anche la poesia che le attraversa.
Il marchio di fabbrica dei Radicanto riluce nelle venature vocali di Maria Giaquinto, sorrette dai timbri percussivi di Francesco De Palma, dalle corde intrecciate di Giuseppe De Trizio e Adolfo La Volpe.
L'ascolto della musica è ascolto interiore, ascolto dell'altro: luogo del dialogo e del confronto interculturale, sotto il segno della antica dottrina dell'ethos che nella Magna Grecia ha il suo naturale luogo di risonanza.
I musicisti:
Maria Giaquinto (canto, voce recitante)
Giuseppe De Trizio (chitarra classica)
Adolfo La Volpe (chitarra elettrica, oud)
Francesco De Palma (bendir, riq, cucchiai, cajon)
Il risultato è una performance musicale d'impatto, votata al ritmo, alla melodia e alla memoria di quella storia non ufficiale che non smetterà mai di insegnarci il futuro, con i suoi momenti d'autore che riecheggiano fra le note e che prendono forma nella poetica ruvida dei suoi cantori. È difficile non partecipare emotivamente a questa riappropriazione della nostra memoria, ricollocata nel contesto moderno e quindi, di ancora più immediata fruizione.
I Radicanto, nel loro percorso artistico vantano collaborazioni con alcuni tra i massimi esponenti della musica di tradizione, di quella antica, ma anche d'autore e jazz, sia in contesti cinematografici che in quelli live e discografici (Teresa De Sio, Raiz, Lucilla Galeazzi, Roberto Saviano).
A seguire.
Un racconto attraverso le canzoni e le emozioni di una donna che non si è mai fatta schiacciare dalla sua condizione di donna e di proletaria e che ha portato nel suo canto e nella sua pelle la disperazione dei reietti e il riscatto dei povericristi.
Rosa Balistreri è uno di quei personaggi che appartengono all'immaginario più profondo della mia terra d'origine, la Sicilia. Rosa – come molti siciliani – fu costretta ad emigrare e vivere lontano dalla sua terra. Nata da famiglia poverissima, lei, semianalfabeta, riuscì a riscattarsi dalla sua condizione di miseria e diventare amica di grandi come Guttuso, Sciascia e Amalia Rodriguez, incarnando un modello di donna che non si arrende e che lotta per la propria emancipazione.
Un'icona che rappresenta in maniera forte il rapporto difficile, di odio e amore, che molti siciliani, forse quelli dallo spirito più libero ed irrequieto, hanno nei confronti della loro terra.
Un'icona della Sicilia, della sua carnalità, della sua voglia di onestà, del suo modo di amare, passionale e intenso…
Come ha scritto Ignazio Buttitta, che collaborò con lei e le fu amico, "ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza …"
È proprio questo contrasto tra la durezza e la dolcezza di Rosa che ci spinge a voler mettere in scena la sua storia a più di venticinque anni dalla sua scomparsa.
L'idea nasce da un lavoro di ricerca sul canto popolare, cominciato grazie all'incontro artistico con Lucilla Galeazzi. Una ricerca a partire dalla voce e dal canto, che ha portato alla necessità di raccontare la faccia di una Sicilia poco conosciuta, dando risalto ad una figura femminile eccezionale e controversa.
Obiettivo del lavoro è quello di dare corpo e voce ad una donna che ha avuto la forza e il coraggio di andare contro le "regole" di una società arcaica e maschilista e che è riuscita ad affrancarsi da una condizione di subalternità grazie al canto.
Ricerca, rielaborazione e dedizione verso le tradizioni popolari "vive" di tutto il mediterraneo, che hanno fatto, nel corso dell'ultimo decennio, di Maria Giaquinto (accompagnata dai Radicanto) una delle più interessanti realtà musicali in Italia.
Il progetto propone un approccio tutt'altro che filologico alle forme della musica etnica, basato più sulle suggestioni che essa suscita all'ascolto odierno, arricchito d'influenze e sonorità contemporanee. La sensibilità di musicisti provenienti da differenti tradizioni musicali, dà vita a un'interpretazione non convenzionale dei canti d'amore e maternità, di lotta e di libertà, di fede e ritualità. La voce è il ponte immaginario che unisce non solo le diverse tradizioni musicali, ma anche la poesia che le attraversa.
Il marchio di fabbrica dei Radicanto riluce nelle venature vocali di Maria Giaquinto, sorrette dai timbri percussivi di Francesco De Palma, dalle corde intrecciate di Giuseppe De Trizio e Adolfo La Volpe.
L'ascolto della musica è ascolto interiore, ascolto dell'altro: luogo del dialogo e del confronto interculturale, sotto il segno della antica dottrina dell'ethos che nella Magna Grecia ha il suo naturale luogo di risonanza.
I musicisti:
Maria Giaquinto (canto, voce recitante)
Giuseppe De Trizio (chitarra classica)
Adolfo La Volpe (chitarra elettrica, oud)
Francesco De Palma (bendir, riq, cucchiai, cajon)
Il risultato è una performance musicale d'impatto, votata al ritmo, alla melodia e alla memoria di quella storia non ufficiale che non smetterà mai di insegnarci il futuro, con i suoi momenti d'autore che riecheggiano fra le note e che prendono forma nella poetica ruvida dei suoi cantori. È difficile non partecipare emotivamente a questa riappropriazione della nostra memoria, ricollocata nel contesto moderno e quindi, di ancora più immediata fruizione.
I Radicanto, nel loro percorso artistico vantano collaborazioni con alcuni tra i massimi esponenti della musica di tradizione, di quella antica, ma anche d'autore e jazz, sia in contesti cinematografici che in quelli live e discografici (Teresa De Sio, Raiz, Lucilla Galeazzi, Roberto Saviano).
A seguire.
Un racconto attraverso le canzoni e le emozioni di una donna che non si è mai fatta schiacciare dalla sua condizione di donna e di proletaria e che ha portato nel suo canto e nella sua pelle la disperazione dei reietti e il riscatto dei povericristi.
Rosa Balistreri è uno di quei personaggi che appartengono all'immaginario più profondo della mia terra d'origine, la Sicilia. Rosa – come molti siciliani – fu costretta ad emigrare e vivere lontano dalla sua terra. Nata da famiglia poverissima, lei, semianalfabeta, riuscì a riscattarsi dalla sua condizione di miseria e diventare amica di grandi come Guttuso, Sciascia e Amalia Rodriguez, incarnando un modello di donna che non si arrende e che lotta per la propria emancipazione.
Un'icona che rappresenta in maniera forte il rapporto difficile, di odio e amore, che molti siciliani, forse quelli dallo spirito più libero ed irrequieto, hanno nei confronti della loro terra.
Un'icona della Sicilia, della sua carnalità, della sua voglia di onestà, del suo modo di amare, passionale e intenso…
Come ha scritto Ignazio Buttitta, che collaborò con lei e le fu amico, "ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza …"
È proprio questo contrasto tra la durezza e la dolcezza di Rosa che ci spinge a voler mettere in scena la sua storia a più di venticinque anni dalla sua scomparsa.
L'idea nasce da un lavoro di ricerca sul canto popolare, cominciato grazie all'incontro artistico con Lucilla Galeazzi. Una ricerca a partire dalla voce e dal canto, che ha portato alla necessità di raccontare la faccia di una Sicilia poco conosciuta, dando risalto ad una figura femminile eccezionale e controversa.
Obiettivo del lavoro è quello di dare corpo e voce ad una donna che ha avuto la forza e il coraggio di andare contro le "regole" di una società arcaica e maschilista e che è riuscita ad affrancarsi da una condizione di subalternità grazie al canto.