Pinto (PD): «Fuori dalla nostra sede per amore di legalità»
La riflessione del consigliere comunale sulla scelta di lasciare la storica “Pescara” in corso Vittorio Emanuele
venerdì 26 marzo 2021
9.04
Potrebbe completarsi nei prossimi giorni il percorso - iniziato con l'amministrazione Valla e proseguito, pur con pause, temporanei ripensamenti e nuovi slanci per tutta l'amministrazione Abbaticchio – che porterà il Partito Democratico di Bitonto a lasciare la sua storica sede in corso Vittorio Emanuele. Sull'argomento è intervenuto il consigliere comunale del PD, Domenico Pinto, che ha provato a spiegare, in una lettera aperta che si pubblica integralmente, la scelta del suo partito di lasciare un edificio che, per anni, è stato il fulcro del destino politico e civile di tutta la città, indipendentemente dal ruolo ricoperto dal partito in quel momento ospitato nella celebre "Pescara".
«Intervengo nella questione relativa alla sede del locale Partito Democratico per confermare la scelta coraggiosa compiuta dalla assemblea di rilasciare la sede su richiesta motivata della Amministrazione e dei competenti Organi comunali. Una scelta dolorosa ma inevitabile, compiuta dopo mesi di riflessione e tentativi di risolvere diversamente la questione, sempre nel binario imprescindibile della legalità, con l'impegno totale delle diverse figure istituzionali che in questi ultimi mesi hanno rappresentato il Partito Democratico.
Abbiamo ereditato una situazione giuridica pesante e chiara, non voluta da noi e non avversata ai tempi in cui andava fatto, con atti amministrativi che, altre forze politiche prima di noi in autonomia e senza che l'allora Partito Democratico potesse influire in alcun modo su questo, hanno segnato un sentiero forzato. Prima un indirizzo teso a istituire un immaginario spazio giovanile adibito a "caffè letterario e teatrale" (in un luogo dove a malapena può tenersi una riunione), poi uno spazio da affidare a terzi per ricavarne la massima utilità economica (con due avvisi pubblici andati chiaramente deserti poiché offerti a prezzi di canone che neanche in Via Sparano a Bari).
In questi mesi abbiamo continuato a pagare un canone di occupazione equivalente al canone di locazione, con sacrifici economici personali dei soli soggetti e tesserati chiamati a dirigere il Partito e di pochi altri simpatizzanti, a cui va il mio e nostro grande ringraziamento, nel pieno rispetto anche del valore storico assunto dall'immobile, da sede del Partito Nazionale Fascista a sede storica del Partito Comunista Italiano per arrivare al Partito Democratico solo ai nostri giorni.
Considerando la quantità di beni comunali che non portano frutti economici alle casse della collettività, alcuni anche abusivamente occupati non mi pare una circostanza secondaria.
Ma abbiamo deciso di non sentirci ospiti nel luogo che è diventata, nel tempo, anche casa nostra. Il luogo che ha visto intere generazioni bitontine confrontarsi, discutere, litigare, realizzare sogni e sperimentare delusioni. Un luogo che per molti, me ne rendo conto, rappresenta un luogo dell'Anima e che per altri, mi è ben chiaro anche questo, rappresenta un luogo da radere al suolo.
Ma la nostra è una generazione nuova. Che rispetta la Storia e le storie ma che non può né godere delle rendite e dei successi dei Padri né patire per le loro eventuali colpe. La nostra è una Generazione, politicamente quasi orfana, abbandonata da tanti che oggi si ergono immotivatamente anche a Maestri, che vuole camminare con le proprie gambe, aiutata da tutte le persone di buona volontà, ed animata da pochi e saldi principi: il primo dei quali è la Legalità, poi il rispetto e la tutela dei beni comuni. E all'indomani della giornata dedicata a tutte le vittime delle mafie ed al trionfo della legalità non potevamo che rappresentare questa nostra decisione.
Sappiano tutti però che, accanto alle chiavi dell'immobile che consentirebbero un rilascio pacifico ma circostanziato, troveranno gente disposta ad avversare in ogni sede ulteriori richieste economiche immotivate, persecutorie ed irrispettose, destituite di ogni fondamento giuridico, e un gruppo di Democratiche e Democratici che vigilerà attentamente, ogni singolo giorno, sulle azioni che verranno poste in essere per assicurare l'immobile alla collettività bitontina.
Le Donne e gli Uomini della nostra attuale comunità politica hanno a cuore le sorti delle persone bitontine in carne ed ossa e non soltanto quelle dei muri e delle pietre della nostra terra.
Anche in questo la Sinistra si distingue e cercheremo di marcare questa sostanziale "differenza"».
«Intervengo nella questione relativa alla sede del locale Partito Democratico per confermare la scelta coraggiosa compiuta dalla assemblea di rilasciare la sede su richiesta motivata della Amministrazione e dei competenti Organi comunali. Una scelta dolorosa ma inevitabile, compiuta dopo mesi di riflessione e tentativi di risolvere diversamente la questione, sempre nel binario imprescindibile della legalità, con l'impegno totale delle diverse figure istituzionali che in questi ultimi mesi hanno rappresentato il Partito Democratico.
Abbiamo ereditato una situazione giuridica pesante e chiara, non voluta da noi e non avversata ai tempi in cui andava fatto, con atti amministrativi che, altre forze politiche prima di noi in autonomia e senza che l'allora Partito Democratico potesse influire in alcun modo su questo, hanno segnato un sentiero forzato. Prima un indirizzo teso a istituire un immaginario spazio giovanile adibito a "caffè letterario e teatrale" (in un luogo dove a malapena può tenersi una riunione), poi uno spazio da affidare a terzi per ricavarne la massima utilità economica (con due avvisi pubblici andati chiaramente deserti poiché offerti a prezzi di canone che neanche in Via Sparano a Bari).
In questi mesi abbiamo continuato a pagare un canone di occupazione equivalente al canone di locazione, con sacrifici economici personali dei soli soggetti e tesserati chiamati a dirigere il Partito e di pochi altri simpatizzanti, a cui va il mio e nostro grande ringraziamento, nel pieno rispetto anche del valore storico assunto dall'immobile, da sede del Partito Nazionale Fascista a sede storica del Partito Comunista Italiano per arrivare al Partito Democratico solo ai nostri giorni.
Considerando la quantità di beni comunali che non portano frutti economici alle casse della collettività, alcuni anche abusivamente occupati non mi pare una circostanza secondaria.
Ma abbiamo deciso di non sentirci ospiti nel luogo che è diventata, nel tempo, anche casa nostra. Il luogo che ha visto intere generazioni bitontine confrontarsi, discutere, litigare, realizzare sogni e sperimentare delusioni. Un luogo che per molti, me ne rendo conto, rappresenta un luogo dell'Anima e che per altri, mi è ben chiaro anche questo, rappresenta un luogo da radere al suolo.
Ma la nostra è una generazione nuova. Che rispetta la Storia e le storie ma che non può né godere delle rendite e dei successi dei Padri né patire per le loro eventuali colpe. La nostra è una Generazione, politicamente quasi orfana, abbandonata da tanti che oggi si ergono immotivatamente anche a Maestri, che vuole camminare con le proprie gambe, aiutata da tutte le persone di buona volontà, ed animata da pochi e saldi principi: il primo dei quali è la Legalità, poi il rispetto e la tutela dei beni comuni. E all'indomani della giornata dedicata a tutte le vittime delle mafie ed al trionfo della legalità non potevamo che rappresentare questa nostra decisione.
Sappiano tutti però che, accanto alle chiavi dell'immobile che consentirebbero un rilascio pacifico ma circostanziato, troveranno gente disposta ad avversare in ogni sede ulteriori richieste economiche immotivate, persecutorie ed irrispettose, destituite di ogni fondamento giuridico, e un gruppo di Democratiche e Democratici che vigilerà attentamente, ogni singolo giorno, sulle azioni che verranno poste in essere per assicurare l'immobile alla collettività bitontina.
Le Donne e gli Uomini della nostra attuale comunità politica hanno a cuore le sorti delle persone bitontine in carne ed ossa e non soltanto quelle dei muri e delle pietre della nostra terra.
Anche in questo la Sinistra si distingue e cercheremo di marcare questa sostanziale "differenza"».