Processo "Market Drugs", il Comune di Bitonto si costituisce parte civile
A deliberarlo è stata la giunta comunale guidata dal sindaco Francesco Paolo Ricci
martedì 1 novembre 2022
Il Comune di Bitonto ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale "Market Drugs" per ottenere le restituzioni e il risarcimento dei danni subiti, ritenendo che «atti criminosi come quello riguardante il procedimento penale di cui innanzi ledano profondamente la comunità e l'immagine stessa della Città di Bitonto».
A deliberarlo è stata la giunta comunale guidata dal sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha affidato all'avv. Paolo Monteleone del Servizio Legale e Contenzioso il compito di rappresentare e difendere il Comune di Bitonto nell'azione civile dinanzi al Tribunale di Bari.
L'operazione "Market Drugs" ha consentito alle forze dell'ordine di infliggere un duro colpo al clan Conte di Bitonto, che avrebbe organizzato il traffico di droga come in una vera e propria «azienda», in cui i vari adepti venivano remunerati con stipendi settimanali: dalle 300 alle 500 euro per le vedette, considerata attività a basso rischio; 1.000 euro ai pusher, anche minorenni; 1.500 euro alle guardie armate dislocate sui tetti e al responsabile della piazza che si occupava anche dei rifornimenti.
L'operazione ha condotto all'arresto di 43 persone: tra i destinatari della misura, anche il presunto capo clan Domenico Conte, di 52 anni, e il suo braccio destro Mario D'Elia, di 51 anni. Il giro d'affari era di 30mila euro al giorno per circa 40 chilogrammi di stupefacenti smerciati tra cocaina, hashish, marijuana e amnesia. I fatti contestati risalgono al periodo 2013-2018.
A deliberarlo è stata la giunta comunale guidata dal sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha affidato all'avv. Paolo Monteleone del Servizio Legale e Contenzioso il compito di rappresentare e difendere il Comune di Bitonto nell'azione civile dinanzi al Tribunale di Bari.
L'operazione "Market Drugs" ha consentito alle forze dell'ordine di infliggere un duro colpo al clan Conte di Bitonto, che avrebbe organizzato il traffico di droga come in una vera e propria «azienda», in cui i vari adepti venivano remunerati con stipendi settimanali: dalle 300 alle 500 euro per le vedette, considerata attività a basso rischio; 1.000 euro ai pusher, anche minorenni; 1.500 euro alle guardie armate dislocate sui tetti e al responsabile della piazza che si occupava anche dei rifornimenti.
L'operazione ha condotto all'arresto di 43 persone: tra i destinatari della misura, anche il presunto capo clan Domenico Conte, di 52 anni, e il suo braccio destro Mario D'Elia, di 51 anni. Il giro d'affari era di 30mila euro al giorno per circa 40 chilogrammi di stupefacenti smerciati tra cocaina, hashish, marijuana e amnesia. I fatti contestati risalgono al periodo 2013-2018.