Processo "Porta Robustina", il Comune di Bitonto si costituisce parte civile
A deliberarlo è stata la giunta comunale guidata dal sindaco Francesco Paolo Ricci
domenica 22 gennaio 2023
16.51
Dopo i Conte, i loro rivali: i Cipriano. Il Comune di Bitonto ha deciso di costituirsi parte civile nel processo "Porta Robustina", che proseguirà lunedì prossimo per ottenere il risarcimento dei danni subiti, ritenendo che «atti criminosi come quello ledano profondamente la comunità e l'immagine stessa della città di Bitonto».
A deliberarlo è stata la giunta comunale retta dal sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha affidato all'avvocato Paolo Monteleone del servizio legale e contenzioso il compito di rappresentare e di difendere l'ente dinanzi al Tribunale di Bari nell'azione civile contro il gruppo egemone nel borgo antico. Era questo, infatti, il regno dell'organizzazione di Francesco Colasuonno, arrestato il 4 luglio dello scorso anno con altre 24 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere.
L'attività investigativa, coordinata dai pubblici ministeri antimafia Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, è nata nel 2017 dopo l'omicidio dell'albanese Edvin Sadiku, avvenuto a Binetto il 4 febbraio di quell'anno nel contesto dello spaccio di droga, ed è proseguito, il 31 dicembre, con l'omicidio di Anna Rosa Tarantino, uccisa durante un inseguimento tra pusher dei due gruppi rivali. È stata, e forse lo è ancora, una famiglia importante quella dei Cipriano, contigua al clan Parisi di Bari.
A sostenere le fonti di prova raccolte negli anni anche i brogliacci con le intercettazioni di undici collaboratori di giustizia. Sono serviti per ricostruire le modalità esecutive di un gruppo di carattere verticistico, con un capo e la manovalanza, giovani pusher e vedette, incaricati dell'attività di spaccio, organizzati su più turni.
A deliberarlo è stata la giunta comunale retta dal sindaco Francesco Paolo Ricci, che ha affidato all'avvocato Paolo Monteleone del servizio legale e contenzioso il compito di rappresentare e di difendere l'ente dinanzi al Tribunale di Bari nell'azione civile contro il gruppo egemone nel borgo antico. Era questo, infatti, il regno dell'organizzazione di Francesco Colasuonno, arrestato il 4 luglio dello scorso anno con altre 24 persone ritenute responsabili di associazione per delinquere.
L'attività investigativa, coordinata dai pubblici ministeri antimafia Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, è nata nel 2017 dopo l'omicidio dell'albanese Edvin Sadiku, avvenuto a Binetto il 4 febbraio di quell'anno nel contesto dello spaccio di droga, ed è proseguito, il 31 dicembre, con l'omicidio di Anna Rosa Tarantino, uccisa durante un inseguimento tra pusher dei due gruppi rivali. È stata, e forse lo è ancora, una famiglia importante quella dei Cipriano, contigua al clan Parisi di Bari.
A sostenere le fonti di prova raccolte negli anni anche i brogliacci con le intercettazioni di undici collaboratori di giustizia. Sono serviti per ricostruire le modalità esecutive di un gruppo di carattere verticistico, con un capo e la manovalanza, giovani pusher e vedette, incaricati dell'attività di spaccio, organizzati su più turni.