Puzza dal depuratore di Bitonto: sversamenti abusivi dai frantoi
A causare il diffondersi dei cattivi odori lo scarico illecito delle acque di vegetazione della lavorazione delle olive
venerdì 15 novembre 2019
13.48
È in piena attività la campagna olearia 2019 e puntuale, con essa, in tutta la zona 167 di Bitonto, ma anche in gran parte del resto della città, arriva la puzza dal depuratore di via Burrone, che invade i quartieri vicini a via Berlinguer e non solo. A causarli, oggi come in passato, lo stesso problema: lo sversamento illecito delle acque di vegetazione prodotte dai processi di lavorazione delle olive all'interno dei frantoi locali per ottenere l'olio extravergine di oliva.
Questi scarti liquidi, innocui se utilizzati correttamente, devono essere smaltiti, per legge, all'interno dell'apposito ciclo e possono essere utilizzati come fertilizzante attraverso lo spandimento controllato su terreni adibiti ad usi agricoli.
I problemi sorgono invece quando queste acque vengono scaricate abusivamente negli scarichi fognari civili. Una volta giunti nella stazione di depurazione, infatti, provocano gravi malfunzionamenti al ciclo biologico che abbatte la carica microbica dei liquidi e consente loro di essere scaricati in mare senza pericoli, provocando così un doppio danneggiamento: un maggiore tasso di inquinamento delle acque marine specie in prossimità delle spiagge e un tanfo insopportabile che rende talvolta irrespirabile l'aria.
La pratica, purtroppo, è difficilmente contrastabile, visto che i responsabili dovrebbero essere colti in flagranza, ma potendo usare un qualsiasi scarico, privato o pubblico, come un pozzetto stradale magari nascosto, rendono questa eventualità praticamente impossibile. Più percorribile, invece, la strada dei controlli serrati all'interno dei frantoi, dove, incrociando i dati delle tonnellate di olive molite e la quantità di litri di acque di vegetazione prodotte e correttamente smaltite è possibile risalire a eventuali condotte illecite.
Questi scarti liquidi, innocui se utilizzati correttamente, devono essere smaltiti, per legge, all'interno dell'apposito ciclo e possono essere utilizzati come fertilizzante attraverso lo spandimento controllato su terreni adibiti ad usi agricoli.
I problemi sorgono invece quando queste acque vengono scaricate abusivamente negli scarichi fognari civili. Una volta giunti nella stazione di depurazione, infatti, provocano gravi malfunzionamenti al ciclo biologico che abbatte la carica microbica dei liquidi e consente loro di essere scaricati in mare senza pericoli, provocando così un doppio danneggiamento: un maggiore tasso di inquinamento delle acque marine specie in prossimità delle spiagge e un tanfo insopportabile che rende talvolta irrespirabile l'aria.
La pratica, purtroppo, è difficilmente contrastabile, visto che i responsabili dovrebbero essere colti in flagranza, ma potendo usare un qualsiasi scarico, privato o pubblico, come un pozzetto stradale magari nascosto, rendono questa eventualità praticamente impossibile. Più percorribile, invece, la strada dei controlli serrati all'interno dei frantoi, dove, incrociando i dati delle tonnellate di olive molite e la quantità di litri di acque di vegetazione prodotte e correttamente smaltite è possibile risalire a eventuali condotte illecite.