Rapina sull'Intercity: scatta la condanna, ma cade l'accusa di violenza sessuale
Il 36enne preso a Bitonto, condannato a 4 anni, avrebbe rapinato e palpeggiato una 26enne. Ma il Tribunale lo ha assolto dall'accusa più grave
mercoledì 30 ottobre 2019
10.27
Un 36enne è stato arrestato a Bitonto dai Carabinieri per aver molestato una 26enne, che è stata anche colpita al volto e rapinata del borsello con 50 euro. I fatti sono avvenuti su un vagone dell'Intercity Bologna-Bari, in prossimità di Molfetta. Il caso è stato deciso dal Tribunale di Trani.
Il giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Caserta, ha inflitto all'uomo, il molfettese D.C.C., difeso dall'avvocato Michele Salvemini, una condanna a 4 anni per rapina, lesioni personali, porto di oggetti atti a offendere e interruzione di pubblico servizio, assolvendolo dall'accusa più grave, quella di violenza sessuale. La Procura della Repubblica aveva chiesto 15 anni di reclusione, considerata anche la violenza sessuale, da cui, però, l'imputato è stato assolto.
L'uomo era finito sotto processo per rapina aggravata e violenza sessuale di minore gravità. Stando ai fatti, il 5 aprile scorso, dopo le ore 19.00, i Carabinieri intervennero nella stazione ferroviaria di Molfetta, dove all'interno di una vettura dell'Intercity Bologna-Bari un uomo con il volto parzialmente coperto, dopo aver colpito in viso una studentessa 26enne del posto, le aveva rubato il borsello e si era dileguato approfittando dell'apertura delle porte.
Il traffico ferroviario rimase bloccato per circa 30 minuti per i rilievi. La ragazza fu trasportata al Policlinico di Bari, mentre scattarono rapidamente le ricerche del rapinatore. Fondamentali furono le immagini di videosorveglianza e le testimonianze di alcune persone che avevano assistito alla fuga: l'uomo, un 36enne del luogo, D.C.C., fu rintracciato e arrestato poco dopo a Bitonto, accusato dei reati di rapina aggravata e violenza sessuale di minore gravità
La ragazza, da sola nello scompartimento, dopo essere stata colpita con calci e pugni in viso, sarebbe stata palpeggiata nelle parti intime. Ma l'ipotesi di violenza sessuale a carico del 36enne è caduta. Il giudice, infatti, condividendo la prospettazione di Michele Salvemini, ha condannato l'uomo a 4 anni per rapina, lesioni personali, porto di oggetti atti a offendere e interruzione di pubblico servizio, assolvendolo dall'accusa più grave, quella di violenza sessuale.
Il giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Caserta, ha infatti evidenziato come «il breve lasso di tempo tra l'inizio dell'aggressione e la fermata a Molfetta nonché l'indubbia necessità dell'imputato di procurarsi denaro hanno lasciato indimostrata la volontà di commettere una violenza sessuale».
Il giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Caserta, ha inflitto all'uomo, il molfettese D.C.C., difeso dall'avvocato Michele Salvemini, una condanna a 4 anni per rapina, lesioni personali, porto di oggetti atti a offendere e interruzione di pubblico servizio, assolvendolo dall'accusa più grave, quella di violenza sessuale. La Procura della Repubblica aveva chiesto 15 anni di reclusione, considerata anche la violenza sessuale, da cui, però, l'imputato è stato assolto.
L'uomo era finito sotto processo per rapina aggravata e violenza sessuale di minore gravità. Stando ai fatti, il 5 aprile scorso, dopo le ore 19.00, i Carabinieri intervennero nella stazione ferroviaria di Molfetta, dove all'interno di una vettura dell'Intercity Bologna-Bari un uomo con il volto parzialmente coperto, dopo aver colpito in viso una studentessa 26enne del posto, le aveva rubato il borsello e si era dileguato approfittando dell'apertura delle porte.
Il traffico ferroviario rimase bloccato per circa 30 minuti per i rilievi. La ragazza fu trasportata al Policlinico di Bari, mentre scattarono rapidamente le ricerche del rapinatore. Fondamentali furono le immagini di videosorveglianza e le testimonianze di alcune persone che avevano assistito alla fuga: l'uomo, un 36enne del luogo, D.C.C., fu rintracciato e arrestato poco dopo a Bitonto, accusato dei reati di rapina aggravata e violenza sessuale di minore gravità
La ragazza, da sola nello scompartimento, dopo essere stata colpita con calci e pugni in viso, sarebbe stata palpeggiata nelle parti intime. Ma l'ipotesi di violenza sessuale a carico del 36enne è caduta. Il giudice, infatti, condividendo la prospettazione di Michele Salvemini, ha condannato l'uomo a 4 anni per rapina, lesioni personali, porto di oggetti atti a offendere e interruzione di pubblico servizio, assolvendolo dall'accusa più grave, quella di violenza sessuale.
Il giudice per le indagini preliminari, Maria Grazia Caserta, ha infatti evidenziato come «il breve lasso di tempo tra l'inizio dell'aggressione e la fermata a Molfetta nonché l'indubbia necessità dell'imputato di procurarsi denaro hanno lasciato indimostrata la volontà di commettere una violenza sessuale».