Riaperta parte di piazza XX Settembre. Ma le polemiche non si placano
Basole a distinguere la pavimentazione per raccontare dove sono posti gli antichi resti
mercoledì 21 febbraio 2024
Piazza XX Settembre è tornata da alcuni giorni parzialmente fruibile e lo sarà totalmente probabilmente ad inizio primavera. Ma le polemiche sui resti di un'antica torre restano e non si placano.
Da una parte il centrodestra cittadino che, pur conscio di un progetto complicato da applicare per via delle normative vigenti, ha sempre auspicato una fruibilità di quel bene preziosissimo che si troverà ora sotto la superficie. Dall'altra gli amministratori, primo fra tutti l'assessore Giuseppe Santoruvo, che ha preannunciato a più riprese come il progetto di piazza XX Settembre sarà spiegato in ogni dettaglio nelle settimane a venire, a conclusione dei lavori.
Lavori che prevedono un ribasolamento differente là dove al di sotto si trovano gli antichi resti della Torre Sant'Agostino. Una decisione chiara, anche difficile, ma che tiene conto della viabilità di quell'area assai trafficata e della normativa. Bitonto non è isolata da questo punto di vista, poiché nel circondario l'esempio più eclatante è quello della bella Giovinazzo, dove delle antiche mura aragonesi, riemerse durante i lavori di rifacimento del litorale di Levante e di piazzale Leichardt (in estate e nei fine settimana frequentatissimo da bitontini, peraltro) sono ricordate da pietre d'inciampo e targhe.
Ad opporsi a questa conclusione, come da noi riportato tempo addietro, era stato anche l'autorevole il Centro Ricerche di Storia e Arte locale che aveva scritto: «L'epilogo, più che prevedibile, non è di sicuro una buona notizia. Sarebbe stato di sicuro meglio studiare tutte le possibilità per cui la torre potesse essere consegnata al civico godimento visivo ed estetico, così come ci auguriamo che qualcosa di stabile possa esser lì lasciato a testimonianza di un passato che non potrà non interrogarci. Un pannello, un'iscrizione, almeno, così da non ripetere quanto tristemente accaduto in altri episodi, quando non è rimasta una traccia visibile direttamente sui luoghi interessati da lavori e scavi».
Alla consegna del cantiere tutto sarà raccontato, tutto sarà più chiaro, ribadiscono da Palazzo Gentile.
E, ne siamo certi, le polemiche, a volte sensate a volte pretestuose, continueranno ancora a lungo.
Resta un aspetto però, affatto trascurabile: Bitonto riavrà una delle sue aree più belle, finalmente fruibile e con nuova dignità. Ed in questo caso non ci sono bandiere e colori politici da porre innanzi all'interesse collettivo.
Da una parte il centrodestra cittadino che, pur conscio di un progetto complicato da applicare per via delle normative vigenti, ha sempre auspicato una fruibilità di quel bene preziosissimo che si troverà ora sotto la superficie. Dall'altra gli amministratori, primo fra tutti l'assessore Giuseppe Santoruvo, che ha preannunciato a più riprese come il progetto di piazza XX Settembre sarà spiegato in ogni dettaglio nelle settimane a venire, a conclusione dei lavori.
Lavori che prevedono un ribasolamento differente là dove al di sotto si trovano gli antichi resti della Torre Sant'Agostino. Una decisione chiara, anche difficile, ma che tiene conto della viabilità di quell'area assai trafficata e della normativa. Bitonto non è isolata da questo punto di vista, poiché nel circondario l'esempio più eclatante è quello della bella Giovinazzo, dove delle antiche mura aragonesi, riemerse durante i lavori di rifacimento del litorale di Levante e di piazzale Leichardt (in estate e nei fine settimana frequentatissimo da bitontini, peraltro) sono ricordate da pietre d'inciampo e targhe.
Ad opporsi a questa conclusione, come da noi riportato tempo addietro, era stato anche l'autorevole il Centro Ricerche di Storia e Arte locale che aveva scritto: «L'epilogo, più che prevedibile, non è di sicuro una buona notizia. Sarebbe stato di sicuro meglio studiare tutte le possibilità per cui la torre potesse essere consegnata al civico godimento visivo ed estetico, così come ci auguriamo che qualcosa di stabile possa esser lì lasciato a testimonianza di un passato che non potrà non interrogarci. Un pannello, un'iscrizione, almeno, così da non ripetere quanto tristemente accaduto in altri episodi, quando non è rimasta una traccia visibile direttamente sui luoghi interessati da lavori e scavi».
Alla consegna del cantiere tutto sarà raccontato, tutto sarà più chiaro, ribadiscono da Palazzo Gentile.
E, ne siamo certi, le polemiche, a volte sensate a volte pretestuose, continueranno ancora a lungo.
Resta un aspetto però, affatto trascurabile: Bitonto riavrà una delle sue aree più belle, finalmente fruibile e con nuova dignità. Ed in questo caso non ci sono bandiere e colori politici da porre innanzi all'interesse collettivo.