Riduzione Tari ai commercianti: per Tassari e Tampoia «è irriverente»
«Successiva alla nostra petizione e non ragionata: ce ne prendiamo i meriti»
venerdì 17 luglio 2020
10.18
La riduzione del 25% sulla Tari per le attività commerciali danneggiate dal Covid è arrivata, ma non doveva essere il sindaco a disporla, doveva essere più restrittiva ma con aliquote più ampie e in ogni caso la decisione non ha garantito la partecipazione. Sono queste, in estrema sintesi, le accuse mosse da Salvatore Tassari e Pasquale Tampoia, impegnati a far nascere a Bitonto una sezione del partito Fratelli d'Italia e protagonisti di una petizione popolare con cui chiedevano agevolazioni ai commercianti danneggiati dal lockdown.
Secondo i due promotori della petizione la notizia, diffusa con una nota sul proprio profilo facebook, sarebbe «solo successiva al deposito della petizione popolare, appare del tutto irriverente, affatto seria, che offende l'intelletto e le competenze dei primi firmatari, che rammarica gli oltre 750 firmatari della stessa petizione». Tampoia e Tassari accusano il sindaco e un "sedicente factotum" del Comune di aver volontariamente ignorato la loro petizione, oltre al fato che, dal loro punto di vista, «chi dovrà istruire il procedimento di democrazia diretta azionato e teso alla riduzione delle tariffe TARI 2020 non è sua maestà, bensì il dirigente dell'ufficio tributi della nostra amministrazione».
I due primi firmatari contestano la scelta di aver concesso a tutte le attività lo stesso sconto.
«Avevamo infatti proposto tre differenti abbattimenti della TARI 2020 – spiegano in una nota - rispettivamente del 25%, del 40% e del 50% a seconda della tipologia delle macro-attività come individuate. Non per un capriccio, ma per uno studio attento, circostanziato».
Nonostante le diverse critiche rilevate, Tassari e Tampoia si prendono comunque «il merito di una possibile riduzione dell'aliquota TARI del 25% (Lo faranno? Sarà, poi, vero?), perché riteniamo che se non avessimo proposto alla cittadinanza una petizione in tal senso e se la stessa cittadinanza non avesse risposto aderendo alla petizione, probabilmente, molto probabilmente, l'Amministrazione comunale non avrebbe adottato (la adotterà?) una riduzione anche e solo del 25% … che ahinoi, lo ripetiamo, è solo una vittoria di Pirro».
«C'è grande ipocrisia – si legge ancora nel comunicato - in chi, avendo un vicesindaco, fresco di nomina, che si prodiga per la partecipazione della cittadinanza attiva alla vita sociale e politica della Città, se ne infischia di 750 firme, per lo più raccolte tra titolari di attività con e senza fine di lucro (anche associazioni!)».
«Oggi – concludono Tassari e Tampoia - dopo aver snobbato una petizione, fatto inusuale almeno negli ultimi 30 anni a Bitonto, ma altamente partecipativo, riproponete la solfa: viva la partecipazione dei cittadini, ma decido io, con un post. Invero, la stessa delibera è stata approvata in innumerevoli comuni a maggioranza di sinistra, ma a Bitonto la maggioranza ha del sinistro e poco di sinistra! Tornatevene a casa!».
Secondo i due promotori della petizione la notizia, diffusa con una nota sul proprio profilo facebook, sarebbe «solo successiva al deposito della petizione popolare, appare del tutto irriverente, affatto seria, che offende l'intelletto e le competenze dei primi firmatari, che rammarica gli oltre 750 firmatari della stessa petizione». Tampoia e Tassari accusano il sindaco e un "sedicente factotum" del Comune di aver volontariamente ignorato la loro petizione, oltre al fato che, dal loro punto di vista, «chi dovrà istruire il procedimento di democrazia diretta azionato e teso alla riduzione delle tariffe TARI 2020 non è sua maestà, bensì il dirigente dell'ufficio tributi della nostra amministrazione».
I due primi firmatari contestano la scelta di aver concesso a tutte le attività lo stesso sconto.
«Avevamo infatti proposto tre differenti abbattimenti della TARI 2020 – spiegano in una nota - rispettivamente del 25%, del 40% e del 50% a seconda della tipologia delle macro-attività come individuate. Non per un capriccio, ma per uno studio attento, circostanziato».
Nonostante le diverse critiche rilevate, Tassari e Tampoia si prendono comunque «il merito di una possibile riduzione dell'aliquota TARI del 25% (Lo faranno? Sarà, poi, vero?), perché riteniamo che se non avessimo proposto alla cittadinanza una petizione in tal senso e se la stessa cittadinanza non avesse risposto aderendo alla petizione, probabilmente, molto probabilmente, l'Amministrazione comunale non avrebbe adottato (la adotterà?) una riduzione anche e solo del 25% … che ahinoi, lo ripetiamo, è solo una vittoria di Pirro».
«C'è grande ipocrisia – si legge ancora nel comunicato - in chi, avendo un vicesindaco, fresco di nomina, che si prodiga per la partecipazione della cittadinanza attiva alla vita sociale e politica della Città, se ne infischia di 750 firme, per lo più raccolte tra titolari di attività con e senza fine di lucro (anche associazioni!)».
«Oggi – concludono Tassari e Tampoia - dopo aver snobbato una petizione, fatto inusuale almeno negli ultimi 30 anni a Bitonto, ma altamente partecipativo, riproponete la solfa: viva la partecipazione dei cittadini, ma decido io, con un post. Invero, la stessa delibera è stata approvata in innumerevoli comuni a maggioranza di sinistra, ma a Bitonto la maggioranza ha del sinistro e poco di sinistra! Tornatevene a casa!».