Rifiutò il ricovero due volte e morì, assolti due infermieri del 118
I sanitari provarono inutilmente a convincere l'uomo, un 76enne di Bitonto, che era caduto per strada e aveva battuto la testa
giovedì 19 settembre 2024
12.29
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giuseppe De Salvatore, ha disposto l'archiviazione dell'indagine per il reato di omicidio colposo a carico di due infermieri del 118, indagati per il decesso del 76enne bitontino Vito Saracino, avvenuto il 23 marzo 2019 nell'ospedale Maugeri di Cassano delle Murge.
L'uomo, dopo essere caduto e aver sbattuto la testa a terra il 22 novembre 2018 mentre passeggiava a Bitonto, rifiutò per due giorni di fila il ricovero in ospedale proposto dagli operatori del 118, intervenuti sia in seguito alla caduta sia il giorno successivo, su richiesta dei parenti del 76enne. Accompagnato poi dai familiari al Miulli di Acquaviva delle Fonti, gli fu riscontrata una emorragia cerebrale, fu operato e iniziò un periodo di riabilitazione, ma dopo qualche mese perse la vita.
I familiari denunciarono gli infermieri Chiara Spagnoletti e Angelo Scalera, difesi dai legali Tommaso Poli e Nicola Selvaggi, la cui posizione è stata archiviata. Il giudice ha infatti ritenuto «infondata» la notizia di reato. «Dirimente risulta - si legge - la vicenda inerente al rifiuto al trasporto in ospedale da parte della persona offesa». «Nonostante i due indagati avessero prospettato al Saracino il trasporto in ospedale, gli stessi - si legge - avevano ricevuto un netto rifiuto» dal 76enne.
Un rifiuto «confermato con la sottoscrizione delle due schede paziente» del 22 e del 23 novembre 2018. «La condotta posta in essere dagli indagati - conclude il gip - è risultata in linea con i principi posti dal nostro ordinamento». La Procura aveva chiesto l'archiviazione, istanza a cui i familiari di Saracino si erano opposti.
L'uomo, dopo essere caduto e aver sbattuto la testa a terra il 22 novembre 2018 mentre passeggiava a Bitonto, rifiutò per due giorni di fila il ricovero in ospedale proposto dagli operatori del 118, intervenuti sia in seguito alla caduta sia il giorno successivo, su richiesta dei parenti del 76enne. Accompagnato poi dai familiari al Miulli di Acquaviva delle Fonti, gli fu riscontrata una emorragia cerebrale, fu operato e iniziò un periodo di riabilitazione, ma dopo qualche mese perse la vita.
I familiari denunciarono gli infermieri Chiara Spagnoletti e Angelo Scalera, difesi dai legali Tommaso Poli e Nicola Selvaggi, la cui posizione è stata archiviata. Il giudice ha infatti ritenuto «infondata» la notizia di reato. «Dirimente risulta - si legge - la vicenda inerente al rifiuto al trasporto in ospedale da parte della persona offesa». «Nonostante i due indagati avessero prospettato al Saracino il trasporto in ospedale, gli stessi - si legge - avevano ricevuto un netto rifiuto» dal 76enne.
Un rifiuto «confermato con la sottoscrizione delle due schede paziente» del 22 e del 23 novembre 2018. «La condotta posta in essere dagli indagati - conclude il gip - è risultata in linea con i principi posti dal nostro ordinamento». La Procura aveva chiesto l'archiviazione, istanza a cui i familiari di Saracino si erano opposti.