Ritorno a scuola: psicologi preoccupati
Ansie e paure di genitori e figli per il ritorno in classe
venerdì 8 gennaio 2021
9.40
Il ritorno in classe previsto per il 16 gennaio preoccupa non solo genitori e bambini, ma anche gli psicologi che pongono l'attenzione sul senso di inadeguatezza provato finora dovuto dalle rinunce effettuate sino ad ora dai più piccoli. L'ordinanza del Presidente della Regione Michele Emiliano fa discutere.
«L'incertezza sull'andamento dei contagi da Covid-19 e l'ipotesi di un rientro a scuola stanno mettendo, un'altra volta, in allerta le famiglie», afferma la dottoressa Daniela Sannino, psicologa e psicoterapeuta, «paura, ansia, rabbia ma allo stesso tempo desiderio di ritornare in classe per un graduale ritorno alla normalità, coinvolgono genitori e figli». Alcune famiglie considerano la didattica in presenza un rischio troppo alto al quale esporre i propri figli, altre invece sono favorevoli alla scuola in presenza, in quanto rappresenta una soluzione alle proprie organizzazioni per le esigenze di lavoro.
«Fra qualche mese toccheremo l'asticella del primo anno, un anno che ha tracciato un segno indelebile nella crescita personale di tutti i nostri ragazzi» afferma Antonio Di Gioia, psicologo e psicoterapeuta, «hanno convertito le loro abitudini giornaliere ed hanno fatto i conti con nuove modalità di studio e di gestione del tempo. Seppur con numerose difficoltà legate all'utilizzo dei nuovi dispositivi tecnologici non sempre all'altezza delle esigenze, le famiglie hanno sperimentato un modello di didattica alternativo al quale non erano preparati, in molti casi, con serie difficoltà di organizzazione a causa, fra le altre motivazioni, degli impegni lavorativi». «Non solo modalità di apprendimento che, finora, non pensavamo potessero essere utilizzate per così tanto tempo, ma anche gli effetti del cambiamento dei processi di socializzazione, necessitano di uno sguardo attento da parte di insegnanti e genitori, per prevenire disagio causato da tutte le, seppur dovute, rinunce, fra le quali la mutata appartenenza ad un gruppo di pari» conclude la dottoressa Sannino.
«L'incertezza sull'andamento dei contagi da Covid-19 e l'ipotesi di un rientro a scuola stanno mettendo, un'altra volta, in allerta le famiglie», afferma la dottoressa Daniela Sannino, psicologa e psicoterapeuta, «paura, ansia, rabbia ma allo stesso tempo desiderio di ritornare in classe per un graduale ritorno alla normalità, coinvolgono genitori e figli». Alcune famiglie considerano la didattica in presenza un rischio troppo alto al quale esporre i propri figli, altre invece sono favorevoli alla scuola in presenza, in quanto rappresenta una soluzione alle proprie organizzazioni per le esigenze di lavoro.
«Fra qualche mese toccheremo l'asticella del primo anno, un anno che ha tracciato un segno indelebile nella crescita personale di tutti i nostri ragazzi» afferma Antonio Di Gioia, psicologo e psicoterapeuta, «hanno convertito le loro abitudini giornaliere ed hanno fatto i conti con nuove modalità di studio e di gestione del tempo. Seppur con numerose difficoltà legate all'utilizzo dei nuovi dispositivi tecnologici non sempre all'altezza delle esigenze, le famiglie hanno sperimentato un modello di didattica alternativo al quale non erano preparati, in molti casi, con serie difficoltà di organizzazione a causa, fra le altre motivazioni, degli impegni lavorativi». «Non solo modalità di apprendimento che, finora, non pensavamo potessero essere utilizzate per così tanto tempo, ma anche gli effetti del cambiamento dei processi di socializzazione, necessitano di uno sguardo attento da parte di insegnanti e genitori, per prevenire disagio causato da tutte le, seppur dovute, rinunce, fra le quali la mutata appartenenza ad un gruppo di pari» conclude la dottoressa Sannino.