Rubano gli alimenti per i poveri a Bitonto: i Carabinieri recuperano il bottino
Il presidente del Banco delle Opere di Carità grato ai militari: «Crediamo nelle forze dell'ordine e collaboriamo»
mercoledì 24 giugno 2020
07.00
Un furto infame, perché colpisce le donazioni raccolte per aiutare le famiglie in grande difficoltà e uno Stato che reagisce prontamente attraverso i suoi tutori recuperando il bottino.
È una storia a lieto fine quella raccontata dal presidente del Banco delle Opere di Carità di Bari con sede a Bitonto, Marco Tribuzio, vittima nelle ultime ore di ladri senza scrupoli che avevano rubato le derrate alimentari pronte per essere consegnate agli indigenti del territorio. I malviventi erano entrati in azione nella notte tra lunedì e martedì, attorno alle ore 02.00, in via Ugo La Malfa, scassinando l'ingresso degli uffici.
«Hanno preso i computer portatili - racconta Tribuzio - e poi si sono diretti a rubare 35 scatole di provolone. Hanno scassinato anche le porte del furgone che era stato caricato ieri pomeriggio, ma non hanno preso niente rendendosi conto che era pieno di prodotti di poco valore. Non abbiamo la pretesa di essere immuni dai furti che restano sempre ingiustificati. Resta il dispiacere per il danno arrecato a noi e a tutte le persone che di quei prodotti avrebbero avuto necessità».
«Sono provoloni che rubano altri provoloni - aveva commentato il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, invitando alla collaborazione - scrivetemi tutto quello che non avete il coraggio di raccontare alle forze dell'ordine in privato, come accaduto altre volte. Se sapete chi sono, scrivetelo. Perché hanno rubato nella casa di tutti. In casa, anche, vostra».
Subito dopo la denuncia i Carabinieri della locale Stazione si sono messi subito alla ricerca della refurtiva e, con l'aiuto degli uomini dei Vigili del Fuoco, hanno condotto una serie di perquisizioni all'interno dei locali in uso ai sospettati della zona. Un'intuizione ponderata, visto che nel giro di poche ore i militari sono riusciti a recuperare il bottino e a restituirlo al Banco delle Opere di Carità.
«Negli anni scorsi - ha commentato il presidente - non mi è mai capitato di rivolgermi ai Carabinieri per denunce o segnalazioni (che sono state pur fatte ma ad altre forze), però a causa di questa brutta esperienza mi sono imbattuto nella Stazione dei Carabinieri di Bitonto. Come per l'emergenza alimentare Covid, anche nelle criticità abbiamo avuto modo di trovare tante cose buone, così ieri».
«Ho conosciuto quasi tutta la squadra al comando di Roberto Tarantino. Giovani e Carabinieri d'esperienza, una squadra che non ha fatto mai mancare nella giornata di ieri il proprio supporto. Dalla pattuglia che ieri mattina è giunta al Banco per i primi rilievi, all'appuntato che ha raccolto la deposizione, dal maresciallo Di Grumo che ci ha riconsegnato i beni ai suoi colleghi che hanno coordinato le perquisizioni (con il supporto prezioso dei Vigili del Fuoco)».
«E ieri - ha proseguito - tutti i presenti non solo ci hanno aiutato a caricare il furgone, ma erano felici. Crediamo nelle forze dell'ordine - è l'appello di Tribuzio - perché loro con noi. Non perdiamo la fiducia perché c'è gente che fa in modo che ciò avvenga, ma così gliela daremmo vinta, invece dobbiamo vincere noi».
È una storia a lieto fine quella raccontata dal presidente del Banco delle Opere di Carità di Bari con sede a Bitonto, Marco Tribuzio, vittima nelle ultime ore di ladri senza scrupoli che avevano rubato le derrate alimentari pronte per essere consegnate agli indigenti del territorio. I malviventi erano entrati in azione nella notte tra lunedì e martedì, attorno alle ore 02.00, in via Ugo La Malfa, scassinando l'ingresso degli uffici.
«Hanno preso i computer portatili - racconta Tribuzio - e poi si sono diretti a rubare 35 scatole di provolone. Hanno scassinato anche le porte del furgone che era stato caricato ieri pomeriggio, ma non hanno preso niente rendendosi conto che era pieno di prodotti di poco valore. Non abbiamo la pretesa di essere immuni dai furti che restano sempre ingiustificati. Resta il dispiacere per il danno arrecato a noi e a tutte le persone che di quei prodotti avrebbero avuto necessità».
«Sono provoloni che rubano altri provoloni - aveva commentato il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, invitando alla collaborazione - scrivetemi tutto quello che non avete il coraggio di raccontare alle forze dell'ordine in privato, come accaduto altre volte. Se sapete chi sono, scrivetelo. Perché hanno rubato nella casa di tutti. In casa, anche, vostra».
Subito dopo la denuncia i Carabinieri della locale Stazione si sono messi subito alla ricerca della refurtiva e, con l'aiuto degli uomini dei Vigili del Fuoco, hanno condotto una serie di perquisizioni all'interno dei locali in uso ai sospettati della zona. Un'intuizione ponderata, visto che nel giro di poche ore i militari sono riusciti a recuperare il bottino e a restituirlo al Banco delle Opere di Carità.
«Negli anni scorsi - ha commentato il presidente - non mi è mai capitato di rivolgermi ai Carabinieri per denunce o segnalazioni (che sono state pur fatte ma ad altre forze), però a causa di questa brutta esperienza mi sono imbattuto nella Stazione dei Carabinieri di Bitonto. Come per l'emergenza alimentare Covid, anche nelle criticità abbiamo avuto modo di trovare tante cose buone, così ieri».
«Ho conosciuto quasi tutta la squadra al comando di Roberto Tarantino. Giovani e Carabinieri d'esperienza, una squadra che non ha fatto mai mancare nella giornata di ieri il proprio supporto. Dalla pattuglia che ieri mattina è giunta al Banco per i primi rilievi, all'appuntato che ha raccolto la deposizione, dal maresciallo Di Grumo che ci ha riconsegnato i beni ai suoi colleghi che hanno coordinato le perquisizioni (con il supporto prezioso dei Vigili del Fuoco)».
«E ieri - ha proseguito - tutti i presenti non solo ci hanno aiutato a caricare il furgone, ma erano felici. Crediamo nelle forze dell'ordine - è l'appello di Tribuzio - perché loro con noi. Non perdiamo la fiducia perché c'è gente che fa in modo che ciò avvenga, ma così gliela daremmo vinta, invece dobbiamo vincere noi».