Rubano pc in casa a Bitonto a una famiglia in difficoltà: il Comune lo ricompra
Abbaticchio: «Era l'unico strumento per seguire le lezioni. I bambini devono conoscere il lato umano del Mondo»
giovedì 14 maggio 2020
8.21
Una famiglia umile ma dignitosa, colpita dalla crisi post Covid, una mano impietosa che viola l'intimità familiare per accaparrarsi pochi spiccioli, una comunità che non rimane assente davanti alla sventura e pone subito rimedio. Sono questi gli ingredienti della vicenda a lieto fine che si è registrata negli scorsi giorni a Bitonto, dove ad una bambina è stato sottratto l'unico strumento per collegarsi ai compagni di scuola e seguire le lezioni, un personal computer, per mano di ignoti che si sono introdotti nella sua abitazione.
A raccontare la storia è il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio: «In questa città vive una bambina, si chiama Veronica. Lei vive con la mamma e certamente non ha imparato a vivere nell'oro o cercando continuamente aiuto. Fino al giorno in cui i loro risparmi le hanno consentito di vivere in un'abitazione dignitosa. Ma dei concittadini non proprio caritatevoli hanno pensato immediatamente di entrarci. Avendo capito che non erano entrati nel lusso, hanno deciso di rubare l'unico strumento che conferisce, in questa maledetta pandemia, un diritto costituzionale imprescindibile per ogni bambino: il diritto alla pubblica istruzione. Hanno rubato a Veronica il suo personal computer e la mamma mi ha scritto in privato».
«Io non so cosa sta facendo il Ministro della pubblica istruzione, il Governo, per sopperire a questa drammatica situazione - prosegue il racconto - e credo che per loro non sia facile. Ma il mio Comune, il nostro Comune, non poteva lasciare che Bitonto conoscesse questa vergogna nella memoria di una innocente. Oggi, grazie anche al progetto Polibris che avviamo in tempi non sospetti vincendo un finanziamento regionale importante, abbiamo consegnato un PC a nome di tutti a Veronica».
«I bambini devono conoscere anche un lato umano di questo Mondo – commenta il primo cittadino - non solo l'odio ed il rancore che regaliamo a "profusione" ogni giorno. Perché noi amministratori locali facciamo anche questo: ricostruiamo dove la vita distrugge, anche se ogni giorno potremmo ricominciare daccapo. Anche se, a volte, spiegare perché una scelta viene prima di un'altra o non arriva affatto, può sembrare impossibile. Questo facciamo, questo vogliamo essere. Ma aiutateci. Da soli non siamo nulla».
A raccontare la storia è il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio: «In questa città vive una bambina, si chiama Veronica. Lei vive con la mamma e certamente non ha imparato a vivere nell'oro o cercando continuamente aiuto. Fino al giorno in cui i loro risparmi le hanno consentito di vivere in un'abitazione dignitosa. Ma dei concittadini non proprio caritatevoli hanno pensato immediatamente di entrarci. Avendo capito che non erano entrati nel lusso, hanno deciso di rubare l'unico strumento che conferisce, in questa maledetta pandemia, un diritto costituzionale imprescindibile per ogni bambino: il diritto alla pubblica istruzione. Hanno rubato a Veronica il suo personal computer e la mamma mi ha scritto in privato».
«Io non so cosa sta facendo il Ministro della pubblica istruzione, il Governo, per sopperire a questa drammatica situazione - prosegue il racconto - e credo che per loro non sia facile. Ma il mio Comune, il nostro Comune, non poteva lasciare che Bitonto conoscesse questa vergogna nella memoria di una innocente. Oggi, grazie anche al progetto Polibris che avviamo in tempi non sospetti vincendo un finanziamento regionale importante, abbiamo consegnato un PC a nome di tutti a Veronica».
«I bambini devono conoscere anche un lato umano di questo Mondo – commenta il primo cittadino - non solo l'odio ed il rancore che regaliamo a "profusione" ogni giorno. Perché noi amministratori locali facciamo anche questo: ricostruiamo dove la vita distrugge, anche se ogni giorno potremmo ricominciare daccapo. Anche se, a volte, spiegare perché una scelta viene prima di un'altra o non arriva affatto, può sembrare impossibile. Questo facciamo, questo vogliamo essere. Ma aiutateci. Da soli non siamo nulla».