Sanità: Abbaticchio attacca il governo regionale

«Non si può ridurre la salute dei cittadini a una questione di numeri»

mercoledì 18 aprile 2018 14.46
Prima il taglio dei reparti, poi la chiusura dell'ospedale, adesso anche la prevista chiusura del Punto di Primo di Intervento che garantiva alla città almeno un minimo di medicina di urgenza. Non ci sta il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, a restare testimone impotente di un nuovo pesante taglio ai servizi sanitari cittadini, come accaduto in passato ai suoi predecessori. Ecco perchè ha deciso di attaccare direttamente la regione Puglia che si appresta a chiudere anche l'ultimo presidio sanitario per il trattamento di necessità urgenti.

«Sulla questione 'Sanità' - ha detto il primo cittadino - Bitonto si porta il fardello del triste primato di essere stato uno dei primi comuni a dover rinunciare al presidio ospedaliero, più di dieci anni fa. Notizia recente è che anche i punti di primo intervento hanno, probabilmente, le ore contate. Almeno quelli che non raggiungono un certo numero di accessi all'anno (una sorta di 'premio' in negativo perché ci ammaliamo troppo poco, insomma). In questo percorso, si è inserita la beffa della esponenziale diminuzione del numero dei medici, stabilita a livello regionale dalla precedente Giunta».

A preoccupare il sindaco è l'allarme lanciato dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, che prevede una sanità pubblica senzapiù medici nei prossimi 10 anni, visto che quelli che vanno in pensione non vengono sostituiti dalle varie Asl.
«Io credo che la Sanità non sia riducibile ad una questione di cifre – attacca duro Abbaticchio facendo riferimento proprio alle disposizioni del presidente Emiliano sulla chiusra dei PPI - numeri di accessi annui, numero di medici, numero di presidi. E sono convinto che una Sanità senza medici non sia un problema dell'Ordine professionale di riferimento. È, palesemente, un problema di tutti. Tutti, forse, tranne quegli amministratori che hanno disegnato, negli scorsi anni, una Sanità, di fatto, senza medici sufficienti a garantire i livelli essenziali minimi di assistenza. E troppi pochi medici significa anche turni estenuanti, per un mestiere in cui, decisamente, il margine di errore non è contemplato. Ed, ancora, il mancato sopraggiungere di un ricambio generazionale significa che a curarci saranno medici sempre più stanchi, provati dall'età, con i riflessi non sempre pronti. In un campo in cui non si può rischiare».

«Ieri è intervenuta la sentenza del Tar – fa notare il sindaco - che, in sostanza, ha detto una verità che chi governa e legifera avrebbe dovuto conoscere da se: che il vincolo finanziario deve essere un "mezzo" e non un fine. Oggi, convintamente aderisco a questa campagna lanciata dall'Ordine dei medici. Oggi, mi sento molto meno amministratore e molto più 'amministrato'. E non esisterà giorno che, su questioni come questa, non mi vedrà camminare al fianco dei cittadini/utenti di cui faccio parte».