Scritte spray sulla facciata della chiesa di San Francesco d'Assisi
Si attende il 'si' della Soprintendenza per ripulire
mercoledì 14 febbraio 2018
10.26
Non si sa con precisione quando siano state realizzate né, soprattutto, da chi, ma di certo da tempo ormai "ornano" uno dei monumenti più importanti e riconosciuti della città: la chiesa di San Francesco "della scarpa". Si tratta di una serie di scritte lasciate con la vernice spray sulla facciata principale trecentesca dell'edificio liturgico, eretto, secondo la tradizione, come testimonianza della visita, nel 1222, di san Francesco d'Assisi con il suo confratello, Luca da Bitonto, primo provinciale dei francescani in Terra Santa. La costruzione ebbe inizio nel 1283 sotto la direzione di Sergio Bove e con il beneplacito di Carlo d'Angiò e venne consacrata nel 1284 dal vescovo Leucio. Circostanze storiche che, evidentemente, devono essere sfuggite all'autore materiale del gesto, che lo ha ripetuto più volte, probabilmente nel corso di diversi giorni, rappresentando, verosimilmente, il suo stato d'animo: "Noia".
Alcuni residenti hanno già individuato in un gruppetto di ragazzini che frequentano la piazzetta su cui si affaccia la chiesa e la sua scalinata gli autori delle scritte. Che, quasi certamente, sono stati ripresi anche dalle telecamere di videosorveglianza che monitorano continuamente l'area. Le immagini, però, restano in memoria solo alcune settimane e se non c'è una segnalazione immediata del fatto, diventa praticamente impossibile risalire ai responsabili.
Probabilmente, quindi, non resta altro da fare che ripulire, ma anche in questo caso i tempi potrebbero non essere così rapidi: si aspetta infatti il benestare della Soprintendenza per affidare i lavori di ripulitura ed evitare che questi tempi diventino "biblici".
Alcuni residenti hanno già individuato in un gruppetto di ragazzini che frequentano la piazzetta su cui si affaccia la chiesa e la sua scalinata gli autori delle scritte. Che, quasi certamente, sono stati ripresi anche dalle telecamere di videosorveglianza che monitorano continuamente l'area. Le immagini, però, restano in memoria solo alcune settimane e se non c'è una segnalazione immediata del fatto, diventa praticamente impossibile risalire ai responsabili.
Probabilmente, quindi, non resta altro da fare che ripulire, ma anche in questo caso i tempi potrebbero non essere così rapidi: si aspetta infatti il benestare della Soprintendenza per affidare i lavori di ripulitura ed evitare che questi tempi diventino "biblici".